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Seychelles: cosa fare e cosa vedere in queste isole

L'arcipelago dell'Oceano Indiano è la meta ideale per chi ama natura e mare incontaminati, dove vivono animali e piante altrove a rischio

By Paola Pardieri
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«Per favore, resti immobile dietro a quel cespuglio». Obbedisco volentieri, cerco persino di trattenere il fiato, perché l'aspettativa è alta: dopo qualche secondo, dalle acque cristalline dell'oceano Indiano sbuca una tartaruga verde (Chelonia mydas) che raggiunge la vegetazione lungo il litorale. «Adesso può venir fuori», mi sussurra Robert Matombe, turtle manager, cioè responsabile della tutela di questi rettili marini presso il Constance Lémuria resort, luogo di soggiorno nell'isola di Praslin (nell'arcipelago delle Seychelles) che ha ottenuto la prestigiosa certificazione Green Globe per il turismo responsabile.

Dove osano le tartarughe

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Robert (nella foto) mi spiega come avvicinarmi alla tartaruga senza spaventarla. La osserviamo in silenzio mentre, aiutandosi con le pinne, scava una buca nella sabbia. Ci vuole tempo, poi evidentemente il rettile decide che la "nursery" è abbastanza profonda e inizia a deporvi le uova che porta in grembo. Quando ha finito, ricopre la buca e torna in mare. Mi viene un groppo in gola mentre guardo la tartaruga scomparire tra le onde. La commozione aumenta quando la mia guida mi spiega che l'animale non tornerà a tutelare l'incolumità dei piccoli. «Le uova rimangono sotto la sabbia circa due mesi prima di schiudersi, poi le tartarughe neonate escono dalla buca e raggiungono l'oceano, difendendosi dai predatori, soprattutto granchi e uccelli. Il mio compito è proteggerle, le considero un po' come dei figli», mi confida Matombe mentre pianta nella sabbia un cartello per indicare ai turisti che lì sotto c'è un nido da non profanare.

Anse Georgette, una delle spiagge più belle del mondo

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Il tempo di salire a bordo di un minuscolo carter elettrico e in pochi minuti arrivo in un vero paradiso: Anse Georgette (nella foto), tra le spiagge più belle del mondo. Qui le correnti sono forti: per evitare rischi, non faccio il bagno, ma mi siedo sulla battigia sottoponendomi a uno sferzante idromassaggio. Dopo questa pausa ristoratrice, ancora qualche chilometro ed ecco la Vallée de Mai, una foresta primordiale Patrimonio dell'Umanità Unesco.

Coco de mer: una palma da record

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Nella Vallée de Mai crescono oltre 50 specie vegetali endemiche, tra le quali la Lodoicea maldivica, più nota come coco de mer, cioè una palma da record: vive infatti più di 1.000 anni, è alta 30 metri e produce un frutto che pesa fino a 20 chili. Visto che quest'ultimo ricorda un bacino femminile, la sua forma viene riprodotta in un'infinità di portafortuna. Credenze a parte, ha una caratteristica peculiare: se cade in mare, migra per migliaia di chilometri, trasportato dalle correnti. Addirittura, un tempo si pensava che il cocco in questione provenisse da un albero sottomarino, custodito da un pericoloso drago.

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La Digue, un'isola da girare a piedi e con la bici

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Sono trascorsi solo due giorni da quando sono alle Seychelles, ma ho ritrovato un senso di appartenenza alla natura che mi manca molto, nel quotidiano. Una sensazione destinata ad amplificarsi appena sbarco a La Digue, isoletta a soli cinque chilometri da Praslin: in questo lembo di terra, le auto sono bandite: le poche strade asfaltate sono percorse da carri trainati dai buoi, il mezzo di locomozione più diffuso insieme alle biciclette.

Grande Anse, Petite Anse e Anse Source d'Argent: i "gioielli" di La Digue

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Non mi resta che adeguarmi e noleggiare, presso il molo di La Digue, una due ruote per andare alla scoperta delle spiagge più belle, da Grande Anse, ideale per prendere il sole, a Petite Anse, poco più a nord. Per finire in bellezza, raggiungo Anse Source d'Argent (nella foto), punteggiata di rocce di granito e degna della sua fama a livello mondiale. Un solo difetto, se di difetto si può parlare: è un po' troppo affollata quando l'alta marea la sommerge parzialmente.

Victoria, capitale delle Seychelles

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Prossima tappa: l'isola di Mahé, la più grande e urbanizzata delle Seychelles, dove sorge la capitale Victoria, unico centro abitato di una certa importanza in tutto l'arcipelago. Seguendo i consigli delle guide turistiche, vado a vedere la Torre dell'orologio (nella foto): risale al 1903 e riproduce, in piccolo, quella che sorge sul Vauxhall Bridge di Londra (le isole Seychelles, oggi indipendenti, sono state una colonia inglese). Proseguo verso il mercato, vivace e affollato da gente locale cordiale, sorridente e rilassata, che qui compra pesce freschissimo, spezie, erbe aromatiche, frutta e verdura.

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Gli splendidi panorami del Morne Seychellois National Park

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Dopo questo bagno di folla e di auto (sembra incredibile, ma a Victoria si rischia di rimanere imbottigliati nel traffico!), proseguo verso occidente, nella parte dell'isola che meglio conserva il paesaggio primordiale. Qui infatti, oltre al lussureggiante Morne Seychellois National Park (che racchiude il 20 per cento del territorio di Mahé), c'è il Port Launay Marine National Park, un parco marino adatto a snorkeling e immersioni sulla barriera corallina.

In kayak alla scoperta della Port Launay Mangrove Wetland

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Collocato a ridosso di queste aree naturalistiche c'è il Constance Ephélia, un resort cinque stelle che occupa parte della Port Launay Mangrove Wetland, una delle poche foreste di mangrovie rimaste (le altre sono state eliminate per fare posto agli insediamenti umani). Per scoprire la flora e la fauna che abitano questo ecosistema umido, salgo su un kayak insieme a un esperto naturalista. Partiamo dalla South Beach, una delle due spiagge all'interno del resort, poi ci dirigiamo verso il fiume (nella foto) . Mentre lo risaliamo remando controcorrente, la guida mi indica sette specie diverse di mangrovie e numerosi granchi e pesci che si annidano tra le radici di queste piante periodicamente sommerse dalle maree. Il silenzio è totale, interrotto solo dal canto di qualche uccello. L'ideale per lasciar correre liberi i pensieri: non ho voglia di salire sull'aereo che mi riporterà a casa. Quasi quasi torno a Praslin per vedere se c'è qualche tartarughino che ha bisogno del mio aiuto per iniziare la sua avventura nell'oceano...

Dove dormire a Mahé: Constance Ephélia resort

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Affacciato sul Parco nazionale marino di Port Launay, nell'isola di Mahé, e circondato da alture coperte di vegetazione lussureggiante, il Constance Ephélia accoglie i visitatori in 267 tra suite e villas, perfettamente integrate nel paesaggio. Le Family Villas e le Beach Villas si trovano nella parte pianeggiante dell'enorme e verdissima proprietà, mentre le Hillside Villas (nella foto) sono sulla collina e offrono una vista spettacolare sull'oceano, soprattutto al tramonto. A disposizione degli ospiti, cinque ristoranti che propongono cucina di altissimo livello (cinese, sushi, piatti mediterranei o mediorientali e, naturalmente, specialità preparate con pesce e crostacei locali), cinque bar, un parco naturale di 296 acri, due spiagge deliziose dalle acque cristalline e una grandissima e ottima spa (5.000 metri quadrati), dove ci si può sottoporre a svariati trattamenti effettuati con prodotti del marchio Ymalia, organici o specificamente studiati per ristabilire l'equilibrio interno del corpo.

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Dove dormire a Praslin: Constance Lémuria resort

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Situato a soli cinque minuti d'auto dall'aeroporto di Praslin, ma immerso in un'atmosfera magica, da sogno, il Constance Lémuria è un resort adatto a chi ama la natura. Al suo interno racchiude infatti un litorale sabbioso dove le taruarughe marine nidificano in totale libertà e sicurezza e una delle spiagge più belle delmondo, Anse Georgette, ancora totalmente selvaggia e circondata da una natura rigogliosa e verdeggiante. In tutto le suite e le ville per gli ospiti sono 105 e tre i ristoranti (dei quali uno tra le rocce, a picco sul mare). Il resort è famoso anche per il campo da golf a 18 buche (mitica la n° 15, situata su un'altura con vista mozzafiato proprio su Anse Georgette) e la spa con una vasta gamma di trattamenti.

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