Tra i tanti giudici che i talent show hanno lanciato in tv, Mara Maionchi è indubbiamente la più amata. Non a caso, la nostra è richiestissima: dopo X Factor, è stata arruolata da Maria De Filippi che l'ha voluta, come insegnante, nella scuola di Amici. Dopodiché è passata al baby talent Io canto per poi traslocare, da quest'anno, sul canale in chiaro Tv 8 come opinionista nel nuovo salotto rosa The Real, condotto da Daniela Collu, Filippa Lagerbäck, Marisa Passera, Ambra Romani e Barbara Tabita. Già che c'era è ritornata anche a occuparsi di X Factor, affiancando Elio nell'azzeccato Xtra Factor. Il tutto corredato da sporadiche ospitate in Rai, che si sono concluse con la tappa a Sanremo: la Maionchi è stata arruolata dal brand Ceres per commentare sul web la kermesse ligure.

Ora però la nostra ha deciso di passare dall'altra parte della barricata: non più giudice o opinionista, ma concorrente a tutti gli effetti. Così possiamo vederla destreggiarsi tra pentole e fornelli a Celebrity Masterchef, ogni giovedì sera alle 21.15 su Sky Uno. Per quel che ci riguarda ha già vinto: in simpatia!

Come ci si sente a essere giudicata?

Non mi è affatto dispiaciuto essere valutata dai giudici di Masterchef perché se prima, da giudice, mi occupavo di un argomento dove, dopo 40 anni, credo di saperne qualcosa, qui invece sono valutata su una materia dove non sono esperta. Fare lo chef è infatti un mestiere molto preciso. Ecco, se c'è una cosa che ho appreso a Celebrity Masterchef è che io non c'entro un tubo con gli chef (ride)! Certo, qualcosina ho imparato ma resta il fatto che so fare da mangiare come una casalinga: mi manca la mentalità dello chef.

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Qual è la differenza?

È la stessa differenza che intercorre tra una persona che canta bene e un artista: moltissimi hanno una bella voce, ma pochi sono artisti. Lo stesso vale per la cucina: lo chef è un artista perché inventa i piatti, imprimendo a questi la propria personalità. Io invece sono solo una casalinga che sa cucinare bene: rifaccio i piatti che mi hanno insegnato o le ricette che leggo. Sono una esecutrice.

Come è nata l'idea di partecipare a Masterchef?

Mi hanno proposto di unirmi al cast e ho accettato volentieri perché il programma mi piace: è fatto molto bene, è ben montato, i giudici sono simpatici. Inoltre ho accettato perché pensavo di saper cucinare bene. Cosa che, in effetti, è così. Partecipando a Masterchef mi sono però accorta che non basta essere brava ai fornelli. Devo dire che mi ha fatto molto piacere capire una cosa nuova a 75 anni.

È d'accordo sulla vittoria di Valerio Braschi a Masterchef Italia?

È indubbiamente il più chef dei tre. Le altre due concorrenti erano brave a cucinare, ma come tante gente. Lui invece ha una mentalità della ricerca che lo rende creativo e, dunque, chef.

I giudici di Masterchef sono noti per la loro severità: con voi sono stati più comprensivi?

No, ed è giusto così: devono essere severi se vogliono insegnare il mestiere. Io, una volta che ho capito la differenza tra cucinare bene e fare lo chef, mi sono messa a disposizione e ho apprezzato i loro giudizi.

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C'è un piatto che, dopo Masterchef, preparerà anche a casa per stupire tutti gli ospiti?

Non amo stupire: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, mi attengo abbastanza alle regole, a meno che non mi trovi davanti a un'ingiustizia tale da farmi uscire dai gangheri. In ogni caso ci sono sicuramente alcuni accorgimenti culinari che ricorderò.

Lei è stata opinionista all'ultimo Sanremo: cosa le è piaciuto del festival?

Sicuramente Francesco Gabbani: ho trovato bello sia il testo della canzone sia il suo modo inusuale (ma al contempo rispettoso) di presentarsi al festival. Mi ha convinto anche Michele Bravi, che era uscito da X factor alcuni anni fa: mi è piaciuto lui, la canzone e il suo modo di aspettare. Dopo la vittoria a X factor è stato infatti fermo due anni per trovare una canzone adatta a lui. Mi è piaciuta infine la cover di Amara terra mia eseguita da Ermal Meta: ha proposto una versione totalmente diversa da Cutugno, dando al pezzo un'altra immagine. Tutto il resto invece mi è sembrato più nella tradizione…

Un modo carino per dire che ha trovato il festival noioso?

Più che altro mancava il fatto artistico. Io cerco sempre l'arte nelle canzoni. Per esempio, la frase Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare è formidabile, potentemente artistica… Inoltre, se dovessi fare una proposta per il prossimo Sanremo, suggerirei di eliminare la distinzione tra Big e Giovani, per mettere al centro i brani: in fondo, se è il festival della canzone italiana, l'interprete dovrebbe essere relativo. Lo dimostra anche il passato: Nada arrivò a Sanremo con Ma che freddo fa quando ancora non era nessuno. Eppure fece un gran successo.

Lei dice di apprezzare la scelta di Michele Bravi che si è fermato un paio di anni. Ma oggi quanto ci si può concedere di fermarsi?

Amo ripetere che il lavoro duro batte il talento, se il talento non lavora duro. Per questo è importante prendersi delle pause. Una volta si stava fermi per molti anni. Per esempio, Tiziano Ferro (che abbiamo rivisto con piacere a Sanremo, ndr) ha aspettato tre anni: andava avanti e indietro da Milano portando canzoni che non andavano bene e si sentiva dire di no due volte alla settimana. Anche per questo, sa cosa mi piacerebbe fare ancora nella vita?

Dica.

Trovare un artista fuori dagli schemi: il così detto freak. Se, come spero, rifarò Xtra Factor mi piacerebbe fare proprio questo: trovare una canzone fuori dalla tradizione pop.

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