«Papà ti piace come mi sono vestito?».

«Davvero cool a papà». 

«Ma che dici? Che c'entra il culo?».

«Cosa hai capito, cool è una parola inglese che in gergo significa essere alla moda, di tendenza, insomma figo». 

«Pure la nonna lo dice». 

«La nonna? Mi sembra strano». 

«Certo, dice sempre che sono para-cool». 

«Amore quella è un'espressione diversa che la nonna usa per dire che sai girare sempre tutto a tuo favore, che cadi sempre in piedi come i gatti e che sei opportunista».

«Che c'entra con i vestiti?»

«Niente proprio. La parola cool a cui faccio riferimento significa letteralmente freddo e fu usata all'inizio degli anni sessanta per indicare qualcosa che dava i brividi, da far venire la pelle d'oca, insomma di nuovo».

«Ma questo pantalone e questa t-shirt ce li ho da un sacco di tempo». 

«Nuovo non sta ad indicare per forza che siano freschi di negozio, ma il nuovo si crea anche con piccoli dettagli o abbinamenti o modi con cui si indossa un abito. Cool è un modo di dire che può essere usato per definire un abito, una musica, un'opera d'arte, ma anche una persona. Non tutto però è cool».

«Chi lo stabilisce?»

«Pensa ci sono dei ricercatori chiamati cool hunter che girano il mondo per fornire materiali utili a delineare, in anticipo sui tempi, le mode». 

«Figo, anche io voglio fare questo lavoro». 

Mio figlio da sempre decide cosa indossare, come farlo e quali accessori utilizzare. Questa cosa spesso ci manda al manicomio perché non è facile stargli dietro, specie la mattina all'alba quando bisogna far presto per andare a scuola. La cosa che mi piace è che quella voglia di essere originale, nuovo e figo lo allena a guardare ciò che gli sta intorno, lo rende curioso e attento ai particolari. Per essere nuovi, freschi e fighi bisogna avere una base da smontare ed io sono a sua disposizione per essere fatto a pezzi.

«Papà allora tu non puoi mai essere cool vero?»

«Perché?»

«Sei vecchio».   

«Be cool a papà, stai molto calmo».