L’80% delle persone che inizia una dieta non ottiene l’esito sperato. Si comincia con grande entusiasmo e abnegazione, si finisce con un’abbuffata e la ripresa, con tanto di interessi, dei chili persi. Resta da chiedersi perché, nonostante questi dati forniti dalla Federazione europea della Società di nutrizione, insistiamo per metterci a stecchetto. «Il cibo è un istinto primario, ma non semplice. Attorno a esso ruotano una serie di emozioni e stati psicologici individuali, che vanno dalla ricompensa alla gratificazione, al piacere, trasformandolo in qualcosa di più di un semplice carburante. Le diete, invece, spesso danno una risposta standardizzata, limitata e restrittiva. E quindi, a lungo andare, falliscono».

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Tiziana Stallone, biologa, nutrizionista e autrice di La dieta persona (tre60) ha un mantra alimentare tutto suo. Sostiene che la dieta deve essere soprattutto uno stile di vita sostenibile, che entro i limiti del possibile ci procuri piacere e benessere, e che si possa gestire in completa autonomia. Le punizioni, gli obblighi, i divieti assoluti non portano quasi mai a grandi risultati. «Nel momento in cui si registrano così tanti fallimenti bisogna porsi qualche domanda», continua Stallone. «Le persone sono imperfette per natura ed è innaturale imporre una dieta perfetta. Così, di fronte a un caos alimentare, puntare subito all’eccellenza è un’utopia». Ecco perché Tiziana Stallone fa rientrare la possibilità di trasgredire tra i punti fondamentali della dieta. Paradosso? Niente affatto, perché la trasgressione è proprio quella concessione che può rendere la dieta possibile. Piuttosto, bisogna puntare a “sgarri” di qualità: il cacao amaro o la cioccolata al 70 o 80 per cento invece di cioccolati al latte o industriali, un buon vino, un cibo fresco anziché confezionato.

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E poi, come non esultare alla riconquista del pasto libero? Poter scegliere una volta alla settimana gli alimenti che più ci piacciono e andare in trattoria senza preoccuparsi delle calorie? «Tutto questo ha anche un importante significato metabolico, poiché la restrizione calorica ha come conseguenza un abbassamento del metabolismo. Ritornando a mangiare in libertà, invece, è come se rassicurassimo il nostro organismo di non essere in carenza, dicendogli che può continuare a bruciare come prima», spiega la nutrizionista. «Il pasto libero, in definitiva, è un attivatore metabolico». E aiuterebbe anche a gestire la trasgressione e ad allenare il nostro senso del limite.

Dieta giusta: che personalità alimentare sei?

Ma come la mettiamo con la fame? È una sensazione che mal tolleriamo, eppure basterebbe usare la nostra parte razionale e pensare che in un’ora non si può morire di fame per placare l’ansia. Ci sono trucchi validi per tutti per aumentare il senso di sazietà: mangiare della verdura all’inizio di ogni pasto, condire con olio extravergine di oliva per ridurre la velocità di digestione, preferire la cottura al vapore di riso e patate. «Ma anche in questo caso è l’individuo a fare la differenza», spiega Stallone. «La fame, infatti, è molto spesso emotiva prima che organica, ecco perché è importante sapere che tipo di mangiatore si è: se compulsivo, malinconico, edonista o sociale. Ognuno con la sua fame e il suo stile alimentare».

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È con lo psichiatra Domenico Mazzullo che, nel tempo e nella pratica clinica, sono state definite queste quattro personalità alimentari. Il profilo del mangiatore malinconico, più spesso donna, coincide con un piluccatore che con il cibo compensa mancanze e si gratifica. Il compulsivo non sa resistere alle tentazioni che vuole siano soddisfatte velocemente, mentre il mangiatore edonista è quasi un maniaco del cibo gourmet. Infine c’è il mangiatore sociale, che vive il cibo come momento di aggregazione e ama godersi banchetti luculliani. Per ognuno di loro c’è lo stile alimentare “personalizzato”.

Dieta giusta: a ciascuno il suo menu

«Il malinconico, che percepisce la coccola alimentare come necessaria al successo della dieta, può concedersi un numero maggiore di spuntini, incluso quello della buonanotte. E prima di addormentarsi sorseggiare un bicchiere di latte con cacao o miele o due fette biscottate con marmellata», suggerisce la nutrizionista Tiziana Stallone. «Il compulsivo, che non deve mai avvertire la sensazione di fame, va invece incoraggiato a dare un ordine agli orari dei pasti, senza saltarli. Un trucco per fermarsi senza esagerare è usare cibi monoporzione e mangiare un frutto a fine pasto, migliorando così il senso di sazietà. Altro consiglio: bere un brodo caldo prima di ogni pasto o tè caldo al posto di acqua o vino». I profili continuano con l’edonista, raffinato cultore della buona cucina: a lui conviene giocare con qualità e gusto, barattandoli con la quantità. «Il segreto è concentrare quello che più piace in piccole porzioni e in un solo pasto, e controllarsi negli altri. Convincendosi che si può dimagrire anche bevendo un bicchiere di vino al giorno e terminando la cena con un dolce a basso contenuto calorico», prosegue Stallone.

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Per il mangiatore sociale, infine, che ama la convivialità del pasto «l’obiettivo è concedersi una volta alla settimana delle eccezioni (leggi cene sontuose con gli amici), per poi rientrare nella dieta, compensando gli eccessi con piccoli trucchi: bere acqua oligominerale per tamponare l’assunzione di troppo sale; consumare spuntini a base di frutta, ricca di potassio per dribblare la ritenzione di liquidi; preferire piatti di carne e pesce magri e legumi, riducendo i carboidrati e aumentando l’attività fisica», dice Tiziana Stallone. È anche vero che, a seconda delle fasi della vita, ognuno può attraversare tutte le personalità alimentari. La prima cosa, quindi, è allenare la consapevolezza, sapendo che la velocità giusta di dimagrimento corrisponde alla perdita di 500 grammi fino a un massimo di un chilo di grasso a settimana. Ci vorrà tempo. Anche per riconoscere i nostri errori e i nostri vizi, perdonarsi le golosità, riconoscere gli automatismi e le abitudini sbagliate e fare il punto su quanta attività fisica svolgiamo.