Lena Dunham, Susan Sarandon e Whoopi Goldberg sono le pazienti più famose, ma l'endometriosi riguarda almeno 70 milioni di donne nel mondo (3 milioni solo in Italia) senza distinzione di Paese o classe sociale. Per sensibilizzare la gente su questa patologia, il 19 Marzo, in occasione della terza Giornata mondiale dell'endometriosi, in 50 città da San Francisco a Londra ci sarà la Worldwide endo march. Per l'Italia l'appuntamento è a Roma, con ritrovo in Piazza del Popolo (Metro A, Flaminio) alle ore 12.00 (qui la pagina ufficiale Facebook dell'evento dove verranno postati gli aggiornamenti).

Che cos'è l'endometriosi

Per ragioni ancora in parte sconosciute, nell'organismo di alcune donne avviene una migrazione della mucosa uterina, l'endometrio, in altre parti del corpo come ovaie, intestino, vescica e nervo sciatico. Durante le mestruazioni, l'endometrio sanguina ovunque si trovi, con una sinistra sintonia che produce irritazioni, cicatrici e aderenze tenute insieme da dolori acuti, persistenti e invasivi. Per il 30 per cento delle donne colpite l'endometriosi è una malattia invalidante, che intacca il benessere psicofisico, complica e talvolta rende impossibile la vita sessuale, intralcia il lavoro e mette a dura prova la socialità. Per essere gestita, questa malattia richiede cure costose (circa 500 euro al mese), forza e consapevolezza.  

Come si riconosce l'endometriosi

È il dolore il sintomo sovrano, presente durante il mestruo, l'ovulazione, il rapporto sessuale, quando si urina o si va di corpo. I sintomi non vanno sottovalutati e prima si interviene meglio è. E invece oggi ci vogliono dai 7 ai 9 anni per una diagnosi definitiva: perché? «A causa di un retaggio culturale che considera normale soffrire durante il ciclo. La patologia non è riconosciuta da tutti i ginecologi, tantomeno dai medici di base o dagli specialisti: adesso gli ortopedici allertati dai tanti corsi di informazione che stiamo facendo sanno che una sciatica senza ernie al disco è un chiaro sintomo di endometriosi», spiega l'esperto.

Come si cura l'endometriosi

Nei casi più gravi, funziona solo la chirurgia. E dall'Italia parte una speranza universale: Marcello Ceccaroni, 42 anni, illuminato primario di ginecologia del Don Calabria a Negrar, vicino Verona, ha messo a punto un metodo nerve sparing che il mondo ci copia: è una tecnica che è radicale sull'endometriosi, ma preserva le funzioni nervose delle aree coinvolte. Sempre a Negrar, ospedale d'eccellenza per l'endometriosi, è praticata la tecnica mini invasiva di radio frequenza tramite aghi, usata solo per le adenomiosi focali, ovvero le infiltrazioni di endometriosi nel muscolo uterino: «Diamo un contributo importante all'eliminazione del dolore cronico e dell'infertilità», dice Ceccaroni. Non potere avere figli, infatti, è una delle conseguenze più diffuse per chi soffre di endometriosi.

Rimedi alternativi per l'endometriosi

Ceccaroni è tassativo: «La chirurgia riguarda solo i casi più gravi. Per il resto non esiste una pillola magica. Per ogni paziente va ritagliata una cura specifica, che spesso comprende una terapia ormonale». Esistono cure di medicina naturale? «Sì, come supporto alla cura: agopuntura, fitoterapia, yoga, dieta anti infiammatoria - cibi crudi, frutta fresca, verdure, cereali integrali, pesce e poca carne rossa, no latticini e zero alcol - aiutano a ridurre alcuni sintomi. Anche in questo caso, per ogni donna va individuata la terapia integrativa adatta». L'endometriosi non è ereditaria né genetica, ma ha una tendenza di "aggregazione familiare".

A chi rivolgerti  se hai l'endometriosi

A Negrar c'è un sistema integrato per diagnosi e cura. Ma anche nel resto d'Italia nascono ambulatori dedicati: per sapere dove si trovano, si possono consultare i siti web sempre aggiornati, creati dalle stesse pazienti che collaborano con gli esperti. Tra i più noti: Ape, associazioni progetto endometriosi,  oppure Endoassoc che promuovono conoscenza, incontri e costruiscono networking. Ceccaroni sconsiglia invece di affidarsi a singoli blog, spesso fuori controllo.