Una ragazza di sedici anni, in ritardo per andare a scuola, sveglia la madre, ancora a letto, assonnata, che le urla "Caffè, un secchio!". È iniziata così Romanzo Famigliare, la nuova fiction in sei prime serate in onda su Raiuno. Fin dalla prima scena, la saga della famiglia livornese dei Liegi, ideata da Elena Bucaccio e diretta da Francesca Archibugi, non ha potuto non far tornare alla mente un'altra saga famigliare, quella di Lorelai e Rory Gilmore, le protagoniste di Una mamma per amica.

Emma (Vittoria Puccini, sono lontani i tempi di Elisa di Rivombrosa!) e la figlia Micol (Fotinì Peluso, la vera rivelazione di questa serie), in fondo, ben incarnano la versione nostrana dei personaggi interpretati per otto stagioni da Lauren Graham ed Alexis Bledel: le madri sono giovani, disordinate, hanno la battuta sempre pronta e sono guidate nelle loro scelte quotidiane da un forte senso di indipendenza, legato alla necessità di volersi smarcare, fin da adolescenti, da una famiglia fin troppo opprimente. Le figlie, invece, devono colmare la mancanza di disciplina di chi le ha cresciute diventando loro stesse le adulte delle coppia. Un sovvertimento dei ruoli tanto semplice quanto capace di appassionare e divertire.

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Romanzo Famigliare, però, non copia da Gilmore Girls spudoratamente, ma ne prende spunto per declinare un insolito rapporto madre-figlia nel contesto di una Livorno i cui personaggi comprimari rappresentano l'Italia di oggi: c'è la ricerca dell'ordine del terzo incomodo, il padre di Micol nonché marito di Emma, Agostino (Guido Caprino); c'è la spietatezza della generazione più anziana verso la ribellione di quella più giovane, rappresentata dal patriarca Gian Pietro (Gian Carlo Giannini), ma c'è anche la spensieratezza di chi vive alla giornata, senza occuparsi e preoccuparsi del domani, come Giorgio (Andrea Bosca). Tutti maschi, a rallentare quella che, altrimenti, sarebbe una folla corsa delle due protagoniste sulle due ruote del loro motorino verso una seconda adolescenza (per Emma) e una nuova maturità (per Micol).

Insomma, un ritratto che da famigliare diventa generazionale e capace così di attirare i più giovani e i più grandi, tutti messi sotto la lente di ingrandimento della Archibugi, capace come non mai di soffermarsi soprattutto sulle due protagoniste, due donne, alle prese con cambiamenti della loro vita che non hanno chiesto ma che devono assorbire per poter crescere.

Se ancora non vi è capitato di buttare un occhio a questa fiction, fatelo, recuperandone gli episodi già andati in onda su Raiplay: il mondo che vi si aprirà sarà molto simile a quello che vi circonda, ma anche molto classico nella sua impostazione. Non è un caso che il titolo richiami l'idea del romanzo: quella dei Liegi vuole essere una storia (con tanto di narratore esterno, lo storico autista della famiglia), ricca di svolte, sorprese, personaggi in evoluzione e dialoghi scritti per agganciare il pubblico più smaliziato.

Sì, Romanzo Famigliare si può definire un Gilmore Girls italiano, ma Emma e Micol non sono il riflesso di Lorelai e Rory: come loro, sono semplicemente due giovani donne che stanno imparando l'una dall'altra a crescere, senza rinunciare a quella forza ed a quel fascino che solo dei personaggi femminili possono portare in tv ed al cinema. La scuola della vita in versione fiction.