In pieno Salone del Mobile 2018 un ghiotto spunto per districarsi nella scoppiettante Milano Design Week e i ben 450 (!) eventi del Fuorisalone è partire dal luogo in non uno, ma ben 100 designer sono di casa: la Fondazione Achille Castiglioni, nel cuore della città (è in piazza Castello), dove per celebrare i 100 anni dalla nascita del grande architetto e designer la figlia Giovanna ha avuto l'idea di allestire la mostra 100% Achille: 100 "oggetti anonimi", dalla scopa di saggina al metro da sarta, dalla gruccia pieghevole (dono di Michele de Lucchi) alla trappola per topi (di Ingo Maurer). «Alcuni sono venuti di persona a portarmi l'oggetto anonimo che avevano scelto, con un biglietto per il festeggiato, mio padre, che non c'è più ma è come se ci fosse. Il suo motto era sempre: "Su, alégher". Viveva così. Per celebrare i 100 anni dalla sua nascita la cosa migliore mi è sembrata non organizzare un evento paludato, istituzionale, ma cercare di raccontarlo e ricordarlo in modo festoso, attraverso il pensiero che questi 100 designer hanno avuto per lui».

L'allestimento di 100% Achille (Calvi&Brambilla), visitabile anche in questi giorni su prenotazione (tel. 02/8053606) è caldo e variopinto, e a chi ama il design offre una miriade di spunti a partire dagli oggetti che abbiamo in casa, che usiamo, e a cui nemmeno facciamo più caso. Merito anche del prezioso e paziente lavoro delle curatrici Chiara Alessi e Domitilla Dardi: «È capitato che arrivassero dei doppioni!» spiega ridendo Giovanna. «L'oggetto più gettonato, che ci hanno proposto quattro o cinque designer, sorprendentemente è l'uovo di legno da rammendo, per riparare le calze, un oggetto che i giovani nemmeno conoscono più: oggi le calze rotte si buttano. Mi sono chiesta il perché di tanto successo. A mio padre le uova piacevano molto, sarà stato per questo o perché, come diceva Bruno Munari, "ha una forma perfetta, benché sia stato fatto col cu.."?».

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Carlo Pozzi
Achille Castiglioni con Giovanna nel 1981.

Dei 100 designer "scomodati" (ma il numero sta crescendo, ora sono molti di più; e chiunque abbia un oggetto anonimo che ritiene interessante, spiega Giovanna, può portarlo in Fondazione e offrirlo alla mostra, purché non sia un doppione), nessuno si è sottratto all'incarico. «Hanno aderito tutti con gioia e raccolto la mia sfida: restituire dignità a oggetti comunissimi, eppure intelligenti. Se venite a visitare la mostra, scoprirete che è un buon punto di partenza per capire chi sono questi 100 designer e poi andare a ritrovare quel che propongono per il Salone del Mobile 2018, in giro per la Milano design week».

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Emanuele Zamponi
Giovanna Castiglioni e Lorenzo Damiani.

Non avevo pensato alla carica emozionale di quest'operazione: sia per loro che per noi. Poi mi sono accorta che anche i più famosi e impegnati avevano dedicato tempo e pensiero per scegliere il regalo giusto per Achille, per farlo idealmente sorridere. Da alcuni grandi maestri sono andata di persona: per esempio da Enzo Mari, che grande e grosso com'è ci ha donato un coltellino multiuso microscopico e un biglietto con la scritta "Achille, sei nel mio cuore". Nanda Vigo, che lavora con l'acciaio, mi ha dato una grattugia per il formaggio che veniva dalla sua cucina. Andrea Branzi un righello da architetto, lo scalimetro. Alessandro Mendini, che viene da quelle zone, un "bergamino": il cappello in feltro in lana cotta da montagnino dei bergamaschi, dicendomi emozionato "Ti regalerei questo per il papà". Edward Barber uno spremiagrumi portatile, Kostantin Grcic un peso da un chilo e un biglietto in cui con i timbri ha composto la frase "Love letters for Cicci". Raffaella Mangiarotti, sapendo che mio padre era un grande fumatore, un accendino solare concavo che funziona solo quando il tempo è bello. Con un biglietto che mi ha fatto venire la pelle d'oca: "Spero che, ovunque tu ti trovi, ci sia il sole"».