Su Facebook dilagano estorsioni e vendette a sfondo sessuale: e le vittime di fenomeni come sextortion e revenge porn sono principalmente gli adulti. Lo ha svelato il quotidiano inglese The Guardian, venuto in possesso di alcuni file segreti: in un solo mese la piattaforma di Mark Zuckerberg ha verificato 54.000 casi e disattivato 14.000 account falsi.

«Non criminalizziamo Facebook, che anzi è tra i network più collaborativi in presenza di reati, ma l'intera Rete è un territorio a rischio, se non usata in modo consapevole», dice Paola Capozzi, dirigente del compartimento Polizia postale di Torino. «Le vittime sono donne e uomini, ma in modo diverso. Gli uomini cadono nella sextortion perché indotti da falsi profili a forme di autoerotismo: sono convinti di essere anonimi, ma chi estorce sa tutto di loro e li ricatta. Le donne, invece, sono più facilmente prede di truffe sentimentali: si invaghiscono di un galantuomo virtuale e sborsano denaro reale, alcune sono talmente ingenue da restare comunque innamorate di chi le ha ingannate».

Come difendersi da sextorsion e revenge porn

Il modo di difendersi c'è, prosegue Capozzi: «Conoscersi dal vivo e poi in Rete, non viceversa; limitare i contatti con gli sconosciuti; non cedere a richieste di denaro neanche in caso di ricatto con foto hot, sarebbe solo l'inizio dell'incubo. Meglio contattarci subito: è assicurata la discrezione. Vale sempre una regola generale: nessuno di noi lascerebbe la porta di casa aperta invitando gli sconosciuti a entrare, non fatelo neanche nella vita virtuale».

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Altre preziose indicazioni vengono da Francesca Bosco, esperta internazionale di cybercrime: «Leggete la Guida per la sicurezza online sul sito Chaynitalia.org, impostate la privacy sui social network, fate sempre log out (uscire dal proprio profilo per riaccedervi la volta successiva usando user id e password) e usate sempre password sicure. Cliccando su howsecureismypassword.net potete verificare immediatamente quanto lo siano».