Sono rimasti sepolti sotto gli abiti tutto l'inverno, ma con l'estate è quasi impossibile non mostrarli. Ecco quindi che il 57% dei tatuati pentiti dei loro tatuaggi, prima delle vacanze ricorre al tattoo changing per eliminare o modificare un tatuaggio di cui si vergogna.

Un pentimento che induce, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, circa il 30 per cento dei 7 milioni di tatuati italiani alla rimozione o alla modifica del tatuaggio.

La ricerca su social e community

Secondo uno studio condotto da Quanta System Observatory effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 2000 italiani di età compresa tra i 18 e i 60 anni, dei sei tattoo-pentiti su dieci, il 41% vuole sostituire il tatuaggio, il 34% lo vuole modificare, mentre il 25% se ne vuole proprio sbarazzare per fini estetici (38%), per vergogna (35%) o per eliminare definitivamente un ricordo da lasciarsi alle spalle (28%). Tra i pentiti ci sono le donne (54%) che battono gli uomini (46%), soprattutto manager e professionisti nella fascia 30-40 anni (65%).

Tatuarsi è una moda

«L'ottanta per cento della mia attività clinica è rappresentata da pazienti che si sono pentiti del loro tatuaggio», afferma il dermatologo Valerio Pedrelli di Ink Removal Milano. «Tatuarsi è una moda e, come tutte le mode, tende a stancare le persone: le donne solitamente si pentono del soggetto mentre gli uomini delle dimensioni del tatuaggio. Per intervenire sui tatuaggi utilizzo il laser ai picosecondi Discovery Pico, una tecnologia tutta italiana che permette, grazie ad un reale effetto fotoacustico la frammentazione del pigmento in polvere, una vera svolta rispetto ai laser di precedente generazione che frammentavano l'inchiostro in granuli. Con questa nuova tecnologia è possibile una più rapida rimozione del pigmento da parte dei macrofagi che lo veicolano al sistema linfatico. In media si va dalle tre sedute per lo schiarimento, alle sette/otto sedute per la rimozione completa».

Il tattoo changing è una forma di libertà

«Accanto ai motivi che generano l'esigenza di farsi un tatuaggio, è interessante considerare anche quelli che inducono le persone a cancellarli, fatto che avviene sempre più spesso prima delle vacanze estive», afferma la psicologa Roberta Ganzetti, dell'associazione Elice Onlus Milano. «La pelle, infatti, è organo di separazione-confine tra noi e ciò che è fuori da noi e luogo privilegiato della comunicazione con gli altri. Farsi un tatuaggio può essere una risposta al bisogno di appartenere a un gruppo, ma anche quello di differenziarsi affermando la propria personalità. Alcuni momenti nella vita delle persone sono così significativi che emerge il desiderio di celebrarne l'esistenza e realizzarne la presenza a livello visivo sulla pelle, quasi per indossare un'emozione. Se si immagina la nostra personalità come una struttura in continua evoluzione, non risulta difficile comprendere questo cambiamento come elemento fondamentale alla base di nuovi adattamenti creativi. A prescindere dalle tendenze, cancellare o sostituire un tatuaggio può rappresentare un'ulteriore forma di libertà per molte persone. Un segno stabile sulla pelle potrebbe allora non essere più congruente con l'intenzionalità comunicativa originaria. Cancellare un tatuaggio oggi è possibile, così come è possibile elaborare le esperienze della nostra vita, integrandole nella personalità. Cancellare una traccia sulla pelle è una decisione innanzitutto interiore».

La top ten dei tatuaggi più cancellati

  1. Le iniziali degli ex o i loro nomi impressi sulla propria pelle (61%)
  2. I tattoo disegnati male o concepiti scorrettamente dal tatuatore (45%)
  3. I tatuaggi fatti con amici o parenti, che ora non si frequentano più (41%)
  4. Quelli disegnati in stile tribale (33%)
  5. Quelli di grandi dimensioni che risultano troppo evidenti (31%)
  6. I tattoo troppo colorati o con linee troppo marcate (28%)
  7. Gli stemmi o i campioni della propria squadra del cuore (25%)
  8. I tatuaggi ritenuti imbarazzanti con scritte goliardiche o forme equivoche (22%)
  9. Quelli che sono caratterizzati da elementi che riportano a ideologie politiche o religiose (17%)
  10. Quelli in cinese o giapponese di cui non si conosce il significato (15%)

In sintesi, pentirsi di un tatuaggio è piuttosto frequente e la loro rimozione non è una passeggiata. La soluzione? Scegliere tattoo piccoli e femminili di cui è più difficile pentirsi e più facile disfarsi.