Care amiche,

l'inizio di un'altra settimana lavorativa chiude il sipario sul tempo libero di cui abbiamo goduto nel week end. Vorrei quindi soffermarmi un attimo su questa (forse obsoleta) espressione: tempo libero. Quanto è libero, oggi, il nostro tempo libero? E come lo spendiamo? In favore del nostro benessere o sprecando energie e vita?

La frase «Non ho mai tempo» vi suona familiare? Nonostante la maggior parte delle persone si senta oppressa da questo concetto, noi italiani trascorriamo mediamente 2 ore al giorno sui social, battendo tutti gli altri Paesi europei per tempo trascorso nelle piazze virtuali (dati tratti dalla ricerca Social, Digital & Mobile in Europa 2014). I giorni in cui siamo più "attivi" sembrano quelli lavorativi - in effetti siamo per lo più incatenati a una scrivania, quindi una distrazione digitale cade a fagiolo - ma anche nel week end, quando il sacro tempo libero dovrebbe consentirci di fare altro, continuiamo ad usare applicazioni e giochi, postiamo foto e commenti delle attività ricreative o non ricreative che stiamo svolgendo, chattiamo con chi non c'è. Pensiamo di compiere questi gesti per libera scelta, ma, in realtà, i 'geni' che stanno dietro molte applicazioni e siti web sono esperti nel giocare con le nostre ansie e il nostro bisogno di distrarci da esse.

C'è un rumore di fondo che accompagna tutte le nostre giornate: viene dall'inconscio e si chiama insoddisfazione, noia, paura, tristezza, senso di vuoto… L'unico modo per spegnerlo è ascoltarlo e prendersene cura.

Ma la mente tende a scappare via distraendosi. E questo ci rende facili vittime di manipolazioni: basta un nulla per agganciare il nostro bisogno di "essere altrove" e portarci lontano dal momento presente. L'obiettivo è tenere i nostri occhi il più possibile incollati allo schermo, perché ogni secondo in più si traduce in denaro sonante che entra nelle casse di chi vende pubblicità e traccia i nostri profili di consumatori potenziali per indurre nuove voglie/bisogni di distrazioni sotto forma di giochi, notizie, prodotti. In pratica, chi più ci distrae più guadagna. E noi perdiamo beni preziosi: la libertà, il tempo, l'energia. Ma soprattutto perdiamo la capacità di stare nel momento presente e, con essa, la più concreta possibilità di rimodellare il nostro cervello in modo funzionale a una serenità stabile.

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POVERTA' E DIPENDENZA

Il tempo oggi è un lusso che molti non si possono più permettere. Ma è la vita che corre o siamo noi che, rimbambendoci di distrazioni, corriamo fuori dalla vita? L'epoca in cui viviamo ha addestrato il nostro cervello a collegare praticamente tutti gli input ambientali a degli output di tipo tecnologico: vediamo uno splendido tramonto? Telefonino alla mano lo fotografiamo e lo postiamo. Entriamo nel ristorante in cui trascorreremo la serata con dei vecchi amici? Ci registriamo con l'apposita app e poi condividiamo sui social. Nulla di male, se il trip tecnologico si fermasse qui.

Ma un post tira l'altro e la chat virtuale ruba tempo alla chiacchierata con persone in carne e ossa. Cosa ci guadagniamo camminando per strada con lo sguardo sullo schermo del telefonino? Perché whatsappiamo con persone non presenti quando, per esempio a tavola, potremmo parlare con chi c'è?

Il risultato di questa invasione del virtuale nel reale è che i nostri cellulari diventano il nostro habitat e li usiamo per navigare fuori dalla nostra vita. Che, nel frattempo, scorre via.

LA CONSAPEVOLEZZA DEL VALORE-TEMPO

Il punto è che non possiamo più farne a meno e, se abbiamo il telefono a portata di mano, lo guarderemo. E se lo guardiamo, poiché le app sono state progettate per accalappiare i centri dell'attenzione nel nostro cervello, verremo indotti a guardarlo più a lungo. E il poco tempo che abbiamo verrà indirizzato, più che a nutrire il nostro benessere, a ingrandire il buco nero della nostra distrazione.

Cerchiamo di ricordarci che la tecnologia si è sviluppata allo scopo di regalarci tempo, non di rubarcelo risucchiandoci in un mare di operazioni utili solo a farci 'perdere il senso' di ciò che vale davvero.

Conta di più parlare col partner, quando siamo assieme, o perdersi nello schermo del proprio device? Conta di più informarsi in modo selettivo - l'unico che aiuta a conoscere la realtà - o farsi trascinare dai fiumi di commenti sulle notizie in cui 'inciampate' nei social? Provate a dare un voto all'utilità degli input digitali che catturano la vostra attenzione (quanto vale da 1 a 10 nella mia scala di interessi?) e poi calcolate quanta attenzione regalate a cose/eventi/curiosità che vi portano 'casualmente' lontano dalle vostre priorità. Le priorità per cui vi lamentate di non avere tempo.

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PERDITE INGENTI

Oltre al tempo, la distrazione risucchia energie e capacità di performance. Ci trascina in un limbo in cui non facciamo niente in modo esclusivo e profondo, in uno stato in cui non siamo né qui né là. Non stiamo né lavorando né riposando: lavoricchiamo ma rispondiamo anche su Whatsapp; ci rilassiamo ma tendiamo l'orecchio ai suoni di notifica; ci alleniamo sul tapis roulant ma controlliamo Instagram e Facebook. Per le caratteristiche strutturali e funzionali del nostro cervello, questa bipolarità per cui la mente è costretta ad avere sempre i piedi in due scarpe ci rende molto meno performanti e più stanchi. Ha un costo elevatissimo in termini di rapporto tempo/energia e, come dimostrano diverse ricerche condotte in ambito neurologico, abbatte i livelli dei risultati ottenibili.

Gli studi scientifici non lasciano più dubbi sul fatto che, per mantenere sveglio e brillante il cervello senza affaticare il corpo, è necessario che la mente sia presente al momento presente, riducendo al minimo le distrazioni nei momenti in cui lavora così come in quelli in cui riposa.

Il segreto del successo (professionale e non solo) sta proprio nell'alternanza costante tra lavoro condotto in stato di alta concentrazione e riposo protetto da stimoli interferenti.

La prossima settimana vi spiegherò come applicare un metodo molto semplice che, in tre step, consente di disabituarsi alle distrazioni digitali per arricchire di tempo e qualità ogni giornata.

Nel frattempo, v'invito a soffermarvi quando state per prendere il mano il cellulare per controllare automaticamente post, mail, notifiche… e chiedervi: questo gesto quanto mi avvicina ai miei obiettivi?

Buona settimana!

Con Amore,

Grazia

Grazia Pallagrosi, meditazione mindfulnesspinterest

Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.