Se la pelle e il cuoio capelluto hanno molto in comune, i capelli, invece, sono un mondo a sé. «I primi sono vivi e sensibili, con terminazioni nervose e ghiandole sebacee. Ma i secondi, che nascono dal derma, sono formati da cellule morte, prive del nucleo. Avendo strutture diverse, non è detto che vadano detersi allo stesso modo», dice Orietta Viziale, direttore scientifico di Alès Groupe Italia. Questa distinzione spiega già molte cose. Ad esempio, il motivo per cui possiamo avere i capelli secchi ma la cute grassa. E anche perché oggi gli shampoo si focalizzano su ingredienti selettivi, che lavorano simultaneamente in due direzioni: chioma e cuoio capelluto.
Shampoo e formule selettive
Nella scelta del detergente valgono, in linea di massima, gli orientamenti di sempre: i capelli grassi e con forfora vanno lavati con sostanze astringenti e disinfettanti, quelli secchi con attivi idratanti, i fini con formule texturizzanti, i ricci richiedono ingredienti anticrespo. Ma è sulle tecnologie intelligenti, che oggi si gioca la partita della ricerca. «Ci sono specialità che bloccano i batteri patogeni e allo stesso tempo favoriscono quelli protettivi, da usare in caso di ipersecrezione sebacea o per preservare la salute del capello, alternandoli a detergenti più specifici. Mentre altre sostanze stimolano la produzione di proteine che ancorano il fusto al bulbo o intrappolano il pigmento nella fibra per far durare il colore», precisa Orietta Viziale.
Shampoo specifici
Tensioattivi green
Sull’impiego dei tensioattivi, la questione resta aperta: sì o no? Accanto al partito degli integralisti, che li vorrebbe eliminare del tutto perché troppo aggressivi, ci sono coloro che cercano alternative più delicate ma ugualmente valide. «È la qualità degli agenti detergenti che fa la differenza, basta scegliere quelli più delicati. E poi la schiuma non è da demonizzare: rende senza dubbio più piacevole il rituale dello shampoo», dice Mercedes Odierna, responsabile formazione in Sisley Italia.
La soluzione più soft arriva da creme lavanti ristrutturanti da usare a secco, emulsionando poi con acqua su cute e lunghezze. «Contengono di norma solo tensioattivi vegetali», spiega Orietta Viziale di Alès Groupe Italia. Noi usiamo la saponaria, che deterge senza sgrassare preservando il sebo, utile per lubrificare e proteggere».
Shampoo naturali
Il metodo della doppia detersione
Ma se a ispirare le creme lavanti è stato il co-washing, cioè il lavaggio a “zero tensioattivi”, che sostituisce lo shampoo con il balsamo, oggi è in voga anche il metodo della doppia detersione, che arriva dritto dal Giappone. Implica l’utilizzo in sequenza di due shampoo diversi: «Il primo a base oleosa, per eliminare le particelle liposolubili, l’altro a base acquosa per asportare quelle idrosolubili», conclude Orietta Viziale. Un rituale che ricorda la buona regola di alternare specialità diverse per far sì che i capelli non si abituino agli stessi attivi, e che ha senso anche con il cambio di stagione o come antidoto antiage. In altre parole, l’haircare si fonde sempre più con lo skincare, trasformamando lo shampoo in un gesto di trattamento.
Shampoo riparatori
Micelle antismog
Anche in caso di capelli fortemente sfibrati o sensibilizzati dalla tinta, la soluzione passa dallo shampoo: le formule associano sostanze densificanti, che raggiungono il derma, a quelle filmogene, che inguainano lo stelo in superficie: come le cheratine, il collagene d’acacia o l’estratto di cardo mariano. Un discorso a parte per le micelle: le speciali molecole che spopolano negli struccanti, oggi lavorano anche per inglobare le impurità del fusto e, insieme ai sali marini o all’acido salicilico green, rimuovono le particelle inquinanti.
Shampoo speciali
Esalta il colore Shampoo tonalizzante Shine On Silver Touch, Bionike (euro 11.90).