Eclettico, poliedrico, irriverente, la superstar del design italiano Fabio Novembre è al Salone del Mobile 2018 con diversi progetti, ma quelli a cui tiene di più, in una Milano Design Week straripante di eventi glamorous, idee frizzantissime e suggestioni creative, sono cose essenziali e utili. Per esempio, una nuova «pavimentazione in gres porcellanato: altissima resistenza a spessori bassissimi, con quantità ridotte di materia prima». E poi, alcuni «sistemi di sicurezza e prevenzione contro gli atti di terrorismo: utili, però mimetizzati sottoforma di arredo urbano».
La crisi ha modificato il nostro modo di abitare?
Le case sono più piccole e forse si spende meno per arredarle, ma non sono convinto che l’essenziale e la sobrietà rappresentino la tendenza del nostro tempo. Viviamo in un mondo di assoluta contaminazione, tutto si accosta con tutto senza particolari connessioni logiche o culturali.
La gente, però, si dice stufa del consumismo sfrenato: il design in che direzione sta andando?
Il design va dove lo portiamo noi addetti ai lavori. Dovremmo farci carico delle responsabilità che abbiamo verso i consumatori, il nostro lavoro produce una grande quantità di inquinamento. Prima di progettare dovremmo chiederci se quella cosa potrà essere utile a qualcuno e se davvero vale la pena innescare un processo che implica inevitabilmente uno spreco di risorse energetiche.
In che misura abbiamo sempre bisogno di nuovi oggetti?
Sono anni che ripeto lo slogan: «Fare meno, farlo meglio». Ai colleghi lancio spesso la provocazione di imporci un numero limitato di creazioni, per costringerci a produrre il nostro “best of”. Non ostiniamoci a progettare le cose che già ci sono. C’è un panorama di nuove necessità cui avrebbe senso dare una forma, è questo il futuro del design.

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