È stato  il giorno delle donne a Cannes. Arriva Pedro Almodovar e quando c'è lui sulla Croisette l'universo femminile viene celebrato nella sua forma più piena, ma quest'anno sta facendola da padrone in generale al Festival. A cominciare dalla giuria, in cui c'è la nostra Valeria Golino, anche produttrice di Pericle il Nero, che corre nella sezione Un certain regard. E poi nelle tante storie raccontate da donne come Andrea Arnold, regista dal talento straordinario che qui ha portato American honey, on the road giovane e selvaggio come la sua interprete, la bellissima Sasha Lane, protagonista di un viaggio di nascita e crescita.

Di rinascita fu invece quello di Thelma e Louise, e rivedere ieri Susan Sarandon e Geena Davis di nuovo insieme, a parlare del ruolo delle donne nell'industria cinematografica, scattandosi un iconico selfie come 25 anni prima (la Polaroid è comunque molto più stilosa di uno smartphone), fa ancora un certo effetto.

Pedro Almodovar, dicevamo, che scava nella memoria di una donna e soprattutto di una madre. Daphne invece è una figlia che scopre che l'amore è libertà, anche se sei in carcere. Lo racconta Claudio Giovannesi nel terzo film italiano alla Quinzaine des Realisateurs, Fiore, ulteriore mattoncino del nuovo castello dei sogni del cinema italiano.

Julieta

Di Pedro Almodovar, con Emma Suarez e Adriana Ugarte.

Tratto da 3 racconti di Alice Munro: Julieta è un'insegnante che scrive una lettera alla figlia che non vede da 12 anni e che non sa nemmeno dove sia, le racconta antichi segreti che l'hanno portata a indirizzare la sua vita. Almodovar analizza la colpa e il rimorso, lo fa magistralmente e come sempre regala alle sue attrici ruoli straordinari: Emma Suarez e Adriana Ugarte sono strepitose, peccato manchi proprio lui, il regista che abbiamo imparato ad amare con film straordinari come Tutto su mia madre, Parla con lei e Volver. Julieta non ha la stessa forza emotiva e lo stesso coinvolgimento, soprattutto non ha lo stile e stranamente l'estetica di questi gioielli. Un buon film, ma un Almodovar minore.

VOTO: 3 stelle.

Julieta, di Pedro Almodovarpinterest
Julieta, di Pedro Almodovar

Fiore

Di Claudio Giovannesi, con Daphne Scoccia e Valerio Mastandrea.

Daphne vive per strada e ruba, finché non viene presa e messa in un carcere minorile, dove incontra Joshua, anche lui un giovane detenuto. Nasce l'amore, da lontano, attraverso le sbarre. Claudio Giovannesi racconta un'altra storia di formazione dopo Alì ha gli occhi azzurri. Attori non professionisti e magnifici, la protagonista Daphne Scoccia è un corpo cinematografico eccezionale e la sua piccola ladra ricorda molto l'Antoine Doinel di Francois Truffaut. La scoperta dell'amore e la potenza del sentimento è raccontato magnificamente, prende al cuore e alla testa. Valerio Mastandrea è il padre di lei, ex galeotto che cerca di ricostruirsi una vita e un rapporto con la figlia. Tanto per cambiare, una grande interpretazione. Nelle sale dal 25 maggio (a Roma e Milano, la settimana successiva in tutta Italia), è davvero da non perdere. 

VOTO: 4 stelle, e anche un pizzico in più. 

Fiore, di Claudio  Giovannesipinterest
Fiore, di Claudio Giovannesi

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