Sono stata a Torino da Gigi Buffon e ci sono stata nel pieno della bufera post partita di Champions League, quella del rigore all'ultimo secondo, delle parolacce, dell'espulsione, delle metafore colorite. Sono andata a incontrare Gigi Buffon nell'anno delle 40 candeline (li ha compiuti lo scorso 28 gennaio), un'età che per l'uomo conta poco, «non ho paura del tempo che passa», ma che per il calciatore qualcosa potrebbe voler dire. Il calcio è off limits, il ritiro dalle scene è off limits, il gossip è off limits, ormai la storia d'amore con Ilaria D'Amico è sdoganata e va a gonfie vele oltre ad aver portato alla luce Leopoldo Mattia, il più piccolo dei 3 figli di Gigi Buffon (gli altri sono Louis Thomas, 2007, e David Lee, 2009, nati dal matrimonio con Alena Šeredová). La vita di Buffon però è tutta lì, servita su un piatto d'argento e condita da non poche, e a dir la verità inaspettate, risate. Sono stata alla presentazione del nuovo spot di Head & Shoulders in cui si celebra il coraggio del capitano, oh mio capitano, (oltre che il nuovissimo shampoo antiforfora) e in pratica vuol dire che sono stata dal parrucchiere con Gigi Buffon e gli ho chiesto tutto quello che non avevo capito del calcio (sì, ho peccato), di lui, di me.

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Ho capito che oggi è meglio non parlare di calcio, mi adeguo. Cartellino rosso a una donna se... (Ci pensa e ride, mi guarda e dice)
Parliamo di calcio?

Il 20 maggio devo comprare i Klinex?
Ok dai no, torniamo alle donne...

Cartellino rosso a una donna se...
Se si esprime in maniera maleducata.

Quanto tempo passi davanti allo specchio?
5 minuti al giorno, 3 minuti la mattina e 2 quando finisco la doccia dopo l'allenamento.

Capello lungo + fascetta lo hai lanciato tu o lo hai rubato a Totti?
L'ho avuto, l'ho avuto. Guarda non penso proprio di aver lanciato niente e se l'ho fatto è stato inconsapevolmente. Mi sono sempre accettato per quello che sono e non sono mai stato uno che ha curato particolarmente la sua immagine. Da questo punto di vista credo proprio di essere stato naïf, per non dire selvaggio. Quindi anche con i capelli mi arrabattavo, come venivano venivano, e mi sono sempre andato bene così.

Tu non sei vanitoso ma la nomea dei calciatori non è proprio questa... ci dici chi ci mette di più a uscire dagli spogliatoi?
In questi ultimi 10 anni è cambiata tanto la cura e l'attenzione che il calciatore, ma direi tranquillamente in generale l'uomo, pone alla cura e all'aspetto esteriore. Quindi sì, anche negli spogliatoi ci sono ragazzi che per esaltare la loro avvenenza fisica, o accondiscendere a un loro piacere personale, si curano al dettaglio. Ti dirò che secondo me fanno bene nella misura in cui contribuisce a una sicurezza e una felicità interiore che non va mai trascurata.

Ok, ho capito un nome non me lo dici. Azzardo io Cristiano Ronaldo... lo hai abbracciato lungamente pochi giorni fa, che profumo ha?
Quella sera lì in effetti i profumi non li avrei sentiti in nessun caso... non avevo la lucidità per sentire nessun aroma.

Giochi in serie A da quando hai 16 anni, te la immagini una domenica da persona normale?
Eh me la immagino sì, l'ho anche vissuta, quando mi sono infortunato. Per uno come me, che ha condotto la vita che ho fatto io, una domenica senza partita è una giornata insipida però è anche vero che prima o poi ci si dovrà arrendere.

Quando sei in ritiro cosa ti manca di più?
L'aria. Quel senso di libertà che vado sempre cercando nella vita.

Capitano e anche papà, due ruoli in un certo senso simili...
Sì hai ragione, nelle loro diversità hanno anche tante analogie. Soprattutto se, come me, fai il capitano da grande che è certamente diverso da farlo a 25 anni. Ho a che fare con ragazzi molto più giovani, che hanno 20 anni, ed è bellissimo un mix di emozioni, sentimenti, equilibri e di rapporti che intrigano. Mi gratificano entrambi questi ruoli.

Tu e Ilaria: chi ne capisce più di calcio?
Mi auguro Ilaria, è lei che ne deve parlare... io devo solo giocare.

In quante lingue sai dire le parolacce?
Quelle solo in italiano, la fregatura è quando incontri un arbitro poliglotta...

Principi o buone maniere?
Sono disposto a essere immorale per seguire i miei principi.

Sei coraggioso a dirlo...
Nella mia vita personale posso dire di essere stato coraggioso ma non ti so dire quando lo sono stato nel mio sport. Dai momenti più delicati ne sono uscito con caparbietà, talento e un po' di fortuna, per il resto faccio il mio lavoro e mi viene naturale.

Avresti potuto fare altro?
Mi piace il tennis, e ogni tanto ci gioco. Fai i conti solo con te stesso, hai la certezza di vincere e/o perdere solo per merito o colpa tua.

3 frasi di 3 canzoni, le prime 3 parole/emozioni/sensazioni che ti vengono in mente
"Quel sogno che comincia da bambino e che ti porta sempre più lontano" (Un'estate italiana)

Beh è una delle canzoni, delle colonne sonore che ho più nel cuore in assoluto e che ascolto ancora oggi e che mi fa emozionare. Alla fine è un salto all'indietro a quello che è stato ma anche a cos'eri e a cosa sognavi e a quanto ci hai messo di tuo, quanta passione e energia ti sono serviti per arrivare fino a qui e realizzarlo quel sogno.

"Sai che ho vinto il mondiale da quando ci sei, sei la Nazionale del 2006" (Questa nostra stupida storia d'amore)

È il momento culmine, non dico personale, ma di tutto il movimento. È dal 2006 che nessuna nazionale italiana, a qualsiasi livello, anche giovanile, non vince un trofeo e forse questa cosa dovrebbe far riflettere.

"Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori" (Nessuno vuole essere Robin)

Questa non è una colpa, sono delle responsabilità che uno si prende proprio perché ha il numero 10 sulla schiena ed è una maglia che viene data a chi effettivamente ha delle qualità, quantomeno tecniche, superiori agli altri. Il numero 10 però non è sinonimo di infallibilità e questo vale per tutti e per ogni circostanza.

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