Il krav maga, letteralmente «combattimento a corta distanza», è una metodologia di autodifesa, o più specificamente di lotta, israeliana. È stata infatti ideata e messa a punto da Imi Lichtenfeld, un ex istruttore capo per l'addestramento fisico delle forze armate di Tel Aviv. Più che un'arte marziale, il krav maga è piuttosto una disciplina di adattamento alla lotta da strada, un insieme di strumenti utili a districarsi in situazioni di attacco e di violenza anche estreme. Qualcosa di molto diverso, dunque, da una disciplina morbida come il tai chi o dalla potenza elegante della boxe o della boxe thailandese.

Krav maga, il training

Con il krav maga ci si muove istintivamente, in un modo facilmente apprendibile da chiunque, per ovviare a eventuali minacce esterne con un'arma che, se sfruttata bene, può rivelarsi efficace e imprevedibile: l'improvvisazione. Nel krav maga l'allenamento è importante, ma lo è ancor di più usare la testa: pensare, riflettere, agire. Le mosse, gli stili di combattimento messi a punto da Lichtenfeld e perfezionate negli anni dai principali rappresentanti di questo particolare metodo di combattimento israeliano, sono orientati alla persona media. Nel corso delle lezioni – generalmente un corso di krav maga prevede una sessione settimanale di due ore, tre sessioni per i praticanti più esperti – si insegnano tutte le possibili reazioni difensive a ogni possibile situazione di minaccia e di attacco esterno. Si fornisce all'allievo la possibilità di scegliere tra una gamma di tecniche utilizzabili, sfruttando le risorse più adatte per quelle che sono le proprie caratteristiche fisiche, le proprie capacità.

Ma nel corso dell'allenamento krav maga si lavora anche con particolari esercizi alla costruzione cardiovascolare, allo sviluppo muscolare, al miglioramento della flessibilità. Stretching, ma non solo: gli esercizi mirati, specifici per questa particolare forma di lotta, comprendono movimenti sviluppati per migliorare velocità, precisione, coordinamento, resistenza, forza e destrezza. Secondo i principi del krav maga, prevenire è meglio che curare o, se si preferisce, la miglior forma di difesa è l'attacco.

Ecco perché il krav maga non è una forma di autodifesa in senso stretto: a differenza di judo, karate, kung fu, tae kwon do ed altre discipline tradizionali, l'arte marziale israeliana incoraggia e stimola ad attaccare più che a rispondere passivamente agli attacchi altrui. Non bisogna attendere di essere assaliti per difendersi, insomma. Ma praticarla può essere anche un semplice metodo per mantenersi molto in forma, visto l'allenamento intenso necessario.

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Krav maga, le tecniche

Principi e scopi del krav maga invitano a sviluppare le capacità utili a difendere e attaccare nel minor tempo possibile, a sfruttare i propri riflessi, a evitare lesioni, a colpire i punti vulnerabili dell'avversario, a usare tutto ciò che può essere utile nel corso del combattimento, dalle estremità del corpo agli oggetti di uso comune che si possono trovare a disposizione.

Le tecniche del krav maga invece insegnano a difendersi da calci, pugni, prese, attacchi multipli, attacchi con coltelli, mazze ed altre armi, tipiche situazioni che possono verificarsi in caso di aggressioni isolate, soprattutto con le donne nelle vesti di vittime designate.

Ma non solo. Nata in ambito militare, questa forma di lotta è naturalmente utile in situazioni specifiche per soldati o esponenti delle forze dell'ordine. Tra gli insegnamenti forniti, anche quello di riuscire a prevenire possibili fughe del proprio antagonista, oltre che – a sua volta – quello di riuscire a individuare in tempi rapidi una efficace via di fuga, utile a svignarsela qualora le cose dovessero mettersi male.

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Insomma, è il krav maga l'arte marziale più completa? Probabilmente no, se si considera che il krav maga in realtà non è neppure un'arte marziale nel senso letterale del termine, non ha aspetti agonistici né tanto meno una federazione internazionale che organizza incontri e combattimenti. Il krav maga, però, è probabilmente la disciplina più utile nelle situazioni di emergenza, perché fornisce gli strumenti e le competenze utili a cavarsela sempre e comunque, in qualsiasi eventualità.