La storia del giornale più hot, Le Ore, e la parabola raccontata da Gianni Passavini, autore di un memoir speciale: Porno di carta (Iacobelli). Il libro, scritto dal giornalista che ha lavorato per 10 anni alla rivista simbolo del porno italiano, è la storia epica e misconosciuta di Saro Balsamo, che ne fu l'editore.

Il tuo libro si legge come un romanzo. Il romanzo della storia del costume italiano nei tre decenni del secolo scorso in cui tutto è cambiato. Un mondo contraddittorio ma vivissimo. La pornografia ne è solo un aspetto. Cosa resta oggi di quel mondo?

Nella seconda metà degli Anni Sessanta, dove inizia la storia di Porno di carta, c'era una situazione ideale per la nascita dei primi giornali «per soli uomini»: il massimo dei divieti e il massimo della voglia di liberarsene. L'Italia di allora era un paese sessuofobico, ma le istanze di libertà che lo attraversavano infransero molti tabù imponendo nuovi valori. Oggi c'è una società desertificata, prosciugata di valori, ambizioni e utopie.

Le Ore, di cui racconti la storia, era un settimanale molto diffuso. Mi ricordo le edicole come centro di "irradiazione" di ogni genere di cultura. È così?

Erano oasi di cultura popolare dove ci si poteva abbeverare di diversi «saperi», dove potevi comperare sia un'enciclopedia a fascicoli che una rivista porno.

Come ti sei ritrovato a fare il pornografo?

Nel febbraio 1982 ero un giornalista free lance con un biglietto aereo in tasca per Beirut da dove volevo raccontare la guerra civile libanese quando un collega mi propose di scrivere racconti porno per Le Ore, dove poi fui assunto, allettato dal generoso stipendio. Volevo starci qualche mese appena, finì che rimasi lì 10 anni.

Com'era lavorare con Saro Balsamo, il re del porno italiano?

Si lavorava come in una qualsiasi altra casa editrice. Quanto a Balsamo, l'ho conosciuto che era già miliardario. Alle spalle aveva lasciato gli anni più difficili per lui: tre volte in carcere, la fuga all'estero e, al rimpatrio, la sua cacciata di casa da parte della moglie Adelina Tattilo, che nel 1969 gli «scippò» casa editrice e giornali.

Oggi la sessualità è onnipresente, ma svuotata di carica eversiva e libertaria. Come è potuto avvenire?

La carica eversiva c'è fino a quando esiste un divieto, così, da quando la pornografia è stata sdoganata si è trasformata in puro business. Con il digitale, poi, è cambiato tutto. Una volta, la pornografia dovevi andartela a cercare e a comprare, oggi chiunque abbia un telefonino ce l'ha già in tasca.

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La copertina di Porno di carta (Iacobelli).