Il mare è pieno di plastica. Cosa possiamo fare contro l'inquinamento? c'è chi decide di passare all'azione con una nuotata attraverso il Pacifico, dal Giappone alla California, lunga 8.851 chilometri, otto ore al giorno per sei mesi. Un tempo interminabile, se misurato in bracciate, ma che non è nulla in confronto ai 450/500 anni necessari perché il mare dissolva una singola bottiglietta di plastica. Lo dice Greenpeace, e Benoît Lecomte (benlecomte.com), il 51enne francese che ha già attraversato l’Atlantico a nuoto, lo sa bene. Tanto che, dopo l’impresa del 1998 (73 giorni tra le onde per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro), ha deciso di tuffarsi e sfidare nuovamente squali e correnti marine in una traversata ancora più no limits, The longest swim, la grande nuotata, la più lunga di sempre (attualmente in corso), per sensibilizzare il mondo nei confronti della plastica che avvelena gli oceani. E anche noi.

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I numeri, in effetti, fanno paura: ogni anno, dice l’Onu, sono 8 milioni le tonnellate di plastica che finiscono nei mari del mondo. Tanto che Lecomte, nella sua impresa, attraverserà anche il Great Pacific garbage patch, o Pacific Trash Vortex, l’enorme chiazza di immondizia galleggiante nel Pacifico composta soprattutto da plastica, la cui estensione secondo alcune stime supera quella degli Stati Uniti. Non pensate, però, che il problema non ci tocchi da vicino. «È plastica il 95 per cento dei rifiuti nel Mediterraneo», ammonisce il Wwf, «ed entro il 2050 potrebbe esserci più plastica in mare che pesci».

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Photo by Jon Tyson on Unsplash

Plastica che non si limita a deturpare mare e spiagge: «Nel Mediterraneo sono 134 le specie vittime di ingestione da plastica, tra cui le tartarughe marine, che scambiano i sacchetti per prede», spiega il Wwf. Ma c’è un rischio ancora più insidioso, legato alle «particelle di plastica di diametro o lunghezza inferiore ai 5 mm, prodotte dall’industria (come le microsfere usate nei cosmetici), o che derivano dalla degradazione in mare di oggetti di plastica più grandi», spiega il rapporto Plastics in seafood di Greenpeace. Microplastiche che, ingerite dagli organismi marini arrivano fino al nostro piatto. Secondo Greenpeace, l’impatto sulla salute umana è ancora tutto da indagare ma, nel dubbio, vale il mantra delle tre R: ridurre (l’uso di plastiche), riciclare e raccogliere. Insomma, per salvare gli oceani agisci prima persona. Come ha suggerito il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «Quest’estate, in spiaggia, raccogliete la plastica che trovate. E gettatela nella raccolta differenziata». Sul fronte della riduzione di

Contro la plastica in mare, cosa possiamo fare

PLASTIC FREE CHALLENGE. Dal 4 ottobre 2018 il ministero dell’Ambiente sarà plastic free: il ministro Costa invita le istituzioni a fare altrettanto e ogni cittadino a inviare un tweet con l’hashtag #PFC e #iosonoambiente, spiegando il proprio impegno per liberarsi dalla plastica. Il ministero punta in ogni caso a emanare una serie di misure contro la plastica monouso. minambiente.it/content/plastic-free-challenge Tra le prossime iniziative,

FESTAMBIENTE. Uno dei temi portanti della festa di Legambiente, che quest'anno festeggia il trentennale e si terrà dal 10 al 19 agosto 2018 a Rispescia (GR), sarà proprio l’emergenza plastica in mare. festambiente.it

SPIAGGE PLASTIC FREE. Per tutta l’estate il Wwf coinvolge i cittadini nel suo tour di pulizia delle spiagge italiane. wwf.it/plastica_nel_mediterraneo.cfm

BASTA CANNUCCE DI PLASTICA E PLASTICA MONOUSO. Grazie alla campagna #Ecocannucce #Strawfree di Marevivo (per aderire: marevivo.it/news/ecocannucce-923) esercenti, bar e ristoranti si impegnano a non distribuire cannucce di plastica
ai clienti
, a causa del loro impatto letale sulla fauna marina. Ad agosto 2018 sono già un milione le cannucce che non hanno inquinato il nostro mare.
Tra le realtà che hanno intenzione di combattere contro l'inquinamento da plastica, Starbucks ha annunciato che entro il 2020 eliminerà tutte le cannucce di plastica usate nei propri negozi nel mondo, il che significa l’effettiva eliminazione di oltre 1 miliardo di cannucce l’anno. Farà ancora più in fretta Meliá Hotels International, che ha annunciato la messa al bando di bottiglie (le sole bottiglie di plastica smaltite da Melià nel 2017 sono state più di 22 milioni), bicchieri, sacchetti, cannucce e sottobicchieri in plastica in tutti i 380 hotel del gruppo entro il 2018. Saranno sostituiti da varianti biodegradabili o riutilizzabili.

Shopping senza plastica

Create con l’innovativo materiale Parley Ocean Plastic, le Ultraboost Parley di Adidas sono ottenute riciclando rifiuti plastici, recuperati prima che raggiungano le spiagge (adidas.it/parley).

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Courtesy Photo
Le scarpe Adidas Parley.

Beauty a impatto zero? Milano è la città che dal 1° giugno 2018 ospita il primo Lush Naked Shop al mondo, un negozio dove tutti i prodotti presenti sono completamente privi di packaging.

Il negozio Lush in via Torino, 42 a Milano si è svestito per trasformarsi in un luogo di scambio e confronto, dove si alternano per tutta l’estate conferenze e laboratori per aprire un dialogo sul tema dello spreco, soprattutto legato alla plastica; l’obiettivo è quello di confrontarsi tutti insieme per condividere consigli ed esempi volti a condurre uno stile di vita più sostenibile, per fare qualcosa in prima persona. La bomba da bagno Turtle Jelly Bomb è il simbolo di questo cambiamento: ogni anno infatti tante tartarughe di mare muoiono proprio a causa della plastica, che scambiano per cibo.