È fra le attrici comiche italiane più gettonate, ha lavorato con Nichetti, Luchetti, Archibugi, Ozpetek, Marco Risi e Cristina Comencini, ha vinto due David di Donatello (per La bestia nel cuore e Mio fratello è figlio unico) e appare negli spot di una celebre marca di dolci accanto ad Antonio Banderas e alla sua gallina. Ora Angela Finocchiaro si fa in tre: doppiatrice del cartoon della Disney Oceania, protagonista dello spettacolo teatrale Calendar Girls (in cui recita una scena nuda) e combattiva suora nella commedia Non c'è più religione, diretta da Luca Miniero e interpretata da Claudio Bisio e Alessandro Gassman.

Con Miniero e Bisio siete ormai un triangolo di fatto!

(Ride) In effetti ho fatto sei film diretti da Miniero, di cui quattro con Claudio. Lo definirei un rapporto consumato, ma non nel senso di stanco: è bello lavorare con persone che nel lavoro si accaniscono in senso buono. Claudio ad esempio riflette a lungo sui suoi personaggi, e questo accanimento positivo porta ottimi risultati.

Anche il rapporto pluridecennale con suo marito Daniele (direttore di allestimenti teatrali, ndr) è un caso di accanimento positivo?

Le coppie vanno tenute in pista, innaffiate come piante, e a svolgere questo compito c'è chi e più e chi meno bravo: io sono fra i secondi. Tra noi due, Daniele è il più costruttivo, io cerco di disciplinarmi perché i demoni esistono e affiorano, specialmente nel buio della notte. Diciamolo, è uno sbattimento continuo, ma credo nel trovare insieme le soluzioni ai problemi e nel considerare il rapporto di coppia una scommessa.

Avete due figli (Nina, 20 anni, e Nicolò, 17, ndr). Con loro qual è la strategia vincente?

È un terno al lotto, si va a letto con gli occhi sbarrati verso il soffitto chiedendosi: chissà se e dove abbiamo sbagliato. Ci sono periodi, come quello dell'adolescenza, in cui daresti la testa contro il muro perché i figli ti trattano a pesci in faccia e tu pensi: ma cosa ho fatto? Ho solo chiesto se volevano la pasta al sugo! Io poi tendo a buttarmi giù, pensando di non essere all'altezza. Questo però non mi paralizza, reagisco col fare. Ma sono invidiosa di quei genitori che appaiono sereni, che hanno le idee chiare e dicono cose sensate. A me sembra di passare da una vignetta schizzata all'altra, con i capelli dritti in testa. Chi mi vede da fuori però incomprensibilmente afferma: «Come sei brava, tu sì che hai pazienza!».

Ha avuto i suoi figli dopo i 40 anni. Qualche ripensamento?

La verità? Mi abbatte in una maniera clamorosa non sapere se vedrò i risultati a lungo termine di tutto questo sbattimento! Sto investendo a fondo perduto nell'amore. Ma in realtà ne sono felicissima: credo che i figli siano la cosa più bella che mi è capitata.

In Non c'è più religione lei è una suora su un'isola dove i bambini non nascono più.

Sì, e per lei è un dramma anche professionale, perché è stata ostetrica e non esercita da oltre cinque anni. Ma non si arrende, è un'isolana concreta senza peli sulla lingua.

Le assomiglia?

Un po', perché anch'io sono una donna pratica. Ma lei è più sfrontata, e più brontolona.

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Ha appena compiuto 61 anni. Che effetto le fa?

Mi girano un po', pensavo che capitasse solo agli altri e invece succede anche a me. Mi scoccia sentire il fisico che comincia a cambiare. Certo, reagisco, vado in palestra, cerco di mangiare bene, mi ripeto che bisogna scoprire cose nuove e godersela di più. E sto attenta a non diventare una vecchia brontolona, di quelle che dicono: una volta era tutto più bello.

Lei fa parte di una generazione che voleva cambiare il mondo. Che cosa è rimasto di quel proposito?

La mia giovinezza è stata un periodo meraviglioso e spero di lasciare in eredità quel pensare di poter cambiare le cose, altrimenti diventa tutto misero e noioso, e gli obiettivi sono scarsi e brevi. Invece la possibilità della trasformazione, ognuno a misura sua, fa sì che i nostri desideri non si fermino alla borsetta nuova.

È sempre stata dichiaratamente femminista. Anche questa è un'eredità che vorrebbe lasciare alle generazioni future?

Spero che essere cresciuta nel femminismo e avere avuto un certo tipo di rapporto con gli uomini significhi che anche mia figlia ne avrà uno simile, che lo abbia assorbito con il latte materno. E spero che mio figlio abbia rispetto per le donne perché in casa, dato che Daniele e io apparteniamo a quella generazione, il rapporto fra noi due è sempre stato paritario.

È difficile spogliarsi in scena a 61 anni?

All'inizio dovevamo indossare delle tutine color carne, ma a parte che sembravamo degli insaccati, diventava un trucco. Abbiamo capito che occorreva lo stesso coraggio di quelle signore dello Yorkshire che per una buona causa hanno davvero posato nude su un calendario, ispirando il film e lo spettacolo Calendar Girls.

Un'ultima curiosità: come si è trovata con Banderas?

Antonio è delizioso, lavora seriamente ma è anche spiritoso, sul set mi ha fatto tanto ridere. Quando non ci sono sovrastrutture e vanità le persone si possono incontrare, ed è un incontro felice.

E la gallina?

Ecco lo scoop: la gallina è finta!