La dipendenza affettiva è un modo sbagliato di intendere le relazioni. Anzi, paradossalmente è un vero problema che può facilmente sconfinare nel patologico. Quando una relazione si fonda sulla dipendenza affettiva è necessario individuare al più presto il problema per riuscire a rimettere le cose sui binari giusti, onde evitare che il troppo amore possa non essere più considerato amore e diventare un’ossessione.

Come uscire dalla dipendenza affettiva non è facile: nei casi più gravi si può parlare di vera e propria patologia, e prima di agire è necessario individuare i problemi, analizzarli e cercare di risolverli. In una relazione del genere, la persona dipendente arriva ad annullare i propri bisogni e ai propri diritti, pur di poter restare insieme al proprio partner.

Chi vive la relazione con dipendenza affettiva non riuscirà più a comprendere quali sono le sue reali necessità, l’unica fonte di gratificazione sarà vedere la felicità del partner. L’amore diventa debolezza, la relazione diventa simbiosi, si può arrivare a parlare di droga, dal momento che si agisce senza possibilità di intendere e di volere una relazione che porterà al consumo di almeno uno dei due partner: una dipendenza affettiva, infatti, raramente si traduce in una vita di coppia serena, anzi, nella stragrande maggioranza dei casi si può parlare di rapporti ossessivi, negativi, in cui ci si trascina in una relazione insoddisfacente e dolorosa.

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Purtroppo, l’unico modo di aggiustare le cose, e far rendere conto a chi soffre di questa patologia che il proprio partner non è il centro del mondo: un semplice periodo di pausa, magari con l’assenso del partner, è senz’altro la via più facile per intervenire e tentare di fermare il problema prima che sia troppo tardi.

Una vera cura per la dipendenza affettiva non esiste: bisogna recarsi da un analista e cominciare un periodo di cura. Ma non è questo il difficile, la cosa più complicata è proprio rendersi conto del problema, dal momento che in una relazione accadono sovente cose strane che restano nella sfera dell’intimo.

Solitamente, questa patologia, sembra essere un’esclusiva delle donne: secondo recenti studi, infatti, il 99% dei pazienti appartiene all’universo femminile, inoltre, la stragrande maggioranza delle persone affette da questo problema è in età compresa da 20 ai 27 anni.

L’identikit tipico della dipendente affettiva mostra una donna fragile, che ha sempre bisogno di conferme, con poca autostima e con il terrore dell’abbandono. Tante di queste ragazze, perché alla fine si parla proprio di ragazze, diventano dipendenti affettive in seguito a un trauma dell’infanzia: nella maggior parte dei casi troviamo casi di maltrattamenti fisici o psicologici, abusi sessuali, o anche casi di alcolismo o droghe da parte dei genitori.

La dipendenza affettiva ossessiva è stata ascritta negli ultimi tempi nell’elenco delle nuove dipendenze comportamentali, ovvero quelle che si scatenano senza assunzione di sostanze chimiche o alcol. Al pari della dipendenza affettiva troviamo la dipendenza dal gioco d’azzardo, la dipendenza dal lavoro, da internet, lo shopping compulsivo, la dipendenza da sesso o anche dall’attività fisica.

I tre sintomi per comprendere se si è affetti da tale patologia sono principalmente

  1. la sensazione di ebbrezza quando il partner approva un comportamento di chi è affetto da dipendenza;
  2. l’assuefazione, ovvero la necessità di una dose sempre maggiore di tempo da trascorrere con il partner;
  3. e la perdita del controllo del proprio comportamento, ovvero l’incapacità di gestire naturalmente la propria vita e di lasciarsi trasportare dagli eventi senza più opporre resistenza.

Vale a dire, tutti i sintomi che si possono ravvisare in chi ha un problema di droga.