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X Factor 10, che cosa ci è piaciuto e cosa no dei primi bootcamp

Primi bootcamp e assegnazione delle categorie ai giudici nella quarta puntata del talent, tra la macchina da guerra della squadra delle under donne di Fedez (con un'eliminazione che non ci è andata giù) e un Alvaro Soler quasi spietato: ecco i nostri giudizi

di
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Partiamo dai ringraziamenti: grazie, X Factor Italia, per averci risparmiato Mara Maionchi in versione «anziana sola in uno sgabuzzino che sbrocca davanti alla tv», e grazie per aver, finalmente, dato il via alla competizione con le assegnazioni e i, mai come quest'anno sospirati, Bootcamp. Ma, tra una Arisa dalla chioma di colpo color polenta (a cui non ci sentiamo di appioppare un pollice giù, perché, come si dice, ci dobbiamo ancora fare l'occhio) parecchio indisposta dall'assegnazione degli under uomini (e qui sì che la bocciamo a mani basse), e un Alvaro Soler inaspettatamente smaliziato (si sarà forse ringalluzzito perché i colleghi di cattedra hanno finalmente imparato come si pronuncia il suo nome?), ecco i nostri immancabili pollici su e giù sulla quarta puntata del talent di Sky Uno.

1

Pollice giù per: le assegnazioni

assegnazioni categorie

O meglio: pollice giù per la lagna con cui praticamente tutti i giudici hanno accolto la loro categoria. La Gialappa's ai tempi d'oro avrebbe accompagnato le scenate dei 4 con un bel sottofondo di neonato piagnone, soprattutto con Arisa, palesemente indisposta dai suoi poveri Under Uomini, e Manuel Agnelli che sognava di «fare cose folli con le band» e invece si ritrova, come li chiama lui, «gli anzianotti». Che, comunque, 10-15 anni in meno di lui li hanno tutti.

2

Pollice su per: le under donne

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Così brave da mandare in palla il più navigato dei giudici, cioè Fedez, le "mini donne" si sono presentate una dopo l'altra sul palco dei Bootcamp in un crescendo di stile, carattere e bravura che, considerato l'età media che si aggira intorno ai 18-19 anni, ha lasciato giudici e pubblico stupefatti. Per dire, una delle poche a non guadagnarsi la sedia al primo colpo è stata una riccioluta moretta che è riuscita a cantare (a tempo!) la ultra difficile Tightrope di Janelle Monàe che pensiamo possa contenere qualcosa come 100 mila parole. Se lei non è passata vuol dire che le altre sono fortissime.

3

Pollice giù per: l'esclusione di Charlotte

Charlotte

Qui Fedez ci ha spezzato letteralmente il cuore, perché Charlotte (che naturalmente non si chiama davvero Charlotte, bensì Debora) era irrinunciabile. Non appena ottenuta la sedia grazie a una meravigliosa versione di Jolene, la giovane Debora con la rosa rossa nei capelli ha iniziato, nell'ordine, a: spargere il panico tra le momentanee compagne di squadra con previsioni e commenti, polemizzare con il pubblico che parteggia per l'una e per l'altra, sbadigliare senza ritegno. Totalmente indisciplinata, aveva tutta l'aria di una che ci avrebbe fatto divertire parecchio. Peccato, c'erano almeno un paio di scelte assai più noiose da preferirle.

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4

Pollice a metà per: Valentina

Valentina Giardullo

Non le diamo non uno ma due pollici su non perché non sia stata stupenda la sua performance, perché la è stata, ma perché si dovrebbe mettere un veto, ormai, a Mad World alle audizioni. Riuscite a contare le volte che l'avete sentita? Impossibile, vero? Stessa cosa per The sound of silence (immancabile anch'essa in questi Boot Camp) e The house of the rising sun. Potremmo far partire una petizione per il prossimo anno, chi ci sta metta sì nei commenti sotto.

5

Pollice su per: Alvaro Soler

Alvaro soler e i gruppi

Oh, ora sì che possiamo dare un giudizio su un Soler che, perdonate la battutaccia, era finora rimasto nell'ombra. Molto più aperto ai generi i più disparati di quanto si potesse immaginare, molto più curioso e anche stravagante di quanto quell'aria rassicurante lasciasse trapelare, Alvaro ha preso decisioni sicure, arrivate senza eccessivi patemi e tentennamenti. Solido e intuitivo, fa passare, per esempio, il duo elettronico-dark degli Iiso e rinuncia alla boy band di giovani e carini che ha fatto mezzo scempio di Basket case dei Green Day. Inoltre, andando contro ogni regola dei talent show, elimina il gruppo più chiacchierato della settimana, ovvero le tre sorelle Coraline.

6

Pollice su per: Oak

Oak

A quel povero cantante del trio dream pop degli Oak gliene hanno dette di tutti i colori: anti estetico, anti frontman, «figo perché non sei figo» (cit. Fedez), «la tua non presenza è fortissima, sei super non presente, un super eroe» (cit. Manuel Agnelli), il tutto condito dai suoi due compagni di band piegati in due dalle risate. Per questo e per aver portato, e con gusto, Time to pretend degli Mgmt tifiamo fortissimo per loro.

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