Sarcastica, spietatamente diretta e con due matrimoni (con lo stesso uomo) all'attivo: il canale Fox Life non poteva scegliere voce narrante migliore di La Pina per la nuova stagione diQuattro matrimoni in Italia, in onda ogni mercoledì sera alle 21.10 dal 29 marzo 2017. In gara, quattro coppie che si sfidano per capire chi, tra loro, ha organizzato la cerimonia perfetta. Il loro stress, ovviamente, è alle stelle e non c'è rimedio omeopatico che tenga...

Non trova che lo show sia un tantino dissacrante?

Semmai è esilarante! Per gli italiani, infatti, il matrimonio non è solo un'unione sentimentale: è anche un momento di rivalsa, una meta, un giro di boia, e le aspettative sono mostruose. La parte che preferisco è il finale quando il nervosismo cala e vedi i due sposi sfiniti: lui sbronzo e lei spettinata.

In questa stagione gareggiano, per la prima volta, anche gli sposi. Sono più o meno agguerriti delle loro dolci metà?

Sono peggio delle spose, perché hanno sulle spalle anche lo stress delle future mogli: arrivano alla battaglia già sfiniti. Devo dire che mi sono divertita molto a commentare lo show perché riesce a tirare fuori il peggio delle persone!

Qual è l'aspetto più tedioso delle cerimonie nuziali?

Le liste nozze. Per questo per il mio matrimonio ho realizzato due feste: la prima era a sorpresa, con gli amici, proprio per evitare che dovessero presentarsi con i regali e vestirsi in abito elegante. Tutti pensavano di partecipare a una festa di compleanno invece, a un certo punto, sono uscita fuori con l'abito bianco dicendo ai presenti chi fossero, tra loro, le damigelle e i testimoni. La seconda festa l'abbiamo invece organizzata a Riccione con i parenti: è stata una cena, diciamo così, ristretta, perché eravamo comunque in 200. In quell'occasione ho indossato un abito di Prada pazzesco.

Qual è invece il momento più bello del matrimonio?

L'attimo in cui incroci lo sguardo delle persone che hai intorno e vedi che sono realmente felici per te, che tifano per la tua unione e che sono lì per festeggiare l'amore di due persone che si scambiano un anello promettendosi amore eterno. Mi piace l'unione di quel giorno, più che gli aspetti da show televisivo.

quattro-matrimoni-in-italia-pinterest

È anche uscito il suo nuovo libro: I love Tokyo. Di cosa si tratta?

Non è una guida turistica, ma il mio modo di vedere Tokyo e il Giappone: un Paese che amo alla follia, culturalmente molto diverso dal nostro e che, magari, al primo impatto può essere difficile da abbracciare. Amo questo Paese fin da bambina, quando seguivo mio padre in Giappone. Da allora cerco di tornarci ogni volta che posso, anche due volte l'anno. Sto persino studiando il giapponese.

Scusi ma lei non era mica dislessica?

Sì, soffro di dislessia ma ormai non mi spaventa più niente. Sono una combattiva: credo che se una persona vuole fare una cosa, la spunterà. Quindi magari ci impiegherà più tempo, ma arriverò a imparare il giapponese. Mi sto esercitando guardando le loro serie tv: le trovo meravigliose!

Cosa l'affascina maggiormente della cultura orientale?

L'ordine, la pulizia e la sicurezza. E poi adoro il loro cibo: se conosci un po' bene la cucina giapponese, ti accorgi che non gli manca niente (La Pina ha ragione: a Tokyo hanno persino il kit kat sushi, ndr).

tokyopinterest
Getty
Tokyo

Da scrittrice, speaker radifonica ed ex rapper, qual è il suo rapporto con la parola?

Per me la parola rappresenta il file rouge di una vita disordinata. Nonostante faccia fatica a leggere e scrivere, le parole sono sempre state la mia vita. Ci lavoro tutti i giorni e ne ho un casino in testa: quando trovo un vocabolo nuovo mi esalto; quando mi sembra che ce ne siano pochi, me li invento.

Dopo Quattro matrimoni in Italia, quali saranno i suoi prossimi progetti?

Continuerò con la radio perché è quello che mi interessa fare. La tv, in realtà, la centellino abbastanza perché non è una mia grande passione. O meglio, preferisco vederla che farla. Inoltre sto portando avanti la raccolta fondi #dance4Africa per i bambini dello Swaziland: un regno del Sud Africa, piegato dall'hiv. L'obiettivo è trovare 150 mila euro per creare un'unità mobile che dia assistenza e formazione nei villaggi più remoti: un quarto della popolazione è morto a causa del hiv. È un progetto ambizioso ma sono certa che raggiungeremo la somma: la gente mi vuole bene e sa che vado personalmente a portare i soldi.