Rachel è un'infermiera nella casa di riposo per anziani ebrei a New York. Sono gli anni Cinquanta. Rachel è orfana e ha passato 16 anni della sua vita nell'orfanatrofio ebraico di Manhattan con il fratello più grande, dopo che il padre, immigrato dall'Est Europa ha ucciso la madre.
Rachel è stata fortunata, ha avuto da mangiare, è stata curata, ha avuto delle amicizie, mentre migliaia di altri piccoli americani o immigrati morivano di fame e malattia negli orfanatrofi. È una sopravvissuta.
Un giorno riconosce in una paziente sotto morfina che sta morendo di cancro, la dottoressa che la curava nell'orfanatrofio. E che la sottoponeva a strani test. La dottoressa Mildred Salomon non era quell'angelo che credeva allora. Rachel come migliaia di piccoli orfani, era cavia per testare vaccini, farmaci, i raggi X poco conosciuti.
Ora Rachel mette insieme i pezzi. La vita di Mildred è nelle sue mani. Può vendicarsi: vale la pena farlo?
Kim van Alkemade è nata a New York, ma ha scavato nel passato della sua famiglia e di molte altre, e i fatti che racconta sono veramente accaduti. E ha voluto raccontarli nel suo romanzo d'esordio
La bambina numero otto, di Kim van Alkemade, Bookme-DeAgostini, pp.384, 16,90 euro, ebook 8,99 euro