Fino al 27 novembre Rai e Ministero dell'Università e Ricerca hanno unito le proprie forze per contrastare il per contrastare il bullismo, un fenomeno che non riguarda solo i ragazzi, ma anche le famiglie, la scuola e l'intera comunità, con la campagna di sensibilizzazione #maipiùbullismo.

I dati sono allarmanti: 1 ragazzo su 2 subisce episodi di aggressione verbale, psicologica e fisica e il 33% è vittima ricorrente di abusi. Numerosi sono gli interventi e i progetti che spiegano come aiutare le vittime, ma pochissimi quelli che si occupano di un altro aspetto molto importante, ovvero il disagio di quelli che vengono identificati come bulli e delle loro famiglie.

Consigli per combattere il bullismo.pinterest

Cosa dire a un potenziale bullo per farlo smettere

Gianluca Daffi, esperto in psicologia dell'età evolutiva e autore di Mio figlio è un bullo (Erickson), ha elaborato un decalogo che evidenzia quali sono gli aspetti da ricordare ad un bambino potenzialmente bullo.

1. I forti non sono mai prepotenti: difendono e non attaccano, non opprimono, ma aiutano.

2. Il segreto per diventare grandi non è abbassare gli altri.

3. I leader, i capi, sono tali, perché sono capaci di controllare per primi se stessi: solo così diventano riferimento per tutto il gruppo.

4. Meglio essere apprezzati che temuti.

5. Bisogna saper dare alle cose il giusto peso.

6. Si può litigare senza arrivare alle mani, si possono esprimere le proprie idee senza mettere i piedi in testa a nessuno e senza farseli mettere.

7. Pensa anche a quello che succederà domani, e dopo domani, e dopo domani l'altro.

8. Le persone intelligenti parlano dei loro sentimenti.

9. Non è necessario andare d'accordo con tutti, basta sopportarsi.

10. Non sei un bullo, scegli di comportarti come un bullo.

Bullismo a scuola, come intervenire.pinterest
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Che fare se mio figlio si comporta da bullo?

Se ci accorgiamo che i nostri figli hanno atteggiamenti da bulli, precisa Daffi, «è importante che i genitori di un presunto o potenziale bullo non si deprimano sotto il peso dello sconforto o dei sensi di colpa. Prendere atto che il proprio bambino potrebbe avere atteggiamenti da bullo non significa affermare di aver fallito come genitori». Prendere quindi atto di un problema che potrebbe esistere, così come non sussistere, è indice di responsabilità educativa, nonché premessa per giungere con maggior probabilità di successo a una soluzione. Per questo bisogna avere prontezza nel riconoscere i segnali di bullismo e intervenire in tempo.