Ci sono stati d’animo, vere e proprie patologie, che ci portano a ripetere continuamente le stesse azioni. Nel linguaggio comune le chiamiamo “fissazioni” ma in psicologia tutto questo ha un nome scientifico preciso: disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese obsessive-compulsive disorder).

Secondo le statistiche, almeno l’80% dei pazienti ossessivi ha ossessioni e compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire). Sono caratterizzati da ripetitività, frequenza e persistenza della attività ossessiva (i pensieri intrusivi si ripresentano alla mente con frequenza e permangono in modo duraturo e continuo). È stato dimostrato che nei pazienti affetti da tale patologia è evidenziata una disfunzione nella trasmissione della serotonina tra i neuroni cerebrali. Può essere biologica o acquisita in persone geneticamente predisposte.

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Ossessioni e compulsioni

Le ossessioni si manifestano all’improvviso, frequentemente e contro la volontà del paziente, e spesso provocano reazioni di ansia, paura o vergogna. Fanno parte delle ossessioni pensieri o immagini ricorrenti riguardanti la sfera religiosa, sessuale o comportamentale, come ad esempio il fare del male a qualcuno, anche persone a noi vicine come parenti o amici, e ancora l’immaginare comportamenti sconvenienti in pubblico o ancora sessuali con persone all’interno o all’esterno della cerchia delle proprie conoscenze. Sfortunatamente questi pensieri ossessivi sono fonte di distrazione e preoccupazione.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che permettono alla persona di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni. Tra le più comuni c’è quella di lavarsi le mani oppure accumulare oggetti, riordinare, controllare (ad esempio la porta di casa se è chiusa, la valvola del gas, ecc…), cantare, pregare, ripetere formule di varia natura ma a noi, e spesso solo a noi, note. Nei casi più patologici il sollievo che queste azioni ripetitive danno è solo passeggero: le ossessioni finiscono per tornare e il ciclo riprende come un disco incantato.

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Come curare il disturbo ossessivo compulsivo?

Come in tutti i casi, la terapia farmacologica, effettuata con antidepressivi, è l’ultima carta da giocare e comunque mai sufficiente al 100% per uscire dalla patologia. Un trattamento efficace del DOC dovrebbe concentrarsi non sulle preoccupazioni del paziente, ma sulle sue convinzioni metacognitive. Ecco perché l’uso di farmaci va sempre accompagnato unitamente alla psicoterapia. Anzi, per tutti gli esperti, un aiuto psicologico è preferibile, sempre.

Quando il percorso terapeutico è avviato, il supporto di familiari e amici è sempre importante e necessario. Ecco perché molte delle sedute vengono affrontate a contatto con i propri familiari che risultano essere basilari nel superamento del disagio. Allo stesso livello va messa la terapia di gruppo con altre persone che soffrono di DOC perché aiuta, così come tutte le altre dipendenze, vedi alcolismo o droga, a darsi forza l’uno con l’altro, mettendo in comune sia gli stati d’animo ma anche le esperienza per superare le crisi.

Tra le cure giudicate migliori negli ultimi anni si è fatta strada la terapia cognitivo comportamentale. Si tratta, per dirla in breve, in una sorta di terapia d’urto, almeno nella sua fase iniziale, che prevede l’esposizione alla compulsione. Se la fissazione è legata all’igiene e porta a lavarci continuamente, si cerca di mettere il paziente già nella condizione di ossessione, ad esempio toccando un oggetto sporco, e quindi lo si distrae dall’immediata compulsione di doversi lavare le mani. Nella seconda fase cognitiva vanno analizzati i pensieri e gli impulsi ossessivo compulsivi cercando, con il tempo, di abbassarne l’importanza e le ripercussioni sulle nostre azioni, magari facendo qualcosa d’altro nel momento in cui si manifestano.

Ribadiamo per l’ennesima volta che è sempre sconsigliabile il fai da te: rivolgersi a un esperto è la scelta migliore, per stare bene con se stessi e bene con gli altri.