Incontrare Tom Holland è come entrare dentro un fumetto che si fa realtà. Agli Atlanta Studios una fila di giornalisti aspetta di entrare nel teatro di posa 14. È un attimo: il fitto chiacchiericcio si placa, mentre il mito della mia infanzia irrompe con piroette ed esercizi acrobatici. Dopo l'ultimo salto mortale, l'Uomo Ragno si ferma e si toglie la maschera. No, non è Peter Parker ma Tom Stanley Holland, 21enne, mingherlino, asciutto ma dotato di un'agilità impressionante.

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Getty Images
Tom Holland, il protagonista di SpiderMan.

Accento inglese, rossiccio di capelli, qualche efelide sul volto, è uno tra gli attori di talento under 30 più promettenti. Tra i suoi ultimi ruoli ci sono film come Le origini di Moby Dick (con Chris Hemsworth), Captain America. Civil war e Civiltà perduta, ma per noi ora è solo il nuovo Uomo Ragno, in SpiderMan. Homecoming (al cinema dal 6 luglio 2017) insieme a Robert Downey Jr, Michael Keaton, Marisa Tomei e Zendaya.

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Come dice Ben Parker, lo zio di Peter: «Da un grande potere, derivano grandi responsabilità».

Sul set è un principio fondamentale, voglio dare il meglio di me, non deludere i fan di un personaggio storico, anche se sono il più giovane di tutti gli SpiderMan sullo schermo.

È stato difficile ottenere questo ruolo?

Durissimo, ma lo volevo a tutti i costi. Volevo dimostrare ai produttori che non avrebbero potuto trovare un Peter migliore di me. Ero in competizione con i migliori attori inglesi miei coetanei. In quel periodo lavoravo anche con Jon Bernthal, che è un boxer e un appassionato di fitness, così ho iniziato ad allenarmi con lui. Ho un passato da ginnasta e ballerino, ma avevo bisogno di potenziare la mia massa muscolare. Quando mi hanno scelto, stupidamente, mi sono sentito un peso in meno sulle spalle, e invece il vero lavoro doveva ancora cominciare.

Da bambino leggeva i fumetti?

Sono cresciuto con i film dell'Uomo Ragno, i fumetti li ho letti solo dopo aver ottenuto il ruolo. Ma da piccolo avevo tutti gli accessori: lenzuola, magliette e costumi e facevo impazzire mia madre saltando dalle scale, convinto che le mie ragnatele si sarebbero appiccicate al soffitto e non mi sarei spaccato le gambe.

Come immagina la sua carriera dopo questo ruolo?

Ho ancora parecchi anni davanti perché ci sono in progetto almeno altri due film nei panni di Peter Parker, anche se nel frattempo continuo a fare audizioni. Sono un attore che ha cominciato con il teatro e che si è fatto le ossa con il cinema indipendente, non ho nessuna intenzione di smettere. Intanto mi rivedrete in Pilgrimage, ambientato nell'Irlanda del Tredicesimo secolo, la storia di un gruppo di monaci che intraprende un viaggio verso Roma per scortare una reliquia, e Uncharted, basato sulla famosa serie di videogiochi e diretto da Shawn Levy, il regista di Stranger things, una delle mie serie tv preferite.

Il 1° giugno 2017 ha compiuto 21 anni, è ancora molto giovane: come fa a non montarsi la testa?

Tutti i membri della mia famiglia contribuiscono a tenermi con i piedi per terra. Mio padre mi ha insegnato ad essere umile, a fare il mio lavoro seriamente. Mi circondo di amici come Harrison (indica un ragazzo che gli assomiglia seduto in un angolo, ndr) che sono riuscito a far assumere nel mio team, mi conosce sin dall'asilo e non ha nessun problema a dirmi se esagero.

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Harrison fa anche i suoi stunt?

Gli piacerebbe! Vero Tomato boy? È il suo soprannome perché arrossisce facilmente. In effetti ci alleniamo insieme, ma io mi sono reso disponibile a girare pure le scene pericolose, anche se i produttori inorridivano, temendo che mi rompessi qualcosa.

Due passioni da 21enne?

Videogames, golf, hip hop (danza e musica) e... Taylor Swift.