Sfilare in lingerie dopo il tumore al seno. Alla New York Fashion Week succede anche questo grazie ad AnaOno, un brand lanciato nel 2014 con una missione ben precisa: realizzare capi intimi (belli) per le donne che hanno subito interventi al seno, dalla ricostruzione alla mastectomia, o che convivono con altre situazioni che creano loro dolore o disagio. L'idea è venuta a Dana Donofree: lei stessa colpita da tumore giovanissima, e costretta all'asportazione totale di entrambi i seni, ha deciso di creare una collezione di lingerie studiata appositamente per le esigenze delle donne come lei, che hanno subito diversi tipi di mastectomia e spesso hanno problemi con la lingerie tradizionale per farle sentire comode, a proprio agio e belle. E così via i ferretti, largo allo stretch, alle cuciture nascoste, ai materiali gentili con la pelle, ai reggiseni con o senza tasche ma sempre tagliati e costruiti per evitare di causare dolore con ganci e affini. E per non fare sentire mai sola nessuna donna che ha vissuto l'esperienza del tumore al seno.

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Così, i capi di Dana - che ha superato il trauma delle cicatrici non con la ricostruzione del seno ma con magnifici tatuaggi artistici - hanno sfilato grazie a 16 orgogliose testimonial che hanno portato in passerella i segni visibili della loro esperienza - le cicatrici, i seni mancanti o ricostruiti - con orgoglio e per raccogliere fondi per l'associazione benefica Cancerland. Tra loro anche Paige More, la 24enne che ha documentato sull'account Instagram @paige_previvor la sua doppia mastectomia preventiva, dopo aver scoperto di essere portatrice del gene che può causare il cancro al seno (la stessa cosa che ha fatto Angelina Jolie, ricordate?). «Mi sono sentita sexy, mi sono sentita bella e orgogliosa di me», ha detto Paige alla Bbc dopo la sfilata. «Che io abbia seni e capezzoli o no, sono una donna», ha spiegato sempre alla Bbc la modella Chiaro D'Agostino, insegnante e blogger. E questo è il messaggio più importante.