Sulla carta sono una coppia abbastanza improbabile: lei, Sarah Jessica Parker, una newyorchese "verace" (che, dal vero, porta i 51 anni compiuti a marzo in maniera strepitosa); lui, Raoul Bova, uno dei più acclamati sex symbol italiani (baciato pure da Madonna). E invece insieme, e fatalmente attratti, sono i protagonisti di All roads lead to Rome – Tutte le strade portano a Roma, diretto dalla regista svedese Ella Lemhagen (la stessa di The crown jewels), commedia romantica girata interamente in Italia, prevista al cinema per fine aprile, ma all'ultimo slittata a data da destinarsi. 

Nel film la Carrie Bradshaw di Sex and the city è una professoressa americana che decide di concedersi una vacanza in un paesino toscano per ritrovare confidenza con la riottosa figlia adolescente (Rosie Day). Come solo nelle commedie romantiche succede, si imbatte però in un antico amore, ancora scapolo con mamma ottantenne al seguito (Claudia Cardinale). Sarà quest'ultima a movimentare la situazione rubando la macchina del figlio alla volta di Roma... Un film pieno di sorprese e con un'insospettabile alchimia tra Raoul Bova e la Parker, sempre impegnatissima tra cinema, attività benefiche (soprattutto con Unicef, di cui è ambasciatrice) e la moda (ha lanciato la sua linea di scarpe sul sito Nordstrom.com e dal 2015 è testimonial dei Jordache jeans). 

L'abbiamo incontrata a New York, in autunno alla première di Sylvia, la pièce teatrale in cui recitava il marito, l'attore Matthew Broderick, e poi per il gala della New 42nd Street foundation, che supporta diversi teatri della città.

Tutte le strade portano a Roma mescola ritmo americano e colori italiani. Le piace l'Italia? 

È un Paese che adoro. Quando posso andarci, faccio indigestione di tutto: ottimo cibo, cultura, paesaggi strepitosi, in particolare quello toscano. Ma anche Roma è irresistibile. Quando ci sei, capisci che cosa vuol dire «dolce vita». 

Certo, se poi ti imbatti in Raoul Bova... Ma parliamo invece di suo marito: sembrate molto complici voi due, segue tutte le sue première?

Certo, amo il teatro e cerco di appoggiarlo in queste scelte. Conosco l'impegno che ci mette e sono fiera di lui. 

Qual è il suo posto preferito a New York?

La biblioteca pubblica sulla 5th Avenue. Consiglio a tutti di andarci e godere del silenzio delle sue sale di lettura. Ormai sono una newyorchese doc come Carrie (il suo personaggio in Sex and the city, ndr): la città mi è entrata nel sangue e non potrei vivere altrove.

La gente ormai la identifica con Carrie, le pesa?

È il contrappasso degli attori: ci scambiano coi personaggi che interpretiamo. Quando ero incinta la gente a volte si sorprendeva che Carrie potesse avere finalmente un figlio. 

A distanza di tempo ha capito qual è il segreto del successo di Sex and the City

Tutte possono identificarsi con le protagoniste, che rappresentano personalità e sfumature diverse dell'essere donna: per questo rimarranno sempre attuali. 

Ci sarà mai una nuova serie? 

Penso sarebbe carino pensare ad altre storie, nella maturità. Si parla sempre più di dare spazio alle donne d'ogni età. 

Con Carrie condivide anche l'amore per la moda. Siete entrambe fan di Manolo Blahnik, lei ha addirittura creato una linea di scarpe tutta sua, la Sjp, con George Malkemus, ad di Manolo Blahnik.

Ho lavorato per creare delle scarpe che indosserei io stessa, giuste per una donna che lavora e corre tutto il giorno, ma non vuole rinunciare al glamour. 

Scarpe pratiche? Carrie non l'avrebbe mai fatto...

Infatti le somiglianze si chiudono qui. Diversamente da lei, sono una madre che lavora. Certo, una madre privilegiata: faccio un mestiere che amo e che mi permette di essere finanziariamente tranquilla, ma soffro di tutte le ansie di ogni mamma. I figli mi tengono molto occupata. 

Ne ha tre e li ha molto voluti: dopo il primo, James, ha avuto da una madre surrogata due gemelle.

Sono cresciuta in una famiglia numerosa, ci ho sempre tenuto ad avere più figli e una relazione stabile con l'uomo che amo, è una cosa che mi dà sicurezza, mi fa sentire bene. Ecco, questo è quello che io sono davvero. Quando abbiamo deciso di avere un altro bimbo da una madre surrogata, dopo averci provato per anni, è stato meraviglioso: eravamo tutti e tre molto eccitati all'idea. È stata una possibilità in più. E poi, per fortuna, ne sono arrivate ben due! I figli sono il regalo più bello della mia vita.