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Cosa nasconde il titolo di questi 5 film candidati agli Oscar 2017?

Spesso il significato si perde nella traduzione oppure è difficile cogliere le sfumature: Aba English ci dà una mano a capire che cosa c'è dietro le parole di alcune pellicole in gara per la statuetta di Miglior film, La La Land in testa

di Arianna Ascione
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Il countdown per la consegna degli Oscar 2017, le statuetta più ambite di Hollywood. è cominciato e stiamo già facendo una scorpacciata di aneddoti e curiosità (a proposito, sai chi ha vinto l'Oscar nell'anno in cui sei nata?). Sono note da tempo le nomination degli Oscar 2017, tra cui il super favorito La La Land, la pellicola con Emma Stone e Ryan Gosling rivelazione dell'anno, e il film di animazione Disney Zootropolis, senza dimenticare Barriere, che vede alla regia per la terza volta l'attore pluripremiato Denzel Washington, il western Hell or High Water, con l'affascinante Jeff Bridges, e Moonlight.

I titoli originali dei film in gara non sono sempre di facile comprensione per noi, poiché spesso la traduzione perde di vista il senso originale: per l'occasione, la scuola d'inglese online Aba English (abaenglish.com) ci aiuta a capire il significato dei titoli più interessanti tra quelli nominati agli Oscar 2017 come Miglior film.

Oscar 2017 film: La La Land di Damien Chazelle

<p>Il <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">musical con Emma Stone e Ryan Gosling</strong> è il <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/spettacolo/film/g1877/oscar-curiosita-storia-premio/">favorito agli Oscar 2017</a>, <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/spettacolo/film/news/a3122/oscar-2017-nomination/">tanto che con 14 nomination  punta anche al record di Titanic</a>. Il titolo, apparentemente semplice, cela in realtà molteplici giochi di parole: il termine<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"> La La Land</em> viene talvolta usato dalla stampa americana come <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">sinonimo di Los Angeles</strong> (spesso abbreviata in L.A. in inglese), e nello specifico dell'industria cinematografica di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Hollywood</strong>. Ma l'espressione indica anche uno stato di sognante euforia, tipico di chi vive con la testa tra le nuvole come Mia e Sebastian, che inseguono con costanza i loro sogni di successo.</p>
Getty Images

Il musical con Emma Stone e Ryan Gosling è il favorito agli Oscar 2017, tanto che con 14 nomination  punta anche al record di Titanic. Il titolo, apparentemente semplice, cela in realtà molteplici giochi di parole: il termine La La Land viene talvolta usato dalla stampa americana come sinonimo di Los Angeles (spesso abbreviata in L.A. in inglese), e nello specifico dell'industria cinematografica di Hollywood. Ma l'espressione indica anche uno stato di sognante euforia, tipico di chi vive con la testa tra le nuvole come Mia e Sebastian, che inseguono con costanza i loro sogni di successo.

Oscar 2017 film: Zootropolis, di Byron Howard e Rich Moore

<p>Il titolo originale del nuovo <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">film d'animazione della Disney</strong> è&nbsp;<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Zootopi</strong><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">a</strong></em><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">,</strong> che significa letteralmente «luogo degli animali», ma evoca anche la parola «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>utopia», ovvero un luogo immaginario, proprio come la città nel film. La distribuzione italiana ha però cambiato il titolo in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Zootropolis</strong></em>, citando il&nbsp;famoso film <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Metropolis </strong></em>di<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">&nbsp;</em>Fritz Lang<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span> (1927).</p>
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Il titolo originale del nuovo film d'animazione della Disney è Zootopia, che significa letteralmente «luogo degli animali», ma evoca anche la parola «utopia», ovvero un luogo immaginario, proprio come la città nel film. La distribuzione italiana ha però cambiato il titolo in Zootropolis, citando il famoso film Metropolis di Fritz Lang (1927).

Oscar 2017 film: Barriere, di Denzel Washington

<p>Per il suo terzo film da regista, <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Fences</strong></em>, l'attore pluripremiato <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Denzel Washington</strong> ha adattato un&nbsp;testo teatrale&nbsp;del drammaturgo August Wilson. La distribuzione italiana ha scelto di tradurre il titolo con <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Barriere</em>, che&nbsp;rende solo in parte il significato dell'originale. «Fence»&nbsp;infatti&nbsp;significa «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">staccionata</strong>»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>&nbsp;come quella che i protagonisti costruiscono attorno alla loro casa, ma si allude anche alle divergenze e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">barriere invisibili</strong> che dividono i personaggi. La parola «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>fence»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>&nbsp;deriva da «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>defence»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>, che significa «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>difesa»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>. L'uso della parola si è poi esteso a indicare lo sport della scherma (in inglese «fencing»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>), e solo dopo ha assunto il significato di «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>recinto»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>.</p>
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Per il suo terzo film da regista, Fences, l'attore pluripremiato Denzel Washington ha adattato un testo teatrale del drammaturgo August Wilson. La distribuzione italiana ha scelto di tradurre il titolo con Barriere, che rende solo in parte il significato dell'originale. «Fence» infatti significa «staccionata» come quella che i protagonisti costruiscono attorno alla loro casa, ma si allude anche alle divergenze e barriere invisibili che dividono i personaggi. La parola «fence» deriva da «defence», che significa «difesa». L'uso della parola si è poi esteso a indicare lo sport della scherma (in inglese «fencing»), e solo dopo ha assunto il significato di «recinto».

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Oscar 2017 film: Hell or high water, di David Mackenzie

<p>Il titolo di questo neo-western con protagonista<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor"> Jeff Bridges,&nbsp;</strong><em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Hell or high water,</em> è stato mantenuto tale e quale<span class="redactor-invisible-space">: nell'originale&nbsp;</span>è un modo di dire molto usato in inglese&nbsp;che equivale all'italiano «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>costi quel che costi»<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>.&nbsp;Ovviamente è stato molto difficile rendere il titolo in altre lingue: in Francia e Spagna&nbsp;il film si intitola <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Comanchería</em>, il soprannome della regione tra New Mexico e Texas dove è ambientata la storia mentre in Brasile si è optato per<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"> A qualquer custo</em>, «<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span>a qualunque costo»&nbsp;<span>appunto.</span></p>
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Il titolo di questo neo-western con protagonista Jeff Bridges, Hell or high water, è stato mantenuto tale e quale: nell'originale è un modo di dire molto usato in inglese che equivale all'italiano «costi quel che costi». Ovviamente è stato molto difficile rendere il titolo in altre lingue: in Francia e Spagna il film si intitola Comanchería, il soprannome della regione tra New Mexico e Texas dove è ambientata la storia mentre in Brasile si è optato per A qualquer custo, «a qualunque costo» appunto.

Oscar 2017 film: Moonlight, di Barry Jenkins

<p>Il film, del regista <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Barry Jenkins </strong>(in foto), racconta l'adolescenza tormentata di un <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/spettacolo/film/g1928/oscar-2017-nomination-attori-neri/">giovane ragazzo nero nei quartieri bassi di Miami</a> e la sua scoperta dell'omosessualità. «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>Moonlight»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span> significa letteralmente «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">chiaro di luna</strong>»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>, ma il significato diventa più chiaro quando si scopre che la parola è stata scelta per abbreviare il titolo del testo teatrale di Tarell Alvin McCraney da cui è tratta la pellicola, <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">In moonlight black boys look blue </em>ovvero<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"> «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span></em>al chiaro di luna i ragazzi neri sembrano blu»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>, dove «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>blue»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span> può anche tradursi con «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>tristi»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span> o «<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>malinconici»<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span>, in senso figurato. Il titolo suggerisce quindi che il chiaro di luna è capace di rivelare l'<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">anima dei ragazzi neri </strong>al di là del colore della loro pelle e degli stereotipi.<span class="redactor-invisible-space" data-redactor-class="redactor-invisible-space" data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span></p>
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Il film, del regista Barry Jenkins (in foto), racconta l'adolescenza tormentata di un giovane ragazzo nero nei quartieri bassi di Miami e la sua scoperta dell'omosessualità. «Moonlight» significa letteralmente «chiaro di luna», ma il significato diventa più chiaro quando si scopre che la parola è stata scelta per abbreviare il titolo del testo teatrale di Tarell Alvin McCraney da cui è tratta la pellicola, In moonlight black boys look blue ovvero «al chiaro di luna i ragazzi neri sembrano blu», dove «blue» può anche tradursi con «tristi» o «malinconici», in senso figurato. Il titolo suggerisce quindi che il chiaro di luna è capace di rivelare l'anima dei ragazzi neri al di là del colore della loro pelle e degli stereotipi.

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