Il talento specifico di un divo del cinema è farti credere che ogni storia parli di lui. Brad Pitt è perciò un fenomeno almeno dal 2005, quando ci convinse che potevamo assistere alla passione secondo Angelina Jolie immaginando languidi sottintesi sul set di Mr. e Mrs. Smith. E Netflix ha fatto benissimo a dargli i 60 milioni di dollari che chiedeva – si presume, ché i signori non parlano di soldi – per realizzare War Machine. Il film, ispirato al libro Pazzi di guerra di Michael Hasting e disponibile su Netflix dal 26 maggio 2017, racconta di un generale dell'esercito americano mandato in Afghanistan per far finire la guerra e costretto, invece, a dimettersi per manifesta goffaggine. Eppure, nonostante sia stato girato nel 2015, racconta pure quello che Brad Pitt ha imparato dal divorzio più spiazzante degli anni Dieci. È quasi magia.

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Brad Pitt nel film War machine, diretto da David Michôd, dove veste i panni del goffo generale americano McMahon a capo delle forze Nato in Afghanistan.

Rapido riassunto per chi non si intende di pettegolezzo (lo so, lo so: siete qui per la scultura). Lo scorso 15 settembre Angelina Jolie ha presentato domanda di divorzio da Brad Pitt, con contestuale richiesta di affidamento esclusivo dei sei figli, per via di una sua inveterata abitudine alla sbronza polemica. Per un istante è sembrato che ogni contegno potesse saltare, e il Risiko delle indiscrezioni pilotate sfociare in cagnara. Poi la ragionevolezza ha trionfato e da gennaio assistiamo a un minuetto di affermazioni distensive e mosse tattiche di riposizionamento. Angelina, si sa, è in concorso per la beatificazione: fa film coi poverelli e insegna la pace nel mondo all'Università. Per Brad era molto più difficile: ha scelto la via dell'autoflagellazione.

Prima però era fondamentale ristabilire un principio: ancorché in affanno, Brad Pitt è sempre il più figo di tutti. E siccome a Hollywood solo i buoni possono essere belli – e viceversa – la prima apparizione da debuttante divorziato è stata fulminea e strepitosa: sul palco dei Golden Globe in quanto smagliante produttore di Moonlight, il film più socialmente responsabile dell'anno. Standing ovation obbligatoria, e a seguire: piccole chiacchiere senza costrutto a proposito di potenziali flirt. Quelli clamorosi e inventati, a significare popolarità: Kate Hudson, Marion Cotillard, Sienna Miller, addirittura un secondo mandato Jolie. E quelli reali, più discreti. «Niente di serio, non ha mica una ragazza. È più un modo per uscire di casa e coltivare una dimensione sociale», ha detto un amico a People, a significare sanità di mente. Con giudizio.

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Brad Pitt con Angelina Jolie. Il loro legame è durato 12 anni.

Brad Pitt è innanzitutto un uomo ferito. Un uomo che, invece di andare a vincere gli Oscar, ha passato settimane chiuso nello studio di un amico suo scultore ad ascoltare musica lagnosa, e poi ha deciso di raccontarlo. Diffusamente. Non siamo neanche a giugno, ma non ho dubbi: la cosa più abbacinante che leggerete quest'anno è l'intervista a Brad Pitt che GQ Style ha pubblicato all'inizio del mese. E le foto, santi numi: le foto. Il servizio di accompagnamento, Brad Pitt nei parchi nazionali d'America, mantiene esattamente quello che promette: prende Brad Pitt e lo sovraimpone a scorci selvaggi come fosse il nanetto di Amélie, ma coi calzini di Brunello Cucinelli. E poi: i tatuaggi. Brad Pitt ha un tornado disegnato su un fianco. Mai addominale obliquo fu allenato a così profittevoli fini.

Ma torniamo all'intervista. Inizia con Brad Pitt che si prepara un tè matcha nella "casa di famiglia" a Hollywood Hills, quella in cui i ragazzi sono cresciuti, «sempre caotica, affollata, piena di voci e rumori dappertutto. E poi ci sono giorni come oggi, in cui tutto è così… così solenne». Setaccia un pizzico di polvere nella tazza, versa acqua calda, mescola col frustino di bambù. Accanto, il suo bulldog appisolato. Non fosse abbastanza esplicito il tableau vivant, il testo sottotitola: «Serenità, ordine, equilibrio: questa è l'impressione». Questo è il nuovo Brad Pitt. Un uomo che ha sofferto, ma erano colpe "autoinflitte". Un marito che non voleva diventare ex. Un padre che fa ogni sforzo per mantenere intatta la famiglia: «Dobbiamo uscirne tutti migliori, e più forti: non c'è alternativa».

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A Brad Pitt è stato attribuito un flirt con Kate Hudson.

A tal fine, Brad Pitt scolpisce. «Se non creo qualcosa, mi metto a immaginare scenari di morte e distruzione, ed è una fine orribile». E che cosa scolpisce? «Di tutto. Lavoro con la creta, la malta, il legno, l'acciaio. Imparo i materiali, a volte mi sorprendo di me stesso. È un'attività molto solitaria. E anche molto manuale: mi fa un gran bene». Ma non confondetela con una crisi di mezz'età: «Ero davvero stanco di me. Da quando ho finito il college non ricordo un giorno in cui non mi sia fatto di qualcosa. Bere, fumare: qualunque cosa. Scappavo dalle emozioni. Adesso ho smesso, ho smesso da sei mesi, e in un certo senso sono contento: ho ripreso il controllo dei miei sentimenti». Che cosa beve, adesso? «Succo di mirtillo e acqua frizzante, ho il tratto urinario più pulito di Los Angeles». Qualcuno lo aiuta? «Ho cominciato un percorso con uno psicoterapeuta. E mi piace, mi piace molto. Ma ho dovuto passarne due prima di trovare quello giusto».

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Brad Pitt con Marion Cotillard, ennesimo, presunto flirt.

So cosa vi state chiedendo: cosa diavolo c'entra, in tutto ciò, un film satirico sulla guerra in Afghanistan? È la ragione per cui lui è Brad Pitt, e a noi nessuno ci paga per rotolarci sulla sabbia dei parchi naturali. «Quando mi metto nei guai, è questione di hybris (dice proprio così: hybris, "superbia" in greco antico; è l'attore preferito dalle professoresse di lettere, ndr). Quando l'America si mette nei guai, è questione di hybris. Pensiamo di essere migliori di tutti, e in molti modi lo siamo, ma non possiamo imporlo agli altri. Come si dimostra allora l'eccezionalità dell'America? Dando il buon esempio. È proprio come essere un buon padre». Delitto e castigo, morte e resurrezione: Brad Pitt ha espiato tutte le sue colpe. Adesso può tornare alle normali interviste promozionali, per ribadire il concetto e prendersi pure un po' in giro: «No, non ho tendenze suicide o cose del genere. Sono un essere umano, e non ho niente da nascondere». Il suo avvocato, da qualche parte, sta sospirando di meraviglia.