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Hillary Clinton, per le elezioni prendi ispirazione dalle serie tv

Da House of cards a Scandal, la televisione americana è piena di donne che aspirano a diventare presidente: la Clinton potrebbe prenderle a modello

By Guia Soncini
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Poiché le elezioni imitano la televisione, l'anno in cui una donna ha finalmente concrete chance di diventare presidente degli Stati Uniti (cioè: la persona più potente del pianeta) è anche quello in cui le serie tv sono piene di donne candidate alla presidenza, o incamminate su un percorso che porta lì. Segretario di Stato, candidata alla vicepresidenza, governatrice ambiziosa: tutto lo spettro dei ruoli televisivi è pieno di modelli per Hillary Clinton, anche ora che Alicia Florrick (la Good wife di Julianna Margulies) si è ritirata e fa solo l'avvocato e la badante delle ambizioni del marito – insomma: una Hillary del Novecento.

Claire Warren in 
The family (interprete: Joan Allen)

<p>Claire è candidata a governatore del Maine ed è chiaro che vincerà: suo figlio, rapito e dato per morto dieci anni prima, è appena tornato a casa. È una storia irresistibile di valori familiari e tenuta sotto stress. Nulla è come sembra, tranne una cosa: sua figlia Willa è ambiziosissima, persino più di lei. Dieci anni prima, quando Claire diventava sindaco, Willa era l'adolescente che pronosticava: «Diventerà presidente». Serve una famiglia, dicevamo. Chissà se Chelsea ci tiene altrettanto. <span></span></p>

Claire è candidata a governatore del Maine ed è chiaro che vincerà: suo figlio, rapito e dato per morto dieci anni prima, è appena tornato a casa. È una storia irresistibile di valori familiari e tenuta sotto stress. Nulla è come sembra, tranne una cosa: sua figlia Willa è ambiziosissima, persino più di lei. Dieci anni prima, quando Claire diventava sindaco, Willa era l'adolescente che pronosticava: «Diventerà presidente». Serve una famiglia, dicevamo. Chissà se Chelsea ci tiene altrettanto.

Claire Underwood in House of cards (interprete: Robin Wright)

<p>Serve una famiglia ambiziosa quanto te, per farti conquistare il mondo. Nella quarta stagione Claire s'impunta: vuole fare la vicepresidente nel secondo mandato presidenziale del marito, non gliene frega niente delle accuse di familismo, dei rischi per la rielezione, del senso dell'opportunità. Sua madre, malata di cancro, fa l'unico gesto utile a una figlia ambiziosa e priva di una foto con Kennedy: si offre volontaria per un'eutanasia la cui tempistica serva alla conquista del consenso elettorale. </p>

Serve una famiglia ambiziosa quanto te, per farti conquistare il mondo. Nella quarta stagione Claire s'impunta: vuole fare la vicepresidente nel secondo mandato presidenziale del marito, non gliene frega niente delle accuse di familismo, dei rischi per la rielezione, del senso dell'opportunità. Sua madre, malata di cancro, fa l'unico gesto utile a una figlia ambiziosa e priva di una foto con Kennedy: si offre volontaria per un'eutanasia la cui tempistica serva alla conquista del consenso elettorale.

Elizabeth McCord in Madam Secretary (interprete: Téa Leoni)

<p>Serve una famiglia anche per ricordare al pubblico che sei una donna: innanzitutto moglie, innanzitutto madre. In una delle ultime puntate, Elizabeth – segretario di Stato, cioè il lavoro più importante del mondo dopo quello del presidente – è in crisi perché si è rotta la lavatrice. Spiega al marito quant'è importante che chiami il tecnico: «Quando un elettrodomestico si rompe, mi sembra una prova che non sono in grado di prendermi cura della mia famiglia». Stai scongiurando una guerra tra India e Pakistan, ma il pubblico si aspetta che innanzitutto ti preoccupi che tuo figlio vada a scuola con calzini profumati. Prima le attrici giuravano di non avere babysitter pur avendo sei figli; ora alle donne che governano il mondo tocca non avere una colf, per non sembrare poco femminili. </p>

Serve una famiglia anche per ricordare al pubblico che sei una donna: innanzitutto moglie, innanzitutto madre. In una delle ultime puntate, Elizabeth – segretario di Stato, cioè il lavoro più importante del mondo dopo quello del presidente – è in crisi perché si è rotta la lavatrice. Spiega al marito quant'è importante che chiami il tecnico: «Quando un elettrodomestico si rompe, mi sembra una prova che non sono in grado di prendermi cura della mia famiglia». Stai scongiurando una guerra tra India e Pakistan, ma il pubblico si aspetta che innanzitutto ti preoccupi che tuo figlio vada a scuola con calzini profumati. Prima le attrici giuravano di non avere babysitter pur avendo sei figli; ora alle donne che governano il mondo tocca non avere una colf, per non sembrare poco femminili.

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Mellie Grant in Scandal (interprete: Bellamy Young)

<p>Una vita da first lady, pazientando perché venga il tuo turno, dopo due mandati di quel tonno cornificatore con cui sei sposata (no, non parlo di Bill Clinton: dico il Fitz di Scandal); poi, quando finalmente toccherebbe a te, la vicepresidente si candida anche lei e piace molto di più al Paese: tu non sorridi abbastanza e sei troppo prima della classe, e non sei autenticamente popolare, e sei fredda – vi ricorda qualcuno? Un giovedì sera, subito dopo Scandal, Hillary è andata a un talk-show dove ha provato un finto comizio. Il conduttore la interrompeva di continuo: «Non sorridi abbastanza, sorridi troppo, urli troppo, parla più forte, non sei, cos'è che non sei…» La gag finiva con Hillary che chiedeva: «Un uomo?».</p>

Una vita da first lady, pazientando perché venga il tuo turno, dopo due mandati di quel tonno cornificatore con cui sei sposata (no, non parlo di Bill Clinton: dico il Fitz di Scandal); poi, quando finalmente toccherebbe a te, la vicepresidente si candida anche lei e piace molto di più al Paese: tu non sorridi abbastanza e sei troppo prima della classe, e non sei autenticamente popolare, e sei fredda – vi ricorda qualcuno? Un giovedì sera, subito dopo Scandal, Hillary è andata a un talk-show dove ha provato un finto comizio. Il conduttore la interrompeva di continuo: «Non sorridi abbastanza, sorridi troppo, urli troppo, parla più forte, non sei, cos'è che non sei…» La gag finiva con Hillary che chiedeva: «Un uomo?».

Selina Meyer in Veep (interprete: Julia Lous Dreyfus)

<p>È stata la peggior vicepresidente possibile, e poi la peggior presidente (non eletta: il presidente si era dimesso). La scorsa stagione si è chiusa con le elezioni, un inedito pareggio, e l'incognita: Selina sarà presidente? <br><br>
Se tocca al Congresso decidere, la peggiore potrebbe non farcela: quello stesso Congresso che l'ha fatta testimoniare per sospetti di malefatte (sì, come Hillary) potrebbe preferire eleggere il suo candidato vice (Hugh Laurie, già dottor House). Hillary sicuramente guarda Veep e ha imparato: sceglierà un vice poco ambizioso (ne esistono?), o uno non eleggibile alla presidenza – cioè il marito.<span></span></p>

È stata la peggior vicepresidente possibile, e poi la peggior presidente (non eletta: il presidente si era dimesso). La scorsa stagione si è chiusa con le elezioni, un inedito pareggio, e l'incognita: Selina sarà presidente?



Se tocca al Congresso decidere, la peggiore potrebbe non farcela: quello stesso Congresso che l'ha fatta testimoniare per sospetti di malefatte (sì, come Hillary) potrebbe preferire eleggere il suo candidato vice (Hugh Laurie, già dottor House). Hillary sicuramente guarda Veep e ha imparato: sceglierà un vice poco ambizioso (ne esistono?), o uno non eleggibile alla presidenza – cioè il marito.

Kate Sacker in Billions (interprete: Condola Rashad)

<p>La più giovane e ambiziosa e lucida e di buona famiglia tra le assistenti del procuratore distrettuale lo confessa senza problemi: «Sto usando questo ufficio per arrivare più in alto». Il suo capufficio, tapino, ipotizza che lei voglia fare il governatore o il segretario di Stato. Il suo sguardo dice: «Di più». A «Presidente», lo sventurato obietta: «Ma nessuno pianifica niente del genere da così giovane». Lei gli spiega la vita: «Nessuno che non lo pianifichi subito ci arriva: penserai mica che Clinton avesse conservato per caso quella foto con Kennedy?». Il Clinton dell'esempio è Bill, e la foto conservata a scopo di consenso elettorale lo ritraeva diciassettenne. </p>

La più giovane e ambiziosa e lucida e di buona famiglia tra le assistenti del procuratore distrettuale lo confessa senza problemi: «Sto usando questo ufficio per arrivare più in alto». Il suo capufficio, tapino, ipotizza che lei voglia fare il governatore o il segretario di Stato. Il suo sguardo dice: «Di più». A «Presidente», lo sventurato obietta: «Ma nessuno pianifica niente del genere da così giovane». Lei gli spiega la vita: «Nessuno che non lo pianifichi subito ci arriva: penserai mica che Clinton avesse conservato per caso quella foto con Kennedy?». Il Clinton dell'esempio è Bill, e la foto conservata a scopo di consenso elettorale lo ritraeva diciassettenne.

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