La scrittrice Barbara Alberti risponde alle lettrici e ai lettori di Gioia! che vogliono sottoporle i loro problemi di cuore: scrivetele all'indirizzo maleducazione.sentimentale@hearst.it. Ecco il suo consiglio a una donna che si sente usata dai due uomini con cui fa sesso: il marito e l'amante.

La lettera

«Mio marito, a 30 anni, prima di incontrare me, aveva avuto solo due rapporti fisici con donne, la sua vita sessuale era tutta virtuale: sesso in rete e visione di materiale porno. Un onanista convinto. L'amore lo ha convertito a un rapporto ravvicinato, e fra noi c'è stata un'intesa vera, anche se costellata da fantasie con altri: non eravamo mai soli nel nostro letto, popolato da partner immaginari. Alla fine l'ho tradito con un uomo "normale", che non aveva bisogno di quell'armamentario fantasmatico. Lui lo ha scoperto, dopo una scenata violenta ha voluto sapere cosa facevo con l'altro, e ora fa l'amore con me solo se glielo racconto. L'ho detto al mio amante, ora anche lui vuole sapere cosa facciamo io e mio marito, e le sue prestazioni diventano più brillanti. Passo dei bei momenti con entrambi, in questa maratona erotica, ma a volte mi sento un po' usata, e vagheggio di mollarli tutti e due e cercarmi un ragazzo semplice, all'antica, che voglia fare l'amore in due». (Sonia)

Risponde Barbara Alberti

Ma no, nessuno qui è usato, o lo siete tutti. Tu sei il tramite di una felice intesa fra maschi che fanno sesso attraverso di te, in un modo che vi appaga di più in questa forma indiretta, che se lo faceste serenamente in tre. Per ora l'equilibrio è perfetto.I due maschi sono diventati l'uno il voyeur dell'altro, e chi li ferma più? Sono entusiasti di un gioco che li risveglia. Attraverso di te ognuno dei due tradisce ed è tradito. E anche tu, da loro due: ne deriva una forte spinta erotica. Non è questa la felicità, quando un maniaco sessuale ne incontra un altro (anzi due)? Non dico maniaco in senso deteriore o patologico, maniaco nel senso di appassionato, dedito, votato. L'affabulazione erotica è per voi più importante dell'atto in sé, che ne diventa solo un corollario. Non credo alla tua nostalgia di un «ragazzo semplice», ormai ti annoierebbe a morte, presa come sei da questo intreccio di cui sei il leader, il direttore d'orchestra, la protagonista assoluta.