Molti suoi pezzi, esposti nei più noti musei del mondo, sono già un classico. Patricia Urquiola, guru del design contemporaneo e protagonista della Milano Design Week 2018, del suo lavoro dice: «Mi sento legata all’artigianalità, intesa come attitudine a consumare il tempo per fare le cose, e farle bene». Art director di Cassina, fra le novità che lancia al Salone del Mobile 2018 c’è Bowy-Sofa, «divano modulare, giocoso nel modo di comporsi», ricco di dettagli creati «come fosse un abito di alta sartoria».

Nelle case di oggi c’è un ritorno all’essenziale e alla sobrietà?
Non credo ci sia una regola o una tendenza, ci sono case che non hanno bisogno di nulla, altre che sono piene di oggetti come i libri, per esempio. Credo invece nell’empatia tra gli spazi e le persone che li abitano.

Abbiamo ancora bisogno di tanti oggetti?
Sicuramente no. Io sono molto legata al concetto di riciclo degli oggetti, credo molto nella trasformazione. Non mi piace accumulare, ma dare nuova vita agli oggetti, renderli parte di un nuovo progetto.

Anche il design è contrario agli sprechi, insomma.
Oggi siamo impegnati a trovare soluzioni più ecologiche. Un atteggiamento serio nei confronti della sostenibilità significa utilizzare niente di più e niente di meno di quello che serve. I prodotti devono essere pensati in modo logico.

Ha senso progettare in un mondo già pieno di cose?
Il mondo sta cambiando, l’idea di proprietà si trasforma; le case, ma anche le auto e le bici sono diventate cose da condividere. Sono proiettata verso la possibilità di progettare oggetti con più funzionalità: una lampada come proiettore per vedere un film sulle pareti di casa, per esempio. L’anno scorso per Cassina abbiamo ideato un’installazione dedicata agli stili di vita del futuro: credo che il design stia andando in quella direzione.