C'è un orgoglio tutto italiano che si è già portato a casa una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Rio: è la pasta. I carboidrati infatti, tra i protagonisti della dieta mediterranea, rivestono un ruolo fondamentale nell'alimentazione di ogni sportivo, sia a livello amatoriale sia agonistico.

Lo conferma Michelangelo Giampietro, nutrizionista e medico dello sport, più volte responsabile sanitario delle squadre nazionali di varie discipline sportive ai Giochi Olimpici estivi:  «Il fabbisogno di carboidrati aumenta proporzionalmente al crescere delle ore settimanali e all'intensità degli allenamenti. Per la popolazione generale è di 2-3 g per ogni chilo di peso corporeo, ma nel caso degli atleti triplica (6-10 grammi per kg). Ed è ancora superiore (10-12 g per kg nei giorni precedenti alla gara) per maratoneti, nuotatori di fondo, triatleti o ciclisti».

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Una pasta da record

Sai quanta pasta verrà preparata e servita ad atleti e addetti a lavori durante i Giochi di Rio? Ben 2,7 tonnellate, un quantitativo che corrisponde a più di 1.000 piatti di spaghetti e fusilli al giorno. Riccardo Felicetti, presidente del gruppo Pasta Aidepi, ha commentato: «Siamo orgogliosi che il simbolo della cultura alimentare italiana si affermi ancora una volta a livello globale e diventi punto di riferimento per gli sportivi di tutto il mondo in una manifestazione importante come le Olimpiadi di Rio 2016».

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Il Brasile e la pasta

Secondo i dati dell'IPO-International Pasta Organisation, il popolo carioca si posiziona al sedicesimo posto nella classifica mondiale dei Paesi che consumano più pasta, con ben 6,3 kg all'anno a testa. In Brasile questo alimento viene cucinato sia come primo piatto, soprattutto nei ristoranti, sia come contorno alternativo al riso per accompagnare le specialità locali. Tre le caratteristiche per cui la pasta si è diffusa così tanto nel Paese sudamericano: prima di tutto, lo sappiamo bene, si prepara velocemente. Secondariamente, costa poco, ed è un alimento completo dal punto di vista nutrizionale. Infine, non fa ingrassare! E piace persino alle celeb: prova la pasta alla carbonara come la prepara Gwyneth Paltrow, trovi la ricetta qui.

La storia della pasta alle Olimpiadi

La pasta non è sempre stata la benvenuta nei villaggi olimpici, almeno fino all'edizione di Monaco del 1972: prima di allora infatti si prescriveva agli atleti una dieta iperproteica, la cosiddetta dieta del marine. Ma negli anni Settanta, grazie all'intuizione dei medici dello sport italiani, inizia la rivoluzione dei carboidrati, e la pasta torna sovrana. Così nel villaggio olimpico di Montréal 1976 arriva per la prima volta uno chef specializzato in pasta

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Chi sono gli atleti che amano la pasta?

Tra gli sportivi più grandi di tutti i tempi innamorati della pasta ci sono nomi eccellenti, come Michael Phelps, che ha dichiarato di mangiare 1 kg di pasta al giorno, Usain Bolt, oppure la tennista Serena Williams, che preferisce la pasta con condimenti vegetariani. Ci sono ovviamente anche i nostri campioni: dai nuotatori Federica Pellegrini (che preferisce quella integrale), Filippo Magnini e Gregorio Paltrinieri alla ginnasta Carlotta Ferlito, fino alle campionesse di scherma Rossella Fiamingo e Arianna Errigo, e la tuffatrice Tania Cagnotto.

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Ma non sono solo gli atleti di oggi ad amare il nostro piatto nazionale: ad esempio anche Jesse Owens, leggendario atleta statunitense e trionfatore alle Olimpiadi che si svolsero nel 1936 a Berlino, prima delle gare mangiava solo pasta. Con un segreto: gliela procurava un suo amico di Little Italy!