Un bambino su mille può presentare disturbi dello spettro autistico, con prevalenza nel sesso maschile, a prescindere dalla popolazione e dal territorio di appartenenza. Di autismo infantile si è parlato molto negli ultimi anni, soprattutto per la diffusa opinione che ci sia una correlazione stretta tra questo disordine e la somministrazione dei vaccini ai bambini in età pediatrica (peraltro smentita dagli esperti). I disturbi si possono presentare fino ai 18 anni d'età, ma ci sono dei campanelli d'allarme cui i genitori devono prestare attenzione per diagnosticare precocemente la malattia.

Autismo: cos'è  

La parola autismo fu utilizzata per la prima volta dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, indicando una delle principali caratteristiche di questo disordine, ossia l'avviluppamento delle attività mentali in un mondo interiore. Il bambino autistico mostra un'alterazione del comportamento, della comunicazione e del linguaggio. A causa della mancata relazione col mondo esterno, tende a eseguire attività ripetitive e ad avere un limitato spettro di interessi. 

Riconoscere i sintomi  

È possibile riconoscere precocemente i segni dell'autismo? Un neonato con un normale sviluppo, intorno ai 6 mesi sorride all'estraneo, manifesta gioia e comincia a emettere lallazioni, cioè i suoni tipici dei neonati che non sanno ancora parlare, mentre a 9 mesi il bambino è in grado di seguire i suoni e capire le espressioni facciali. A un anno è capace di rispondere se chiamato per nome, formulare richieste elementari, indicare oggetti o persone e salutare. L'assenza di queste capacità, tutte insieme, è il segno della presenza di un probabile disordine dello spettro autistico. 

Altri segnali  

Questi deficit aumentano con la crescita, per cui il bambino sarà disinteressato al mondo esterno, non saprà instaurare un contatto con gli altri e avrà difficoltà a esprimere i suoi sentimenti. Il ritmo del linguaggio verbale potrebbe essere alterato, spesso è presente una ripetizione di alcune frasi o parole e risponderà alle domande ripetendole, invece di interagire. Manifesterà anche comportamenti rigidi e stereotipati e un attaccamento a certi oggetti e determinati rituali, che rappresentano una barriera di difesa dal mondo esterno.

Come intervenire  

Quando uno o entrambi i genitori rilevano segni che destano preoccupazione è bene che ne parlino al pediatra di base, che procederà a prescrivere le indagini necessarie. Sarà il neuropsichiatra infantile a prendere in carico il bambino. Recenti ricerche, infatti, documentano che un intervento precoce sui bambini affetti da autismo permette progressi enormi rispetto a bambini con altri gravi disturbi neurologici dello sviluppo. Non esiste una cura specifica per questo disturbo, ma équipe medica, famiglia e scuola sono fondamentali nel trattamento comportamentale che riduce le difficoltà del soggetto autistico, garantendo un miglioramento nella qualità della vita. 

Correlazione con i vaccini  

Sulla presunta relazione stretta tra vaccino e autismo è stato più volte necessario l'intervento della comunità scientifica, che si è appellata al buonsenso dei genitori, invitandoli a sottoporre i neonati alla vaccinazione. Infatti non ci sono evidenze scientifiche del fatto che i vaccini abbiano un ruolo di fattori scatenanti. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo rapporto 2016, ha bollato come frode uno studio condotto alla fine degli anni 90 di parere diverso. Hanno Invece una incidenza precisa fattori genetici e ambientali.