Durante il Salone del Mobile 2018 e il Fuorisalone, Milano si trasforma in un osservatorio degno di uno studio socio-antropologico da università americana. Per la serie: oltre alle sedie di design c’è di più. Un’occasione unica e irripetibile per fare people-watching zigzagando tra i tipi umani che lo popolano.

Il designer scandinavo di età indefinibile

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Quasi sempre vestito di nero, spesso con un dolcevita alla Amleto anche se il termometro supera i venti gradi, il designer scandinavo di età indefinibile si aggira elegante, discreto e inavvicinabile. Parla pochissimo e quando lo fa, lo fa solo con la sua assistente personale.

La giapponese ultra-chic

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Capelli luminosi e impeccabili, occhiali da vista con montatura che costa più di un volo A/R per Tokyo, camminata leggiadra e delicata. Cosa ci faccia esattamente al Salone la giapponese ultra-chic è quasi impossibile capirlo, potrebbe avere qualsiasi ruolo e nessuno al tempo stesso.

La coppia di arredatori newyorchesi da copertina

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Belli, bellissimi, alti, abbronzati, hanno denti così bianchi che se ti ci metti vicino riflettono il sole, ridono spesso e si entusiasmano con estrema facilità per tutto ciò che fa molto “Italia”.

I morti-di-gadget

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Dove c’è un gadget omaggio, loro ci sono. Poco importa se si tratta di uno strano braccialetto in un materiale improbabile che neanche quelli delle uova di Pasqua, poco importa se di shopping bag con scritto “Design Week” ne hanno già a decine: i morti-di-gadget proprio non possono controllarsi.

Gli studenti che si muovono solo in gruppo

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Pianificano la loro esplorazione di Salone e Fuorisalone con almeno due mesi di anticipo. Escono di casa insieme, prendono la metro insieme, si dividono la schiscetta, non si separano neanche per andare a fare pipì. Li riconosci perché, oltre alla questione branco, citano ogni due per tre qualcosa che un loro professore ha detto durante l’ultima lezione di design industriale.

I confusi e perplessi

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Come in un girone dantesco, i confusi e perplessi vagano smorti e preoccupati sognando il momento in cui potranno finalmente tornare a casa e smetterla di fingere di aver capito che quella che sembra una lampada da tavolo è in realtà un frullatore a energia eolica.

I malati di hi-tech

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Possono passare a fianco della più bella delle poltrone mai disegnate nei secoli, a loro non fregherà niente. I malati di hi-tech si emozionano solo quando c’è uno schermo che si illumina e qualche strano algoritmo che sceglie per te quale porta carta igienica mettere in bagno.

Gli snob alternativi

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Hanno il monopolio della morale, sono eco-sostenibili anche quando starnutiscono, guarderebbero dall’alto in basso persino il Dalai Lama. Spesso indossano strani abiti sformati che li fanno apparire come semi divinità e disdegnano praticamente tutto.

Gli snob datati

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Le signore in tailleur, perle, permanente da ampliamento del buco dell’ozono, i signori in giacca sartoriale e con il sigaro sempre appeso alle labbra. Se c’è un evento loro la fila non la fanno, si creano spazio a suon di gomitate di lusso e mentre gridano il loro cognome importantissimo all’inconsapevole buttafuori ti riempiono di cenere e profumo anni Ottanta.