Una donna che usa normalmente il rossetto (perché piace e fa stare bene), nell'arco della sua vita ne ingerisce circa un chilo. Ecco perché non è di poco conto sapere cosa c'è dentro un lipstick!

Abbiamo chiesto a Roberto Chiesa, chimico, founder di Wemakeup e guru della produzione cosmetica (negli anni sessanta ha inventato i trucchi cotti ed è stato titolare di una delle più importanti aziende di produzione cosmetica degli anni cinquanta), di aiutarci a scoprire di che sono fatti i moderni rossetti.

1. Cosa c'è dentro un rossetto?

I rossetti non sono tutti uguali. Ci sono i rossetti che contengono sostanze naturali e/o chimiche e i rossetti che, vantando certificazioni per cosmetici naturali e/o biologici, di solito non contengono sostanze di origine chimica, così come i rossetti per vegani non dovrebbero contenere sostanze di origine animale.

Fatta questa prima distinzione, si può dire che tutti i rossetti sono composti pressoché da un mix variabile di queste sostanze: oli naturali e di sintesi (ricino, tridecyl trimetillate, triisostearyl citrate, diisostearyl malate), grassi (burro di karitè, burro di cacao), resine e cere di varia origine - si distinguono in vegetali (candelilla, carnauba, girasole), animali (cera d'api, lanolina), minerali (paraffina, ozocherite) e sintetiche (polietilenica, synthetic wax), pigmenti minerali e naturali, antiossidanti, sostanze funzionali (idratanti, antiage, volumizzanti, emollienti, filtri solari), profumo e, in alcuni rossetti, siliconi.

2. Da cosa dipende la texture?

La texture, mat o lucida, dipende dal tipo di oli e cere che compongono la formula. Solitamente un rossetto mat è un mix di oli leggeri, poco viscosi e molto volatili, uniti a cere performanti e rigide. I rossetti lucidi e semilucidi, invece, contengono oli corposi, come ad esempio l'olio di ricino, che però tende a irrancidire. Per questo motivo oggi è spesso sostituito con un olio di origine sintetica (tridecyl trimetillate) che garantisce la stessa performance ma è inodore e più stabile.

3. Come si fa un rossetto long lasting?

Si aggiungono alla formula i film former, ovvero polimeri che formano una sorta di pellicola per migliorare l'adesione, la resistenza all'acqua e allo strofinamento. I long lasting sono quindi idrofobici, ma bisogna ricordare che non resistono alle sostanze oleose (come l'olio contenuto nei cibi), che fanno scomparire qualunque rossetto, anche le formule a lunga tenuta.

4. Quali sono i pigmenti che danno colore al rossetto?

Ci sono i pigmenti naturali e i pigmenti sintetici. Tra i pigmenti naturali, i più utilizzati sono gli ossidi di ferro (che servono per il giallo, il nero e il rosso spento), il titanio biossido (per il bianco) e la cocciniglia (per il rosso carminio), la mica e le perle. I pigmenti sintetici sono le lacche e si usano per creare le nuance accese. Le nuance dei rossetti, che variano a ogni stagione con esclusione di alcuni toni evergreen, si ottengono sperimentando sempre nuovi mix di diversi tipi di pigmenti.

5. Che differenza c'è tra un rossetto in stick e un rossetto liquido?

Le differenze sono sostanzialmente nel comfort, nella durata della tenuta e nel metodo d'applicazione. Le fedeli al lipstick devono sapere che il rossetto in stick, proprio a causa della sua texture morbida e cremosa, difficilmente dura inalterato sei/otto ore, anche se è in formula no-transfer. Dopo un po' tende a migrare nelle micro rughe del contorno labbra, oppure ad andarsene quando si tampona la bocca, magari durante il pranzo.

Chi cerca tenuta estrema e leggerezza, dovrebbe preferire i rossetti liquidi, formule innovative che si applicano sulle labbra e lì rimangono per moltissime ore, senza migrare, fino a scordarsi di averli applicati.

6. Cosa si mette nella formula per evitare che un rossetto diventi un ricettacolo di batteri?

All'interno dei rossetti, essendo prodotti anidri (ovvero privi di acqua), sono inseriti gli antiossidanti come ad esempio la vitamina E (tochopheryl acetate), di origine naturale.

7. Quindi i rossetti non contengono conservanti?

Di solito no, perché i conservanti s'inseriscono nelle formulazioni contenenti acqua, dove c'è maggior rischio di prolificazione batterica. La loro funzione è quella di evitare la libera crescita di microrganismi quali muffe e batteri che provocherebbero la degradazione del prodotto e l'insorgere di problemi cutanei.

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