Vi ricordate quando tutte, strette intorno al vostro pancione (mai così social come in quest'ultimo anno), vi martellavano con frasi del tipo «vedrai, quando nascerà tuo figlio/figlia non riuscirai più a fare ...» e da lì seguiva un elenco infinito di cose, le più svariate a cui dire addio per sempre. Ma, soprattutto, ricordate quell'amica, quella con gli occhi che sparavano saette, che a un certo punto vi ha detto, magari tenendovi la mano, «ah, e poi preparati a odiare tuo marito (anche se finora ha seguito pedissequamente queste preziose regole)»? Confessate: avevate annuito con la testa, ma dentro di voi era granitica la certezza che, figuriamoci, a voi due non sarebbe mai successo. E invece. Sì, e invece aveva ragione, perché l'arrivo del bebè ha sparigliato abitudini e complicità di coppia, gettandovi l'uno contro l'altro in una lite a perdere che vi sta mandando ai matti. Roba da ritrovarsi in un baleno da avere gli occhi a cuore ad avere il coltello fra i denti, al punto che quasi ci si sente sul punto di lasciarsi. Ma tranquille (si fa per dire), perché riuscire a superare la crisi derivata dall'arrivo di un figlio è cosa possibile. Basta averne davvero molta voglia e agire in tempo. E dare una letta al libro autobiografico della giornalista Juncee Dunn dall'esplicativo titolo Come non odiare tuo marito dopo i figli. Da questo utile, e molto divertente, volume abbiamo tratto per voi 5 consigli basilari che dovreste mettere in atto se state vedendo il vostro matrimonio sgretolarsi sotto i colpi di notti insonni, rigurgiti, pianti inconsolabili e sì, i sempre verdi pannolini da buttare.
- Dedicatevi alla famiglia. Se state lontani dalla moglie o dal marito e dai bambini per lavoro e quando tornate a casa siete stanchi morti, beh mi dispiace molto per voi, ma una volta a casa, dovete essere pieni di riguardi, perché rimanere da soli con i bambini è durissimo. Frenate l'impulso di crollare come corpo morto sul divano o di fuggire sotto la doccia per un tempo interminabile, e dedicatevi alla famiglia. Sarà uno sforzo ben ricompensato.
- Cambiate linguaggio. Devi intavolare quella che gli psicologi chiamano una conversazione intenzionale, in cui esprimi in modo inequivocabile il tuo bisogno di cambiamento. La maggior parte degli uomini è disponibile a trattare e a scendere a compromessi, ma si aspetta che le donne siano esplicite. Gli uomini di solito se la cavano meglio se sanno esattamente quel che devono fare. Usare un linguaggio moralistico o svilente, continua, serve solo a metterli sulla difensiva. Un'utile parola d'ordine è affettuose ma irremovibili.
- Tutto deve essere rinegoziabile. Siete entrambi direttori del ménage famigliare e dovete discutere regolarmente, almeno una volta ogni due settimane, su come stanno andando le cose e su quel che bisogna fare, e raccogliere nuove idee e pianificare di conseguenza. Le coppie non dovrebbero mai smettere di negoziare, e questo richiede comunicazione e coordinazione.
- Suddividete il lavoro in base alle preferenze di ognuno. Un'indagine commissionata dal Families and Work Institute, un'associazione non-profit che raccoglie informazioni sulle famiglie e i luoghi di lavoro, ha evidenziato che le coppie avevano molte più probabilità di litigare meno se sapevano dividersi equamente il lavoro domestico e le responsabilità genitoriali in base alle inclinazioni personali.
- Evitate i 4 cavalieri dell'apocalisse. Lo psicologo John Gottman ha identificato quattro comportamenti letali per le relazioni, che lui chiama i quattro cavalieri dell'apocalisse. Primo, le critiche (insulti, avverbi come "mai" o "sempre" associati alla persona). Secondo, l'atteggiamento difensivo: contrattaccare, lamentarsi, negare le proprie responsabilità (durante i litigi, siamo talmente impegnati a formulare una replica, da non ascoltare). Terzo, il modello persecutore/distanziatore, dove il primo, sentendosi ignorato, diventa più aggressivo mentre il secondo si chiude in se stesso o fugge (secondo le sue ricerche, l'ottantacinque per cento degli ostruzionisti sono uomini). E infine il quarto e peggiore comportamento, nonché quello che può precedere un divorzio, è il disprezzo, Gottman lo definisce come «l'acido sulfureo dell'amore». Il cinismo, criticare il carattere del compagno («sei egoista»), anziché parlare dei problemi che ha causato, alzare gli occhi al cielo, deridere e – oh-oh – il sarcasmo. Mettetelo, per piacere, da parte se siete tra le mura di casa, sfoggiatelo, se vi va, altrove. Sempre che vogliate salvare la vostra relazione.