Jean-Paul Belmondo, Bebel per il mondo, che razza di attore (e di uomo) è stato? Ecco una sfilza di definizioni date dai francesi, di cui forse la più azzeccata è le tendre voyou, il tenero balordo. Simpatico proprio a tutti: agli uomini come alle donne, che perdevano la testa per lui, dagli artisti come Jean Cocteau che sentenziò: «È nato l'attore di domani», ai colleghi come il rude Jean Gabin che gli disse: «Sei i miei vent'anni». A Bebel, oggi 83enne,il Festival del cinema di Venezia 2016 ha riconosciuto un tardivo Leone d'oro alla carriera. Ma cosa si celi dietro quella sua faccia da maschio malavitoso rimane un piacevole enigma. 

Chi è Bebel

A differenza dei duri del cinema francese come Jean Gabin e Lino Ventura, Bebel proviene dalla borghesia intellettuale parigina di Neully: suo padre era scultore e insegnante di arte, sua madre pittrice. Da ragazzino Bebel è una teppa, non pensa allo studio ma allo sport: ha il suo bel daffare papà Belmondo a portarlo al Louvre, nel tentativo di avvicinarlo a mondi più alti. Bebel a 17 anni se ne va di casa e s'infila in un appartamentino di suo padre a Les Halles. Un giorno viene fermato per strada da un signore dall'aria triste che gli propone di girare nella sua stanza un corto per 5.000 franchi al giorno. Bebel è perplesso, ma ci va. Il signore è Jean-Luc Godard e il film è Charlotte et son Jules, esilarante monologo di dieci minuti di Bebel alla sua ragazza. 

La nouvelle vague

Inizio della carriera, nascita della Nouvelle vague. A bout de souffle  (All'ultimo respiro, 1960, ndr), Pierrot le fou (1965), sono pietre miliari del nuovo cinema francese in cui Bebel, sempre con Gauloise all'angolo della bocca, cammina, parla, guarda in macchina, sta nudo nella vasca da bagno. Poi lavorerà con Melville in indimenticabili noir (Lo spione), De Sica (La ciociara), De Broca (Cartouche, L'uomo di Rio): principalmente film d'azione in cui, fino a 65 anni, si ostina a non volere controfigure nelle scene acrobatiche. La sua camminata diventerà leggendaria, come quella di John Wayne o Henry Fonda. Per la sfrontatezza e la malinconia.