I suoi personaggi gli rubano, letteralmente, la scena. E lui, compiaciuto, li lascia fare: «Il lavoro dell'attore è concedersi: lasciare spazio a un personaggio e dargli forma», spiega Guido Caprino, il cui talento trasformista è a dir poco impressionante. A colpo d'occhio nessuno infatti direbbe che dietro all'Antonio Iovine di Sotto Copertura e al Marco Bello de I Medici ci sia sempre lui. Figuriamoci per 1993 - una delle serie più attese del 2017 - dove interpreta, con perfetto accento lombardo (lui che è siciliano…), il leghista Pietro Bosco. La serie, sequel di 1992, va in onda dal 16 maggio 2017 in prima serata su Sky Atlantic. Oltre a Caprino, nel cast figurano i confermati Stefano Accorsi (reduce dal trionfo ai David di Donatello),Tea Falco e Miriam Leone a cui si aggiungono le new entry Laura Chiatti, Vinicio Marchioni (nel ruolo di Massimo D'Alema) e Paolo Pierobon (Silvio Berlusconi).

Come evolve Bosco in 1993?

Inizia a vivere gli affetti come una forma di debolezza; decide quindi di prenderne le distanze, sradicandosi in un certo senso dalla propria storia.

Sbaglio, o lei prova un certo gusto a confondersi nei suoi personaggi, quasi fino a fare perdere le proprie tracce?

In ogni ruolo che interpreto c'è una parte di me, ma sempre ben camuffata: è fondamentale che non si veda. Recitare vuol dire lasciarsi guidare dal personaggio: assumere le forme che suggerisce, il suo modo di parlare, l'accento. Altrimenti non scatta la magia.

Quanto è importante non ripetersi interpretando gli stessi ruoli?

Per me è cruciale. Fin dall'inizio ho prediletto copioni volutamente diversi tra loro, dicendo molti no. È una scelta che mi è costata, anche in termini di notorietà. Cambiando spesso ruoli (e quindi aspetto), capita che la gente non mi riconosca per strada ma va bene così. Tra l'altro sono molto geloso della mia privacy: faccio di tutto per proteggere la mia sfera personale.

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Il cast di 1993.

Effettivamente non si è mai sbilanciato nel parlare della propria vita sentimentale...

Sapete già che sono siciliano: non basta? (ride, ndr)

Per questa ragione non è attivo sui social network?

In realtà non li uso perché non mi piacciono, non li capisco e soprattutto mi preoccupa la direzione in cui sta andando il mondo da quando si utilizzano queste nuove tecnologie. Penso che la comunicazione tra gli esseri umani non sia mai stata bassa come adesso. Sta venendo meno persino la reciproca capacità di ascolto: io stesso, che utilizzo solo gli sms, ho sempre gli occhi sul telefono. Chissà come sarebbe la mia vita se avessi anche Facebook o Twitter! Inoltre i social network ti danno l'impressione di essere in molti posti diversi quando in realtà, concretamente, non si è da nessuna parte.

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Guido Caprino nella serie I Medici.

I suoi prossimi impegni?

Dal 7 maggio al 24 giugno sono a teatro, a Siracusa, con la tragedia Le fenicie di Euripide, per la regia di Valerio Binasco. Poi tornerò in tv, nella serie Romanzo familiare. Sa però quale sarebbe il mio sogno lavorativo?

Dica.

Recitare, per divertimento, in un bel film western.

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Guido Caprino un una scena di 1993.