Quando entra nella suite del Mandarin Hotel di New York, nulla sembra essere cambiato. Sienna Miller è ancora la ragazza che incontrai quasi dieci anni fa per Factory girl (lei interpretava Edie Sedgwick, la musa di Andy Warhol, it girl dell'era pre-social). Biondissima, bellissima, lo sguardo deciso e il passo leggero dell'icona di stile. Almeno: da lontano. Perché mentre si avvicina mi accorgo che è soprattutto intenta a pulirsi il collo dell'abito. Guardo meglio: sembra sporco di… gelato? Cioccolato? «It's Nutella! Dovete scusarmi, ma se non pulisco subito non va più via! Sono distrutta, sfinita! Fare la mamma è il lavoro più duro e massacrante che ci sia. Psicologicamente devastante. Altro che l'esploratore!», scherza lei, che è madre di Marlowe Ottoline da quasi cinque anni e fa la moglie di un esploratore nel suo ultimo lavoro, Civiltà perduta. Tratto dal libro Z la città perduta di David Grann, il film, in Italia dal 22 giugno 2017, è diretto da James Gray e prodotto dalla Plan B di Brad Pitt. Una liaison con l'attore? «È un'insinuazione così sciocca e prevedibile che non merita neanche una risposta».

È così difficile fare la mamma?

No, non è difficile: è stressante, ma allo stesso tempo gratificante come nient'altro. È che, nella nostra società, il ruolo di madre è ancora il più importante per una donna. È un paradosso di cui mi rendo conto solo ora, a 35 anni. Mi riferisco all'impegno, al tempo, ma soprattutto al coinvolgimento emotivo. Anche se condivido tutte le responsabilità con Tom (Sturridge, l'ex fidanzato, ndr), la preoccupazione è costante. Basta una tosse sconosciuta nel mezzo della notte che subito penso al peggio, mi domando se sono preparata, che cosa ho in casa, che medicine… Per non parlare dei primissimi anni, quando essere genitore fa saltare ogni convenzione di etichetta e ti trovi a pulire cacca, vomito o pipì a destra e a manca, tralasciando ogni decenza. Altro che icona, mi vedeste durante il giorno cambiereste idea!

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Quindi possiamo aspettare un fratello o una sorella per Marlowe?

Sì, sì, le gioie sono di gran lunga superiori alla fatica. Non ora, magari, ma mi piacerebbe. Quando sei giovane fai un sacco di stupidate e ti sembra che le cose che dici abbiano importanza. Poi diventi grande, diventi donna, e sono le tue azioni che parlano per te: descrivono chi sei. Quando diventi madre, invece, ti accorgi che non sei più tu il centro dell'attenzione. Che "lei" – o "lui" – viene prima di te. È bellissimo: sto diventando vecchia, e mi piace!

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A noi però interessa ancora molto quello che fa. Parliamo dell'ultimo film, qual è il suo ruolo?

È un film basato su una storia vera: quella dell'esploratore Percy Fawcett che negli anni Venti scomparve nel cuore della giungla amazzonica alla ricerca di un'antica civiltà, il regno di El Dorado. Io sono Nina, sua moglie. Un'altra donna fedele.

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Sienna Miller ha smentito le chiacchiere di un flirt con Brad Pitt, produttore del suo ultimo film.

In che senso "un'altra"?

Lo sono già stata in American sniper, con Bradley Cooper, e ne La legge della notte di Ben Affleck. Tutti ruoli da non protagonista, è vero, ma lavorare solo qualche settimana mi andava bene: Marlowe stava crescendo e sono riuscita a seguire ogni sua tappa. L'ho vista imparare a camminare, l'ho sentita dire "mamma" per la prima volta. E poi, se ti chiamano registi del calibro di Clint Eastwood o Bennett Miller qualcosa significa, no? Inoltre, nonostante sia una piccola parte, ho lavorato tanto sulla sceneggiatura. Ho chiesto molti cambiamenti.

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Sienna Miller con Ben Affleck, interprete e regista di La legge della notte.

Che tipo di cambiamenti?

Di stampo femminista. Ho voluto sottolineare la crescita del personaggio e dei suoi valori. Sul primo copione era lo stereotipo della moglie del tempo: tutta sorrisi e corsetti. Io ho fatto un po' di ricerche, e ho scoperto che era anche suffragetta e madre, stoica, instancabile nel dar voce alle proprie opinioni come nel sostenere il marito. La vediamo invecchiare dai 20 ai 60 anni ed esplorare il significato più autentico di concetti come il matrimonio, l'emancipazione, il progresso. Una vera pioniera.

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Sienna Miller nei panni di Nina Agnes Paterson, moglie dell\'esploratore britannico Percy Fawcett, in Civiltà perduta.

Somiglia al suo rapporto con gli uomini?

Non ho mai permesso a un rapporto sentimentale di definirmi, anzi: il contrario. Ma io sono impulsiva in tutto, anche a scapito dei risultati. Sono anni che mi occupo di assistenza ai bambini vittime di abusi e di violenza sulle donne, ma detesto i social media: trovo stupido affannarsi per un like. A chi mi sta accanto chiedo la stessa onestà. E dialogo: è doloroso venire traditi inaspettatamente. Ma senza passione non riesco a vivere, non sono mai stata una business woman. Viva l'istinto!