Gli atleti delle olimpiadi sono sottoposti a pressioni inverosimili, allenamenti massacranti, sacrifici individuali enormi. Senza contare la pressione mediatica e le aspettative altissime che si riversano su molti di loro, soprattutto su chi ha già vinto una medaglia e non può deludere. 

A poche ore dall'apertura delle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro, abbiamo parlato con Paola Lausdei, la psicologa dello sport che segue la nazionale di canottaggio ed è coordinatrice del gruppo di lavoro in psicologia dello sport dell'Ordine degli Psicologi del Lazio.  

Trovare ogni giorno la giusta motivazione

Passo molto tempo con gli atleti, in acqua, in palestra, durante le riunioni e cerco di osservarli, di cogliere le tensioni, i problemi che inevitabilmente possono sorgere nel gruppo o individualmente.  Nella lunghissima preparazione che porta ad un'Olimpiade, sono 4 anni di lavoro intenso, può capitare che la stanchezza si faccia sentire, che ci sia un calo di motivazione, che intervengano altri fattori, come per esempio problemi familiari o personali.

È il momento di aiutare l'atleta a ri-focalizzarsi sui suoi obiettivi.  Ecco che si fa un'attività di Goal Setting, ovvero la programmazione per obiettivi: molto praticamente, insieme con l'allenatore, si stabilisce, con carta e penna, quali devono essere gli obiettivi a lungo, medio e breve termine. Quando c'è un calo di motivazione l'atleta va in confusione rispetto ai propri obiettivi, vede solo l'obiettivo finale – che in quel momento gli sembra irraggiungibile, creandogli frustrazione – e non quello a breve termine.  È dunque importante che impari a concentrarsi per gradi, va riportato su tutti i gradini della scala che ha davanti. Gli obiettivi devono essere chiari, raggiungibili, a volte li fissiamo anche a livelli  inferiori a quelli a cui l'atleta può aspirare, in modo che accumuli una serie di successi. Questo restituisce motivazione. È una nuova sfida e gli atleti hanno bisogno di mettersi alla prova.

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Federica Pellegrini

Gestione dell'ansia con il bio feedback

Più si avvicina la data della prestazione, più l'ansia può farsi sentire. Intendiamoci: gli atleti sono abituati all'ansia, sanno riconoscerla e sanno anche gestirla. Per aiutarli io utilizzo un apparecchio, il  bio feedback, che registra le variabili fisiologiche di base: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, tensione muscolare e conduttanza cutanea, ovvero la risposta galvanica della pelle, quando si dice "essere elettrici". Ciascun atleta ha dei valori ottimali che, tenuti sotto controllo, possono favorire il rilassamento e, per esempio, il controllo dell'insonnia. Questo strumento è tanto più utile per chi fa sport individuali, mentre chi fa sport di squadra ha una risorsa fondamentale da utilizzare che è la squadra stessa e le sue dinamiche.

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Tania Cagnotto

In gara, meglio svuotare la mente, il pensiero fa solo danni

Nel momento della gara, l'atleta deve far scattare la molla che ha dentro di sé, quella che ha caricato con tanta costanza e determinazione. Quando lo sforzo è massimo, alcuni atleti si accorgono di non pensare più, di vivere di sola sensibilità e istinto, sentono i sensi un po' annebbiati. Sono minuti o attimi in cui l'atleta deve dare tutto di sè e, che vinca o perda, sapere che ha dato tutto. Questo lo aiuta nel caso vinca lo sfidante. Quando si concentra, poi l'atleta deve pensare solo positivo, anche la formulazione del pensiero deve essere sempre in positivo: se si dice "non distrarti", si distrarrà,  perché la nostra mente non recepisce immediatamente il "non", cioè la negazione, e, di quella frase, gli rimane solo l'idea di distrazione.

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Marta Menegatti e Viktoria Orsi Toth

Campioni in gara e nella vita 

I grandi atleti sono campioni anche nella vita. Spesso, chi arriva a fare sport ai massimi livelli poi anche nel lavoro va a ricoprire incarichi di grande rilevanza. I campioni dimostrano di avere eccellenti qualità: sono capaci di enormi sacrifici, hanno determinazione e temperamento fuori dal comune, sanno gestire le ansie ed elaborare lutti. Gli atleti, in verità, non hanno mai grossi problemi. 

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Le azzurre del fioretto femminile medaglia d\'oro alle Olimpiadi di Londra 2012