«Bambini correte vi ho portato una sorpresa».

«Papà che cosa è?»

«Se ve lo dico non è più una sorpresa». 

«Ma ci puoi dire se è bella o brutta?»

«Di sicuro sarà bella, da lasciarvi senza fiato».

«Però quando apro l'ovetto di cioccolata, quello dove c'è la sorpresa, a volte non mi piacciono».

«Questo accade perché di quelle sorprese ne hai già tante e quindi già sai, su per giù, cosa uscirà». 

«All'inizio erano vere sorprese».

«No a papà, all'inizio era la novità».

«Ho capito la sorpresa è una cosa nuova». 

«No, la sorpresa è guardare con occhi nuovi. Se fosse come dici, un papà non sarebbe meravigliato quando nasce un secondo figlio, per non parlare del terzo o del quarto».

«Hai ragione papà, io quando uso un vecchio gioco sono ancora più contento perché mi sembra di averne scoperto uno nuovo».

«Da ciò che non ti aspetti nasce lo stupore, quello che ti fa dire wow».

«Anche quando mi vengono cento domande tutte insieme dico wow».

Un figlio è sempre una sorpresa, non nel senso che non sai come ti esce, ma perché ogni giorno può stupirti lasciandoti a bocca aperta. 

Per un genitore come me è sempre una meraviglia veder crescere un bambino anche se si tratta del quinto figlio. Io mi sento fortunato perché mi basta poco, a volte mi meraviglio di fronte ad un comportamento o ad una semplice frase.

Da adulto mi risulta più difficile stupirmi delle cose che mi circondano e per questo chiedo aiuto ai miei figli che  sono ancora capaci di sgranare gli occhi e spalancare la bocca di fronte a qualcosa che non conoscono

Quando passeggio per strada con loro aspetto con ansia le tante domande su tutto ciò che vedono: dalla luce del semaforo alla guglia di una chiesa, dal binario di un tram all'albero in una piazza. 

Stupiti da quanto osservano mi bombardano di domande e osservazioni, ad alcune delle quali non ho mai neanche pensato. A quel punto anche un adulto come me può dire wow.

«Papà qual è stata la cosa che ti ha più sorpreso quando sono nato io?»

«Che tutti sapessero sempre cosa fare con un bambino tranne me».

«Tu non facevi le domande giuste».

«Wow, non ci avevo pensato».