Star bene significa mantenersi in una condizione di continuo bilanciamento di fronte ai cambiamenti della vita emotiva e biologica. Ma queste trasformazioni per l’organismo sono un vero e proprio lavoro! Richiedono energia, le cui riserve non sono inesauribili: in una situazione di down le ghiandole surrenali producono, per compensazione, più adrenalina e glicocorticoidi, sostanze sempre presenti quando l’organismo si sente minacciato. Le cellule cerebrali registrano uno stato di allarme protratto nel tempo ed entrano in crisi memoria, attenzione, umore. Sono in grado di regolare questo complesso meccanismo le piante adattogene che crescendo nelle zone artiche o nei deserti, hanno sviluppato una grande resilienza, capacità di tornare in condizioni fisiologiche corrette dopo uno stress. Una caratteristica che riescono a veicolare anche nel nostro organismo. A differenza degli psicofarmaci e delle erbe psicotrope, come la valeriana o la melissa, non agiscono soltanto sui sintomi, ma sui sistemi biologici che li generano.

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Le piante adattogene più comuni e usate

La rodiola rosea che cresce nelle gelide terre della Siberia orientale, della Scandinavia e Alaska già nel passato veniva usata per ritrovare il buonumore. La sua radice è un antidepressivo perché ricca di simil-zuccheri e altre sostanze come 5-Http, precursore della serotonina che agisce positivamente sui meccanismi della felicità. Alla rodiola si attribuisce inoltre la capacità di aumentare la concentrazione di betaendorfine nel sangue, molecole che attivano emozioni di gioia e benessere. L’eleuterococco, facilmente reperibile allo stato selvatico in Russia e nella fredda taiga, sottobosco di conifere diffuso nel nord della Cina combatte gli stati di sonnolenza e distrazione: la sua radice contiene glicosidi e altri composti attivi coinvolti nel ciclo della dopamina e dell’adrenalina che interagiscono con i centri cerebrali del piacere. La lessertia che si trova nelle regioni dell’Africa del Sud e nel deserto del Kalahari, era già conosciuta dai boscimani San per le sue proprietà calmanti e rasserenanti. I suoi effetti anti-ansia sono da attribuire ai precursori della serotonina che intervengono positivamente sui sistemi che regolano umore e dinamiche di rilassamento.

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Le piante adattogene perché e come usarle

Quasi fossero dotate di un’intelligenza riparativa ingegneristica grazie alla loro biochimica, ottimizzano la produzione ormonale e il funzionamento di organi, tessuti, sistemi. Più semplicemente potremmo dire che le piante adattogene insegnano al corpo a produrre molecole che consentono di stare bene, reagire con equilibrio e determinazione di fronte ai problemi. Sono particolarmente efficaci sotto forma di estratto secco, capsule o polveri, preparazioni ottenute attraverso l’estrazione dei principi attivi con il sistema dell’evaporazione.