Care amiche,
con l'Epifania anche l'ultima festa se n'è andata e siamo al varo effettivo del nuovo anno. Cosa volete più di ogni altra cosa? Verso quali mete salpate? E con quale equipaggio? Personalmente, ho dovuto affrontare sofferenze non previste e ridisegnare alla velocità della luce il mio universo di riferimento proprio nei giorni appena trascorsi. Questo mi ha permesso di toccare con mano la validità di uno dei principali elementi della Mindfulness: l'arte di accettare e lasciar andare. L'esercizio del non-attaccamento non equivale a un atto di rinuncia, ma a una ripresa di potere.
È un guadagnare libertà non solo nei confronti di ciò che ci colpisce in negativo - la sofferenza e chi ce la provoca - ma anche rispetto a ciò che desideriamo come estremamente positivo. Non fatevi ingannare: avversione e desiderio sono i due lati della stessa medaglia. Entrambi possono solidificare blocchi nel libero fluire della nostra immensa energia. Entrambi ci possono arenare in una stasi collosa che non permette alle nostre ali di aprirsi. E ci toglie il potere di volare.
DESIDERIO SENZA ATTACCAMENTO
Cosa potete fare allora per rendere più facilmente realizzabili i vostri desideri per il 2017? Evitare che diventino fissazioni o bisogni, lasciando andare ogni pensiero ed emozione di attaccamento nei loro confronti.
È nel lasciar andare, infatti, che spezziamo l'incantesimo più limitante: quello per cui identifichiamo il nostro Ego con noi stessi. Cadendo nel sortilegio egoico perdiamo la libertà di scegliere in quell'enorme catalogo di possibilità che, come conferma la fisica quantistica parafrasando i discorsi di certi grandi maestri spirituali, ogni essere umano ha costantemente davanti a sé pur non sapendolo.
Forse vi ho già raccontato l'aneddoto di come si catturano le scimmie in India. Si dice che il cacciatore faccia un buco in una noce di cocco, inserisca una banana e la incastri trasversalmente al foro. La scimmia infila la mano, afferra la banana e, non volendo mollarla, rimane catturata. Noi ci comportiamo allo stesso modo con i nostri obiettivi/progetti/desideri, con i pensieri che li generano e le emozioni che li accompagnano. Come la scimmia non vuol mollare la banana, così la nostra mente non vuole lasciar andare i propri contenuti, intasandosi. Ecco perché nella pratica di mindfulness mettiamo volontariamente da parte la tendenza della mente ad attaccarsi ad alcuni oggetti (emozioni, speranze, paure etc) e rifiutarne altri. Osserviamo quello che c'è – desiderio o avversione che sia - lo affermiamo dandogli un nome e poi, gentilmente, lo lasciamo andare.
RESPIRA E LASCIA ANDARE
Senti che i tuoi desideri premono? Che la volontà di realizzarli è pari solo al timore di non poterlo fare? La tecnica è osservare questo attaccamento, riconoscerlo e poi concentrarsi sul respiro per allentarne la forza gravitazionale.
Fallo dolcemente, senza forzare. Perché non c'è bisogno di spingere, ma di accogliere: solo chi sa accogliere sa anche lasciar andare. Solo chi sa lasciar andare può ricevere tutto il ricevibile, senza perdersi alcuna possibilità. Non a caso un detto buddista recita 'la luna rasserenante del Buddha viaggia nel cielo della somma vacuità", indicandoci che nella vastità del vuoto – inteso come mancanza di Ego e, quindi, di attaccamento – si ritrova la pienezza del Tutto.
Se ti sembra difficile da capire, ecco un altro racconto, che inquadra il concetto sotto un altro risvolto. Si narra che Siddharta fosse seduto con una trentina di seguaci nella foresta vicino alla città di Vaiasi quando arrivò trafelato un contadino: le sue 12 mucche erano fuggite! "Le avete viste?", chiese disperato. Aggiunse che, oltre alla perdita delle mucche, aveva avuto un'altra disgrazia:due acri di piante di sesamo erano stati devastati dagli insetti. "Credo che morirò. Sono la persona più infelice del mondo" concluse. Siddharta gentilmente gli disse che non avevano visto le sue mucche e poteva provare a cercarle nella direzione opposta. Poi, quando si fu allontanato, rivolgendosi al suo gruppo esclamò: "Amici, siete davvero fortunati. Non possedete nessuna mucca."
Ebbene, la pratica mindful consiste nel lasciare andare le mucche che abbiamo nella mente e intorno a noi. Perché, quando cominciano ad essere tante, occupano un sacco di spazio e consumano tonnellate di energia. "Abbiamo così tanti progetti", dice Thich Nhat Hanh, "e siamo convinti che siano cruciali per la nostra felicità, ma non è così. Più mucche lasceremo andare, più saremo felici". Ovviamente non è un invito a non possedere nulla, ma a non attaccarsi ai propri pensieri, desideri, timori. Anche quelli con cui usualmente rivestiamo i nostri progetti per il futuro.
Allora, quante mucche ci sono nel tuo gregge? Se sono troppe, sfoltisci il mazzo. E quando sarai sufficientemente leggera, illumina i tuoi veri obiettivi con la consapevolezza che tutto ciò che appare desiderabile non per questo è indispensabile e la felicità sta proprio nell'affrancarsi da molte di queste equazioni illusorie. In pratica, senza perdere di vista i tuoi intenti, mantieniti fluida.
Te lo auguro di cuore,
Grazia
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Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.