Come spiegare il terrorismo ai nostri figli, senza farli vivere nella paura? Lo scrittore Tahar Ben Jalloum ha una sua idea. E la espone a Gioia!

Vent'anni fa il suo libro Il razzismo spiegato a mia figlia (Bompiani), una preziosa conversazione con la figlia di dieci anni, scalò le classifiche. Oggi Tahar Ben Jelloun, lo scrittore nato 72 anni fa in Marocco, riprende la forma del dialogo immaginario nel nuovo libro Il terrorismo spiegato ai nostri figli (La Nave di Teseo), per capire quali sono le parole giuste da usare per parlare di terrorismo ai più giovani. Ma anche calamità naturali come il terremoto. Gli abbiamo chiesto quale sia il modo migliore di proteggere i nostri figli dalla paura del pericolo, vicino o lontano.

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Il terrorismo spiegato ai nostri figli, di Tahar Ben Jelloun, La Nave di Teseo, pp. 179, € 11.

Ormai le notizie arrivano ai bambini dai media: noi come possiamo intervenire?

Le immagini violente vanno evitate comunque, la verità si può dire anche in modo diplomatico. Senza la crudezza dei media. Questo è un percorso che suggerisco. Prima di tutto bisogna valutare quanto il bambino sia in grado di capire quello che vogliono dirgli i genitori. Poi va rassicurato. Deve sapere che i genitori saranno sempre pronti ad aiutarlo in caso di difficoltà. Qualsiasi difficoltà. Non sarà mai solo ad affrontarle. Il compito più impegnativo è fargli capire che nella vita è normale che accadano cose belle, ma anche brutte. Infine si può affrontare il tema del terrorismo, la sua crudeltà, le ragioni e da dove viene.

La paura del terremoto è ancora viva nei bambini delle zone colpite: come spiegare loro un mondo dove i disastri sono in agguato?

Il terremoto è una causa naturale, diversa dal terrorismo: la gente muore, è vero, ma non per colpa di altri uomini. I bambini devono affrontare la complessità della vita, la natura è dolce ma può essere anche violenta. E il terremoto è un avvenimento raro, eccezionale.

Qual è il compito della scuola nella gestione della paura dei bambini?

I genitori hanno il compito di rassicurare, la scuola di spiegare in generale e nel particolare, soprattutto le notizie e le immagini che arrivano dai media. Il mio consiglio è di non aspettare un attentato o una catastrofe naturale per parlare di queste cose ai bambini. Bisogna prepararli a una vita dove tutto può succedere. L'importante è non nascondere mai la verità o edulcorarla con storie o fantasie.