C’è bisogno di sottolinearlo? Non c’è niente di meglio di un buon sonno ristoratore per riprenderci dal 99% delle difficoltà quotidiane. Ma se il sonno viene a mancare? Una situazione fin troppo nota alle famiglie di tutta Europa: un’indagine condotta da Leah Ruppanner e David J. Maume - entrambi sociologi - svela che il nostro sonno viene disturbato da cause diverse a seconda del nostro sesso: le esigenze quotidiane della famiglia tormentano maggiormente le donne, il lavoro disturba più gli uomini.

Più precisamente, a incidere sulla qualità del sonno femminile sono i figli e gli obblighi familiari, mentre su quello maschile sono i ritmi lavorativi - o, au contraire, la disoccupazione - e le preoccupazioni economiche. Insomma, noi europei siamo condannati alle occhiaie e alle notti insonni?

A quanto pare no: la soluzione è trasferirsi. Sì, perché vivere dove la parità di genere è la normalità assicura anche sonni migliori per le coppie.

Sonni difficili? È (anche) una questione di parità tra sessipinterest
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Quando il sonno diventa una questione di genere

Secondo la ricerca condotta dai due sociologi, gli uomini vedono il sonno come una cura per la stanchezza e una preparazione alla successiva giornata di lavoro, mentre le donne - con figli o parenti di cui prendersi cura - vivono la notte come un'estensione degli obblighi diurni verso i membri della famiglia.

Secondo la Ruppanner, è più probabile che le madri siano chiamate a confortare bambini e neonati nel cuore della notte. In caso di figli adolescenti, le mamme sono statisticamente più propense dei padri a rimanere sveglie per aspettarne il ritorno.

Ma anche gli uomini hanno i loro bei problemi con Morfeo: dormono poco e male a causa dello stress lavorativo e finanziario. Una correlazione verificata anche da uno studio su coppie americane della classe operaia. È interessante la dinamica che si scopre da queste coppie: entrambi i partner usano lo status di capofamiglia degli uomini e il loro maggiore contributo economico per la famiglia come giustificazioni per privilegiare e proteggere più il sonno degli uomini rispetto a quello delle donne. In parole povere: credono che gli uomini abbiano maggior diritto a un sonno riposante rispetto alle donne. Perché? Perché lui deve "essere al suo meglio” al lavoro il giorno successivo.

Ciò non significa che le mamme lavoratrici non accumulino ANCHE problemi di sonno legati alla carriera: tutti i lavoratori, indipendentemente dal genere e dal tipo di contratto, riferiscono che passare più tempo sul posto di lavoro significa dormire meno.

Il sonno? È (anche) una questione di parità tra sessipinterest
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Il ruolo del contesto

La ricerca svela qualche dettaglio in più sul rapporto sonno-differenze di genere: sono state coinvolte 14.143 persone provenienti da 23 Paesi europei. Il risultato? In 22 su 23 Paesi sono le donne a dormire peggio degli uomini.

Tra le cause più numerose riferite: i risvegli di bambini sotto i cinque anni. Gli uomini, invece, soffrono più per le condizioni economiche della propria famiglia.

Il dato curioso è uno: nelle zone in cui la parità di genere è più rispettata si registra anche in media una migliore qualità del sonno. Soprattutto quello delle donne, ma solo dove le pari opportunità vengono rispettate, dove c’è una divisione più equa del lavoro domestico e gli uomini si occupano anche più attivamente dei figli.

Un contesto di maggiore parità tra i sessi offre una serie di vantaggi anche agli uomini: più salute, più felicità e notti riposanti per tutti. Lo studio - che dovrebbe ispirarci tutti - sottolinea che i vantaggi di un riposo adeguato (grazie ad una società che punta alla parità) sono tanti: economici, sanitari e sociali soprattutto.