Un trillo, un messaggio: "Sei sveglia?". La mano destra clicca sul cellulare, mentre la sinistra si allunga sul comodino e afferra un piccolo oggetto rosa. Ricorda un ciottolo, liscio liscio, però vibra. Nel futuro più prossimo faremo l'amore pur avendo storie a distanza, ci accarezzeremo restando su paralleli diversi, avremo orgasmi simultanei, ma da differenti fusi orari. Che la tecnologia stia trasformando il nostro modo di concepire il sesso e l'intimità è un dato di fatto. Che questo sia dannoso, un preconcetto da sfatare. Il potenziale per connessioni più profonde a livello fisico ed emozionale - con il proprio corpo e con quello degli altri - c'è, eccome. Dispositivi per baci a distanza, tute da realtà virtuale che simulano un abbraccio, cuscini che trasmettono il battito del proprio compagno per non sentirsi soli: questi sono solo prototipi, ma la realtà sta andando sempre più nella direzione del sesso tecnologico a due (o suoi multipli).

Siri 2 di Lelo, per esempio, è un massaggiatore che vibra a tempo di musica, ma risponde anche alla voce di un amante; Vibease si sincronizza con gli snodi di trama degli audiolibri erotici, ma può anche essere comandato dal partner in remoto tramite app. E che dire di Truskyn, silicone che imita la pelle umana? Tutto questo è destinato ad aumentare: nell'agosto 2018 scadrà il brevetto americano 268, che copre la comunicazione dei sex toy via Internet ed è stato accusato di bloccare lo sviluppo del sesso interattivo. A quel punto, predice il sito Futureofsex.net, che analizza le prospettive futuriste sul sesso, l'innovazione sarà potenzialmente illimitata, con "teledildo" che renderanno l'intimità a lunga distanza ancora più immersiva e multisensoriale. Insomma, la seconda rivoluzione sessuale passerà dai sex toy. Non solo: sarà decisamente rosa.

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Courtesy Lelo

Il mercato dei giocattoli sessuali vale circa 15 miliardi di dollari e secondo le proiezioni potrebbe raddoppiare entro il 2020. Anche se il 70 per cento delle aziende del settore è ancora in mano a uomini, sempre più donne si avventurano nel ramo del sex tech, tanto che il 2017 è stato nominato dall'agenzia J. Walter Thompson l'anno della "vagineconomia". La serie di Netflix Grace and Frankie, con Jane Fonda e Lily Tomlin che cercano di lanciare un vibratore ergonomico per donne anziane con l'artrite, non è solo finzione. La storica Hallie Lieberman racconta nel saggio appena uscito Buzz: the stimulating history of the sex toy, come fino agli Anni 70 dildo & Co. venissero pensati e ideati (da uomini) come sostituti del pene, imitandone anatomia e colore. E invece, visto che solo il 25 per cento delle donne raggiunge sempre l'orgasmo con la normale penetrazione, è chiaro che la fantasia deve necessariamente spingersi oltre.

Per fortuna oggi, proprio grazie a una presenza femminile sempre più massiccia, i giochi sono diversi, creati non tanto per le donne ma dalle donne. Lo scopo, spiegano da Women of sextech, collettivo newyorchese che riunisce le pioniere del settore, è chiudere il divario del piacere, combattendo l'ineguaglianza tra i sessi anche fra le lenzuola. Per farlo, non ci si focalizza più tanto su software o hardware (che pure sono sempre più performanti), ma sulla consumatrice, cioè su un corpo in grado di dialogare con lo strumento. Biologia e ingegneria giocano un ruolo chiave. Crescendo di Mistery Vibe si personalizza in forma e vibrazioni; Sona di Lelo (che vedete in queste foto) funziona a onde soniche, come quelle degli altoparlanti, che si riverberano lungo l'intera struttura del clitoride, stimolandolo del 75 per cento in più. Come illustra la graphic novel di Liv Strömquist Il frutto della conoscenza (Fandango), che il clitoride sia in realtà lungo fino a 10 centimetri, e che si diffonda all'interno del corpo avvolgendosi intorno alla vagina, è una scoperta recente, del 1998. Dobbiamo ringraziare l'urologa australiana Helen O'Connell, che ha capito come sia più montagna che collina, con circa 8.000 terminazioni nervose (il doppio di quelle del pene) e un afflusso continuo di sangue che permette orgasmi multipli. Il futuro, insomma, sarà anche capire sempre meglio come stimolarlo.

Nel futuro faremo l'amore pur avendo storie da lontano, ci accarezzeremo restando su paralleli diversi, avremo orgasmi simultanei ma da differenti fusi orari

Prime interessate le donne, ça va sans dire. Lo scorso settembre, l'azienda Hot Octopuss ha aperto un negozio temporaneo a New York, The changing room, dove si poteva sperimentare un "restyling orgasmico" grazie al primo sex toy del marchio, Queen bee: in due giorni, hanno partecipato in più di mille. Questo dimostra come la masturbazione femminile sia sempre più sdoganata e, anzi, associata al benessere e alla salute. Un esempio su tutti? OMGYes, sito multilingue (tra cui l'italiano) realizzato dall'Università dell'Indiana e dal Kinsey Institute seguendo il più grande studio al mondo sul piacere femminile. Pagando una quota di 59 euro, si può accedere a più di 60 tutorial su come raggiungere l'orgasmo, con suggerimenti interattivi per single e coppie. Tra le fan dichiarate c'è l'attrice Emma Watson, e sono già in arrivo nuovi video.

Anche il porno verrà visto sempre di più attraverso una lente femminile. In un mondo dove già le spettatrici di video hard sono in aumento (Pornhub stima un 26 per cento di utenti donne) e il futuro è la realtà virtuale, le donne cercheranno sempre più storie di persone che trovano una connessione profonda attraverso il sesso. Che fanno l'amore, insomma. Non a caso, stanno aumentando i film porno indipendenti dalla parte delle donne, come quelli della regista svedese Erika Lust, che mette al centro delle sue pellicole il (vero) piacere femminile e garantisce la sicurezza delle attrici che lavorano con lei. Ma ci sono anche altri progetti, come il sito Makelovenotporn, fondato dall'attivista Cindy Gallop con lo scopo di educare soprattutto i giovani al sesso reale, molto diverso da quello hardcore dei film a luci rosse.

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Courtesy Lelo

La sensazione è che, nella seconda rivoluzione sessuale, ci sarà davvero spazio per l'intimità. In un Ted talk del 2016, l'antropologa Helen Fisher, esperta di evoluzione dei sentimenti e capo consulente scientifico del sito d'incontri Match.com, ha rassicurato tutti: le nuove scoperte della modernità non hanno cambiato il modo in cui ci innamoriamo, nemmeno Tinder. «Non c'è dubbio che la tecnologia stia modificando il modo in cui corteggiamo: inviamo email, messaggiamo, usiamo emoticon per esprimere emozioni, facciamo sexting, mettiamo like, scattiamo selfie... Stiamo vedendo nuove regole e tabù nel corteggiamento», dice. Solo che «l'amore e l'affetto avranno la meglio, la tecnologia non può cambiare questo dato di fatto. Per capire le relazioni umane, bisogna tenere presente uno dei fattori più potenti che determinano il nostro comportamento: l'inestinguibile, flessibile e primordiale spinta umana ad amare». È chiaro allora che, insieme ai sex toy per essere sempre più vicini, la scienza penserà anche a innovazioni a livello del cuore. Secondo l'esperto di neuroetica Anders Sandberg, del Future of humanity Institute dell'Università di Oxford, in un futuro non troppo lontano si potranno ricreare artificialmente i processi neurochimici che guidano le nostre emozioni. Uno studio del 2013 ipotizza che l'ossitocina spray per via intranasale, già usata nei trattamenti della depressione, possa diventare un filtro romantico. Non per conquistare qualcuno, ma per riattizzare le storie di lunga data, in cui l'"ormone dell'amore" inizia a scarseggiare. A quel punto, basterebbe una spruzzata a far ritrovare la passione. L'effetto, però, sarebbe a breve termine, giusto un incentivo: nell'amore come nel sesso, non c'è spazio per la pigrizia, occorre impegnarsi davvero. E non smetterà di essere così nemmeno in futuro.