Lo aveva promesso il giovane cineasta Yorgos Lanthimos, premio della Giuria di Cannes nel 2015 per The Lobster. Possiamo pure dire che lo aveva minacciato: il suo nuovo The killing of a sacred deer, in concorso oggi a Cannes, avrebbe fatto sembrare il futuro distopico di The Lobster un film per ragazzi. Promessa mantenuta, siamo usciti coi nervi a pezzi da questo thriller algido e angosciante, che tira in ballo il mito (greco come il regista) del sacrificio di Ifigenia, immolata dal padre Agamennone per placare l'ira degli dei. Qui, al posto di Agamennone, c'è Colin Farrell, medico che ha un peccato da espiare, con la sua algida moglie, uno dei tanti ruoli in cui in cui vedremo Nicole Kidman in questo settantesimo Festival di Cannes. Tanti da meritarle il titolo di reine de la Croisette (regina della Croisette). Così infatti, come una regina benevola e sazia di riconoscimenti, ci è apparsa al photocall e in conferenza stampa. La rivedremo fra due giorni, sempre insieme a Colin Farrell, in The Beguilded di Sofia Coppola, uno dei film in concorso più attesi.

The killing of a sacred deerpinterest
Nicole Kidman e Colin Farrell in The killing of a sacred deer.

L'ironia del titolo, Happy end, del film dell'austriaco Michael Haneke, due Palme d'oro a Cannes (La pianista e Amour), con Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant, che descrive l'esasperante indifferenza di una famiglia borghese del Nord della Francia di fronte alla situazione di emergenza del traboccante campo profughi nei pressi di Calais, non ha portato fortuna alla sua presentazione ieri sulla Croisette, che ha registrato un boom di afflussi e altrettanti respingimenti... di pubblico. Senza badge bianco o rosa, c'è chi ha accumulato fino 4 ore di attesa per provare a entrare alle due proiezioni di ieri, entrambe partite con seri ritardi. Tra i respinti, quasi tutti i giornalisti dei periodici (badge blu), tra cui la sottoscritta, che però ha scrupolosamente raccolto recensioni tra i privilegiati ammesse: quasi tutte negative, con l'eccezione di chi ha dormito.

Happy endpinterest
Isabelle Huppert (sullo sfondo) in una scena di Happy end.

Ci si consola finalmente con una storia d'amore, vabbè, intergalattica, ché è tutto quello che Cannes passa in questi giorni tetri. Si tratta di How to talk to girls at parties, commedia sgangherata e surreale di Cameron Mitchell ambientata negli anni Settanta e tratta da un romanzo che racconta di un'extraterrestre che si innamora di un giovane punk. Tra gli interpreti Elle Fanning e (indovinate un po'!) sì, ancora lei, Nicole-la reine-Kidman!