Alcuni piatti al ristorante non vanno ordinati. Almeno così dice il senso comune. Le polpette, per esempio: ci sono storie e storie su come vengano realizzate le polpette di carne nei ristoranti e tutte le versioni sono poco appetibili, diciamo così. I conigli, poi, tassativamente vietati perché, a quanto sembra nel piatto potresti trovare un gatto. E pure i fritti, se il ristorante non è di ottima qualità, sarebbero da evitare perché potrebbero essere stati preparati in olio usato e riusato. Verità o semplici leggende metropolitane? Il confine è molto labile. Tuttavia degli chef e gastronomi famosi mettono in guardia dall'ordinare alcuni cibi al ristorante.

Secondo James Briscione, direttore del Culinary Research dell'Institute of Culinary Education di New York, è meglio non chiedere mai la carne ben cotta perché a nessun cuoco piace cucinarla. E spiega: "In genere per la carne ben cotta vengono usati i pezzi meno pregiati, quelli troppo sottili o troppo duri". Briscione, inoltre, consiglia di evitare qualunque piatto che usi olio di tartufo. Il motivo? L'olio di tartufo solitamente… non contiene tartufi! È prodotto con sostanze chimiche di vario tipo. Tuttavia il solo fatto che sul menù ci sia la parolina "tartufo" fa lievitare di molto il prezzo. Se poi siete all'estero, negli USA soprattutto, non ordinate gli hamburger alla moda. Costano tanto, a volte tantissimo perché sono alla moda, appunto, ma, di fatto non sono niente di che.

Una trattazione a parte meritano le cozze. Mary Dumont, chef e proprietaria del Cultivar di Boston, afferma che non le ordina mai al ristorante. E le fa eco il celebre chef Antony Bourdain che nel suo libro Kitchen confidential. Avventure gastronomiche a New York sostiene di ordinare le cozze in un ristorante solo se conosce personalmente lo chef.

A proposito di pesce, non ordinate mai la specialità della casa, soprattutto se è lunedì! È assai probabile che il pesce usato non sia freschissimo, visto che gli ordini si fanno soprattutto per il week-end. Per Silvia Barban, executive chef di Aita e LaRina, alcuni ristoranti usano la "specialità della casa", sia di pesce che di carne, per svuotare il frigo! Insomma, succede un po' come racconta Vamba ne Il giornalino di Gian Burrasca a proposito della "minestra di magro alla casalinga del venerdì" che tanto piaceva ai ragazzi, realizzata con l'acqua in cui erano stati lavati i piatti dell'intera settimana: "In questa caldaia si comincia a rigovernar la domenica e si dura fino al giovedì, sempre nella medesima acqua; e capirai bene che quando si arriva al venerdì l'acqua non è più acqua, ma è un brodo da leccarsi i baffi...".