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Le donne si riprendono la moda: da Givenchy a Chloé fino a Dior, lo stile è tutto al femminile

La rivoluzione femminista coinvolge sempre di più le griffe del lusso: dopo Maria Grazia Chiuri da Dior e Natacha Ramsay-Levi da Chloé, arriva Clare Waight Keller da Givenchy

di Letizia Redaelli
Trousers, Outerwear, Fashion show, Runway, Fashion, Winter, Jacket, World, Street fashion, Fashion model, pinterest
Gettyimages.com

Finalmente, le donne si riprendono la moda: se l'abbigliamento è sempre stato considerato come un affare prettamente femminile, le stiliste ai vertici delle maison sono sempre state poche. A parte i grandi nomi che hanno fatto la storia del costume nel corso del '900 (come Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli), negli ultimi decenni le griffe del lusso, nella maggior parte dei casi, hanno preferito affidare la direzione creativa agli uomini, tanto che i nomi degli stilisti più famosi, se ci si fa caso, sono maschili: Raf Simons da Calvin Klein, per esempio. Ma il vento, ora, sta cambiando: nel giro di circa un anno tre donne hanno preso le redini di altrettante maison. A partire da Maria Grazia Chiuri, al timone della rivoluzione femminista di Dior, passando dal nuovo direttore creativo di Chloé Natacha Ramsay-Levi e arrivando fino a Clare Waight Keller, nuovo direttore creativo di Givenchy, la moda ha decisamente cambiato direzione. E privilegia, sempre di più, la mano (e la testa) femminile.

Clare Waight Keller

<p>È <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Clare Waight Keller</strong> il nuovo <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">direttore creativo</strong> di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Givenchy</strong>. La <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">designer britannica</strong> prende il testimone della guida della maison da <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Riccardo Tisci</strong>, a capo della direzione artistica della griffe per 12 anni. Si tratta della prima donna scelta dal marchio come stilista: prima di lei e di Tisci, la carica era stata assunta da John Galliano, Lee Alexander McQueen e Julien Macdonald. La stilista, dal 2011, era alla direzione creativa di Chloé: ruolo che ha abbandonato circa un mese fa lasciando spazio alla designer Natacha Ramsay-Levi. In passato, ha lavorato anche per Pringle of Scotland, Gucci (affiancando <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Tom Ford</strong>), Ralph Lauren e Calvin Klein.&nbsp;<span class="redactor-invisible-space"></span></p>
Getty Images

È Clare Waight Keller il nuovo direttore creativo di Givenchy. La designer britannica prende il testimone della guida della maison da Riccardo Tisci, a capo della direzione artistica della griffe per 12 anni. Si tratta della prima donna scelta dal marchio come stilista: prima di lei e di Tisci, la carica era stata assunta da John Galliano, Lee Alexander McQueen e Julien Macdonald. La stilista, dal 2011, era alla direzione creativa di Chloé: ruolo che ha abbandonato circa un mese fa lasciando spazio alla designer Natacha Ramsay-Levi. In passato, ha lavorato anche per Pringle of Scotland, Gucci (affiancando Tom Ford), Ralph Lauren e Calvin Klein. 

Natacha Ramsay-Levi

<p>A inizio marzo 2017,&nbsp;<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Chloé</strong> ha nominato <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Natacha Ramsay-Levi </strong>come nuovo direttore creativo. La designer arriva al posto di Clare Waight Keller, ora da Givenchy. Giovanissima, dal 2013 era responsabile del prêt-à-porter femminile di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Louis Vuitton</strong>, sotto la direzione artistica di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Nicolas Ghesquière</strong>. Natacha ha commentato: «Sono fiera di unirmi a una maison fondata da una donna per vestire le donne. Voglio creare uno stile che potenzi la personalità di una donna che lo indossa, una moda che dà vita a carattere e attitudine, senza mai imporre un look».<span class="redactor-invisible-space"></span></p>
Getty Images

A inizio marzo 2017, Chloé ha nominato Natacha Ramsay-Levi come nuovo direttore creativo. La designer arriva al posto di Clare Waight Keller, ora da Givenchy. Giovanissima, dal 2013 era responsabile del prêt-à-porter femminile di Louis Vuitton, sotto la direzione artistica di Nicolas Ghesquière. Natacha ha commentato: «Sono fiera di unirmi a una maison fondata da una donna per vestire le donne. Voglio creare uno stile che potenzi la personalità di una donna che lo indossa, una moda che dà vita a carattere e attitudine, senza mai imporre un look».

Maria Grazia Chiuri

<p>Dopo aver riportato al successo una maison come <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Valentino</strong> al fianco di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Pierpaolo Piccioli</strong>, <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Maria Grazia Chiuri</strong> è la prima donna ad aver preso le redini stilistiche di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Dior</strong>&nbsp;che, in 70 anni di storia, non aveva mai avuto una figura femminile alla <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">direzione creativa</strong>. E la stilista non ha fatto attendere il suo tocco: in Dior ha portato una vera e propria <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">rivoluzione femminista</strong>, simboleggiata dalla la <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">t-shirt</strong> con lo slogan «We should all be feminists<span class="redactor-invisible-space"></span>»<span class="redactor-invisible-space"></span>.<span class="redactor-invisible-space"></span></p>
Getty Images

Dopo aver riportato al successo una maison come Valentino al fianco di Pierpaolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri è la prima donna ad aver preso le redini stilistiche di Dior che, in 70 anni di storia, non aveva mai avuto una figura femminile alla direzione creativa. E la stilista non ha fatto attendere il suo tocco: in Dior ha portato una vera e propria rivoluzione femminista, simboleggiata dalla la t-shirt con lo slogan «We should all be feminists».

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